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20 settembre 1870 - la breccia di Porta Pia
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
20 settembre 2016 16:39
 
 La breccia di Porta Pia! La fine del potere temporale del papato! Un grande servizio che la Storia ha reso alla Chiesa universale e a tutta la Società italiana e non solo.
Ma come tutti i grandi eventi, certo traumatizzanti, ma capaci di aiutare a migliorare la società in tutti i suoi aspetti, i “servi di Dio” non la presero bene. E specialmente quel pover’uomo del “servus servorum Dei”, il servo dei servi di Dio, uno dei titoli del pontefice romano, che a quel tempo era Pio IX, prigioniero della sua mentalità chiusa a ogni anelito di libertà civile e spirituale, come per esempio la libertà religiosa, da lui definita, con altre istanze della società moderna, una “pestilenza”. E pensare che aveva cominciato il pontificato, nel 1846, mostrando simpatia concreta per la causa dell’indipendenza italiana e per il liberalismo.

Mi pare perciò significativo che oggi, 20 settembre 2016, un suo successore, Francesco, sia ad Assisi per la cerimonia di chiusura dell’incontro di tre giorni fra i leader delle religioni mondiali sul tema: “Sete di pace. Religioni e culture in dialogo”- incontro promosso da diversi soggetti religiosi e civili, tra cui la Comunità di Sant’Egidio, in occasione del trentesimo anniversario della “Giornata di preghiera per la pace” del 27 ottobre 1986, voluta da papa Giovanni Paolo II.
Ma attenzione: l’abisso di mentalità, che oggettivamente esiste tra quella di Pio IX e quella dei suoi successori nel pieno del XX secolo e all’inizio del XXI, non deve essere usato per mettere gli uni contro l’altro. Anzi, bisogna ricordare che fu proprio Giovanni Paolo II a beatificarlo nel 2000, sottolineando una caratteristica della chiesa cattolica forse incomprensibile per chi la guarda dall’esterno, cioè quella di privilegiare la continuità rispetto a qualsivoglia frattura.

Comunque oggi, mentre ad Assisi si sancisce un’altra volta la vicinanza tra i credenti delle diverse religioni mondiali per la causa sacrosanta della pace, troviamo il tempo di celebrare, anche, laicamente, la presa di Roma del 20 settembre 1870, (che purtroppo pacifica non fu e causò dei morti su ambo i fronti), augurando alla città “caput mundi” e a tutti noi di scegliere un modo di vivere rispettoso delle leggi, tollerante nei confronti dei vicini, italiani di nascita e non, libero dai viluppi della corruzione e della mentalità mafiosa, aperto verso tutto ciò che ci può far migliorare, materialmente e moralmente, come singoli individui e gruppi sociali.
 
 
 
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