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BANCHE - OVVERO: UNA POSSIBILE DIAGNOSI DI SCHIZOFRENIA
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
15 novembre 2004 0:00
 
Sul quotidiano "La Repubblica" del 9 novembre mi sono imbattuta in due articoli che sono interconnessi e, secondo me, forniscono materia per una seria riflessione.

In prima pagina, un titolo annuncia "Conti correnti, banche condannate", rimandando a pagina 9, tutta occupata dalla notizia che "la Cassazione condanna le banche" a "restituire gli interessi illecitamente percepiti sui conti in rosso". E' il definitivo rigetto dell'anatocismo, parolaccia pressoche' impronunciabile che viene dal greco e significa, in pratica, "interesse sull'interesse".
Questa pratica che, a quanto leggo, le banche hanno difeso con le unghie e con i denti appellandosi agli "usi" vigenti nel sistema bancario, consiste nel capitalizzare gli interessi passivi e farci pagare sopra nuovi interessi. Faccio un esempio per chiarezza, traendolo dallo stesso quotidiano. Ai primi dell'anno la banca presta mille euro a un suo cliente al 10% di interesse annuo; se il pagamento degli interessi fosse fatto alla fine dell'anno, il debitore dovrebbe restituire 1100 euro (1000 euro prestati piu' 100 di interessi). Invece, essa fa pagare gli interessi trimestralmente e quindi ogni trimestre viene addebitato un quarto di quel 10% di interessi, sul quale si richiede di nuovo il 10% annuo. Cosi', alla fine dell'anno, il debitore si trovera' ad aver pagato non il 10% ma il 10,38% di interessi.
Certo che questo '"uso" ha una bella storia dietro di se', se lo troviamo vietato da Giustiniano (482-565), l'imperatore d'Oriente famoso per aver fatto raccogliere e riordinare le leggi romane in quel "Corpus juris civilis", che e' ancora cosi' importante per il nostro diritto moderno.

Con un titolo ancora piu' vistoso nella prima pagina della cronaca di Firenze, invece, si annuncia che "Il Monte finanziera' la moschea", notizia ripresa a pagina III, con nuovo titolo a cinque colonne che dice: "Mps finanzia moschea e museo ebraico", e mette in evidenza l'entita' globale dello stanziamento della Fondazione del Monte dei Paschi di Siena (MPS) e il numero dei progetti religiosi, culturali e sportivi che finanziera' o co-finanziera': 145 milioni di euro per 836 progetti.
Il grande rilievo dato al co-finanziamento del progetto per la moschea e il Centro islamico di Colle Val d'Elsa, si giustifica piu' per la sua valenza morale che per l'entita' dello stanziamento che, coi suoi 300.000 euro, non rappresenta neppure l'impegno singolo piu' rilevante della Fondazione. E in tal senso vanno infatti le dichiarazioni degli interessati, che parlano di "attenzione al dialogo religioso e al pluralismo" (cosi' il presidente della Fondazione MPS) e di "un atto di altissima civilta' che dimostra una volta di piu' che ci troviamo in un paese di diritto e tolleranza, siamo appoggiati e aiutati" (cosi' l'imam di Colle).
Come entita', infatti, e' molto piu' rilevante lo stanziamento di 970.000 euro per "i lavori di scavo per la costruzione di un seminario nell'arcidiocesi di Leopoli in Ucraina impegnata in un faticoso processo di ricostruzione sociale ed economica". Altre cifre precise dichiarate riguardano i 50.000 euro per il museo ebraico della Sinagoga di Firenze, i 100.000 euro per la ludoteca dell'ospedale pediatrico "Meyer" di Firenze e il milione di euro per l'associazione Palasport; per il resto si parla di "finanziamenti" (specie nelle province di Siena e Grosseto) a parrocchie e diocesi cattoliche, a progetti delle universita' e della Regione Toscana, nonche' alla Chiesa anglicana di Firenze, alla Tavola Valdese e alla Fondazione ebraica di Milano. In breve, per dirla con l'articolista, "un mulinare di risorse senza paragoni nella regione ... ".

In tutti e due gli articoli, come salta agli occhi, si parla di banche.

La BANCA CATTIVA nel primo articolo, che torchia il cliente debitore (e neppure vuol sapere quali e quanti effetti negativi, se non tragici, puo' causare alla sua vita personale e famigliare e, di riflesso quanto malessere inoculare nella societa'); la BANCA BUONA nel secondo articolo, che, tramite la sua "Fondazione" regala denaro a piene mani e dichiara di avere a cuore il dialogo religioso e il pluralismo culturale, in una parola una serena convivenza fra la gente.
In realta', sempre solo e soltanto, UN'UNICA BANCA (ATTENZIONE: IL NOME NON E' IMPORTANTE!), nei cui confronti ci si puo' ragionevolmente chiedere se non soffra di SCHIZOFRENIA. E la schizofrenia, la dissociazione della personalita', si sa, non e' una gran bella cosa.
Che senso ha, mi chiedo, finanziare progetti volti a far godere un maggiore benessere (fisico, morale, culturale ecc.) a persone sconosciute, quando in precedenza ci siamo approfittati delle persone conosciute che si sono rivolte a noi per avere un aiuto e un consiglio, esigendo da loro interessi usurai, appunto, oppure rifilando nei loro "portafogli" titoli che scottavano (vedi i bond argentini, Cirio, Parmalat, ecc.), o indicando loro "vie" al risparmio che definire impervie e' gia' un complimento? Come si fa a dire che ci preme la convivenza pacifica fra la gente, quando proprio col nostro operare si e' contribuito a creare un'alta dose di insicurezza, che rappresenta uno dei motivi piu' forti dell'aggressivita' e dell'inimicizia? Perche' se io, piccola persona comune, mi vedo eroso o annullato il gruzzolo che tengo da parte in vista dell'acquisto di una casa, degli studi dei figli o delle necessita' della vecchiaia, proprio da chi dovrebbe aiutarmi a tutelarlo, sia pure (anzi, a maggior ragione), nell'attuale difficolta' della salvaguardia del risparmio, che cosa potro' fare, impulsivamente, atavicamente, direi, se non prendermela con chi ha colore della pelle, lingua o religione diversa e "ci viene a rubare il lavoro" e magari la casa popolare?

La cosa interessante e' che molte banche nacquero diversi secoli fa come "Monti di Pieta', "con lo scopo di sottrarre al flagello dell'usura i ceti piu' deboli, attraverso la corresponsione di piccoli prestiti su pegno" (informativa storica del Banco di San Paolo di Torino che risale cosi' al 1579). Lo stesso Monte dei Paschi di Siena, la piu' antica banca italiana, nacque nel 1472 "per dare aiuto alle classi piu' disagiate della popolazione in un momento particolarmente difficile per l'economia locale"; una cosa analoga si puo' dire anche delle Casse di Risparmio almeno in Toscana; quella di Firenze, ad esempio, fu istituita "nel 1829, quando 100 cittadini, per autonoma iniziativa costituirono, come societa' privata, la "Societa' della Cassa di Risparmio", "al fine di favorire la formazione del risparmio e la previdenza nelle classi meno agiate". (E va notato che, pur prestando denaro a tassi d'interesse bassi, e pur remunerando discretamente i piccoli depositi di risparmio, tutti questi istituti non ci rimettevano affatto, ma, anzi, ne traevano buoni guadagni).
Inoltre, queste banche erano in qualche modo collegate a istituti di beneficenza rivolti agli strati della popolazione piu' poveri ed esposti agli abusi, e per statuto, dovevano dare loro adeguato sostegno finanziario. E se la parola "beneficenza" puo' far venire i brividi a qualcuno (a cominciare da me), bisogna ricordare le epoche in cui queste strutture si formarono, e riconoscere che, al di la' delle loro dichiarazioni che ai nostri orecchi possono suonare moralistiche, nella realta' dei fatti, istituendo scuole artigianali o professionali, fornendo di dote le ragazze povere, ecc., esse raggiungevano un obiettivo oggettivamente economico e sociale, DANDO in qualche modo AUTONOMIA ALLE PERSONE, e cosi' ASSICURANDO, DI RIFLESSO, UNA MAGGIORE TRANQUILLITA' ALLA SOCIETA' nel suo insieme. Infatti, tenere o respingere nella precarieta', nella poverta' o, peggio, nella miseria, un grande numero di persone non e' un'operazione intelligente a nessun livello. Mortificare, o peggio, calpestare la dignita' degli INDIVIDUI, le loro capacita' di iniziativa, la loro intima necessita' (prima che desiderio) di esprimersi in autonomia, di crearsi con le proprie forze quel minimo di agio richiesto dall'epoca e dal luogo in cui si trovano a vivere, e' un errore gravissimo, e gravido di effetti indesiderati anche, e direi soprattutto, per i governanti e i ricchi.
Ma la cosa per me piu' importante e' proprio L'ATTIVITA' CREDITIZIA di queste istituzioni, perche' essa, strappando dalle grinfie degli usurai chi aveva pochi soldi, dimostrava a queste persone che potevano essere ugualmente "padrone di se'", potevano vedere premiata l'iniziativa personale sia pure espressa nella semplice "propensione al risparmio", potevano, soprattutto, sentirsi rispettate nella propria dignita' di individui autonomi -e cio' con ricadute positive sulla societa' nel suo complesso. E tutto questo -lo ripeto- in un'ottica imprenditoriale, dove la banca aveva pure il suo guadagno.
Banche del genere sembra che non ce ne siano piu': pure i numerosi santi, che col loro nome garantivano questa attenzione intelligente verso gli strati piu' modesti della popolazione, sono diventati societa' per azioni, e, in quanto tali, per definizione, interessate al costante incremento del puro profitto da realizzare anche vendendo "prodotti" di dubbio valore per gli acquirenti, la qual cosa crea tra gli impiegati piu' sensibili non pochi problemi di coscienza.
Ma anche se da queste banche risulta scomparsa l'attivita' di vero sostegno del piccolo risparmio, esse tengono a ribadire un'immagine benefica di se' mediante la distribuzione di finanziamenti a questo o a quel progetto sociale, culturale, sportivo o religioso. Se le cose stanno cosi', mi domando se non sia il caso di definire queste distribuzioni degli "specchietti per le allodole". Ma: ci sono ancora allodole in giro? O non si sono stufate, decidendo di rispedire gli specchietti al mittente?
Perche' se tante banche hanno dimenticato le ragioni primarie della loro nascita, queste ragioni continuano a sussistere - eccome!. E prova ne e' il successo di una proposta come quella di BANCA ETICA (clicca qui), che tuttavia, per una serie di motivi, non e' ancora fruibile da parte di molta gente. Eppure c'e' e funziona, e gia' questo e' un bene, a dimostrazione che si puo' ancora concepire ed esercitare il credito in modo non ostile alla gente comune. E questo puo' anche aiutare a non lasciarsi sopraffare dal fatalismo e a denunciare questa schizofrenia bancaria, la' dove essa emerge, quanto meno facendo sapere ai vertici delle aziende interessate che alle nostre narici i loro "fiori all'occhiello" sanno di marcio.

LINK SULLE NOTIZIE STORICHE DELLE BANCHE CITATE
- Cassa di Risparmio di Firenze clicca qui
- Istituto bancario San Paolo di Torino clicca qui
- Monte dei Paschi di Siena clicca qui
 
 
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