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Prezzo benzina, servizi e qualita' della vita. Le illusioni....
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Editoriale di Vincenzo Donvito
13 gennaio 2015 15:55
 
Il ministero dello Sviluppo Economico ci fa sapere che il prezzo medio della benzina alla pompa, rispetto al picco di luglio 2014 (1,763 al litro), e' sceso del 16,5%, assestandosi a 1,472.
Dovemmo strabuzzare gli occhi? No, perche' gli stessi occhi li utilizziamo per renderci conto che ad una percentuale cosi' consistente non corrisponde niente di particolare. Consapevoli che dal prezzo della benzina dipende gran parte dei prodotti di consumo che acquistiamo, nonche' dei servizi che utilizziamo, non ci sembra di vedere altrettanti diminuzioni in questi ambiti. Anzi. Questo vuol dire che i vantaggi di questo calo stanno andando ad esclusivo vantaggio di produttori ed erogatori di servizi (pubblici o privati che siano) e che l'anello finale dei sistemi di consumo e dei servizi -consumatore e utente- continua a non essere soggetto alle leggi di mercato, ma solo a quelle della speculazione di servizi e prodotti che, in diversi casi, sono ancora erogati in regime di monopolio o falsa concorrenza (in quest'ultimo caso, soprattutto quelli controllati dalla Pubblica amministrazione, essenzialmente locale e regionale).
Niente di nuovo, per carita'.
Sudditi eravamo e sudditi continuiamo ad essere.
Se poi pensiamo ai prezzi del barile del petrolio che oggi sono piu' che dimezzati rispetto a luglio, non illudiamoci: quando questi prezzi avranno un riflesso sui loro prodotti energetici raffinati, il solito anello finale non ne risentira' affatto; non e' mai accaduta una cosa del genere e non vediamo contesti e situazioni diverse per cui possa oggi/domani accadere.
Non solo. Ma se pensiamo ad altri Paesi, comunitari e non solo, con prezzi maggiori o minori di quelli nostri della benzina, lo “sconforto” e' ancora maggiore. Per esempio. Nei Paesi in cui i prezzi sono maggiori -tipo quelli scandinavi- a prezzo alto, soprattutto per la componente fiscale, corrispondono servizi pubblici “coi fiocchi”, soprattutto nel cosiddetto sociale. In Italia abbiamo la nostra schifosa quotidianita'. Nei Paesi in cui i prezzi sono minori -e anche di molto, come in Usa- abbiamo, pur senza le eccellenze sociali dei Paesi scandinavi, altrettanti servizi “coi fiocchi”, che magari -per il nostro esempio- dobbiamo pagare piu' che da noi, ma che conviene pagare vista la qualita' che corrisponde a questo pagamento e, sopratttuto, la possibilita' che abbiamo, in caso di insoddisfazione, di cercarne altri alternativi.
Il nostro, quindi, e' un Paese in cui, in qualunque contesto economico, la qualita' e' un'illusione. Perche'? L'elenco sarebbe lunghissimo e diverso rispetto ai singoli interessi e contesti. Ma e' un elenco che innegabilmente c'e' e che ognuno di noi e' in grado di stilare per conto proprio.
Qui non abbiamo intenzione di ulteriormente rincarare la dose, ma offriamo solo questa riflessione, che' ognuno la usi alla bisogna per arricchirsi ed avere maggiore consapevolezza e strumenti di analisi, riflessione ed azione.
 
 
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