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BUON COMPLEANNO, KRISHNAMURTI
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
15 maggio 2006 0:00
 
Sono una specie di cervellino elettronico dei compleanni; anche di quelli delle persone che, si dice, non ci sono piu' (poi, vai a sapere se e come cio' sia vero). E' cosi' che mi accorgo che oggi, 12 maggio 2006 ricorre il centoundicesimo anniversario della nascita di Krishnamurti, avvenuta, secondo il computo occidentale, appunto, il 12 maggio 1895 a Mandanapalle, in India, un piccolo paese tra Madras e Bangalore.
E allora: "Buon compleanno, Krishnamurti. E grazie di esserci (stato). Grazie per la tua amicizia verso le persone che hai incontrato direttamente o che continui a incontrare attraverso la lettura di cio' che hai scritto e detto, e insieme con le quali intendi indagare sulla realta' della vita, non da maestro o da guru, ma da amico, appunto, perche' ciascuna di esse, con le sue forze, con la sua mente e col suo cuore, si renda conto della propria, diretta responsabilita' nei confronti di se stessa, di tutta l'umanita', del mondo intero".
Per festeggiare, rileggo una sorta di parabola, che Krishnamurti, a quanto ho visto, amava ripetere; la rileggo e la offro qui in lettura nella versione e nell'inquadratura datale nell'ultimo diario
(A se stesso), scritto all'eta' di 88/89anni. La faccio seguire dal brano iniziale del discorso fatto in Olanda il 2 agosto 1929, quando Krishnamurti sciolse l'"Ordine della Stella", un'organizzazione spirituale istituita in ambito teosofico nel 1911 per annunciare la venuta del Maestro del Mondo e di cui lo stesso Krishnamurti, allora sedicenne, era stato riconosciuto e nominato guida; all'inizio di quel discorso, infatti, vi e' il primo abbozzo della parabola e una spiegazione piu' ampia del suo significato. (Le ampie citazioni sono rese possibili dal cortese permesso della casa editrice Astrolabio-Ubaldini di Roma, che si ringrazia sentitamente).

1. Da: Krishnamurti, A se stesso, Ubaldini ed., Roma 1990, p. 79s.

Sabato 23 aprile 1983

Le nuvole sovrastano ancora le colline, la valle e le montagna. Ogni tanto il cielo si apre e il sole filtra brillante, luminoso, ma presto scompare. E' piacevole una mattina come questa: mite, fresca, con tutto il mondo verdeggiante attorno a te. Quando verra' l'estate, il sole brucera' tutti i verdi pascoli, i prati della vallata saranno inariditi, secchi, e l'erba di un verde lucente sara' scomparsa. In estate, tutta la freschezza sparisce.
Sono piacevoli queste mattine tranquille. Gli aranci sono cosi' lucenti e le foglie, di un verde scuro, risplendono. Nell'aria c'e' il profumo dei fiori d'arancio, forte, quasi soffocante. Vi e' un'altra varieta' di arance che maturano piu' tardi, prima del caldo estivo. Adesso sull'albero ci sono contemporaneamente le foglie verdi, le arance e i fiori. E' un mondo meraviglioso e l'uomo e' cosi' indifferente di fronte a esso: rovina la terra, i fiumi, le baie, i laghi.
Ma lasciamoci dietro tutto questo e camminiamo lungo uno stretto sentiero, su fino alle colline dove c'e' un ruscelletto che tra poche settimane sara' in secca.
Cammini con un amico lungo un sentiero, ogni tanto parlate, guardate tutte le tonalita' di verde. Che varieta': dal verde piu' chiaro, il verde acqua e forse anche piu' chiaro, piu' sull'azzurro, ai verdi scuri, carichi, pieni della propria ricchezza.
E mentre salite insieme lungo il sentiero, cercando di camminare uno accanto all'altro, ti capita di raccogliere qualcosa di affascinante, stupendo e scintillante, un gioiello di straordinaria bellezza e antichita'. Sei sorpreso di trovarlo su quel sentiero segnato da molti animali e percorso soltanto da poche persone. Lo guardi con grande sorpresa. E' lavorato in maniera cosi' fine e complessa che nessun gioielliere avrebbe potuto farlo. Lo tieni in mano un po', stupito, in silenzio. Poi lo metti con molta attenzione nella tasca interna, che abbottoni, e sei quasi terrorizzato all'idea che vada perso o che perda la sua bellezza brillante e splendente. E metti la mano nella tasca che lo contiene. L'altro ti vede e nota che il tuo viso e i tuoi occhi hanno subito un notevole cambiamento. C'e' una specie di estasi, uno stupore senza parole, un eccitamento senza respiro.
Quando l'uomo ti chiede: "Cos'hai trovato che ti rende cosi' esultante?", tu rispondi con voce calda e gentile (ti sembra strano udire la tua voce) che hai raccolto la verita'. Non vuoi parlarne, sei schivo; il parlarne stesso potrebbe distruggerla.
E l'uomo che ti cammina accanto si irrita perche' tu non parli liberamente con lui, e dice che, se hai trovato la verita', bisognerebbe scendere a valle e organizzarla in modo che altri la capiscano, che altri l'afferrino e, forse, vi trovino aiuto. Non rispondi, ti spiace di avergliene parlato..

Gli alberi sono in piena fioritura. Anche quassu', nella leggera brezza che sale da valle senti il profumo dei fiori d'arancio, guardi la vallata e vedi tanti aranci, senti l'aria calma, immobile, senza respiro. Ma ti sei imbattuto in una cosa preziosissima e che non puo' essere raccontata a un altro. Qualcuno potrebbe trovarla, ma tu ce l'hai, la tieni stretta e l'adori [.].

2. Da: Krishnamurti, Liberta' totale, Ubaldini editore, Roma 1998, p. 15s.

[La verita' e' una terra senza sentieri
Lo scioglimento dell'Ordine della Stella (Ommen, Olanda, 2 agosto 1929)]

Questa mattina esamineremo lo scioglimento dell'Ordine della Stella. Alcuni ne saranno contenti, e altri rattristati. Non e' un'occasione di allegria ne' di tristezza perche', come spieghero', e' inevitabile.
Ricorderete la storia del diavolo e un suo amico che, camminando, vedono un uomo chinarsi, raccogliere qualcosa da terra e metterselo in tasca. L'amico chiese al diavolo: "Che cosa ha raccolto?". "Un pezzo di verita'", rispose il diavolo. "Un brutto affare per te", disse l'amico. "Per niente!", rispose il diavolo, "Aspettero' che la organizzi".
Ritengo che la Verita' sia una terra senza sentieri e che non si possa raggiungere attraverso nessuna via, nessuna religione, nessuna scuola. Questo e' il mio punto di vista, e vi aderisco totalmente e incondizionatamente. Poiche' la Verita' e' illimitata, incondizionata, irraggiungibile attraverso qualunque via, non puo' venire organizzata, e nessuna organizzazione puo' essere creata per condurre o costringere gli altri lungo un particolare sentiero. Se lo comprenderete, vedrete che e' impossibile organizzare una 'fede'. La fede e' qualcosa di assolutamente individuale, e non possiamo e non dobbiamo istituzionalizzarla. Se lo facciamo diventa una cosa morta, cristallizzata; diventa un credo, una setta, una religione che viene imposta ad altri. E' quello che tutti cercano di fare in tutto il mondo. La Verita' viene svilita e resa un giocattolo per persone deboli o solo momentaneamente insoddisfatte. Non possiamo 'abbassare' la verita', ma piuttosto sforzarci di 'salire' noi a essa. Non possiamo far scendere a valle la cima della montagna. Se vogliamo raggiungere la cima dobbiamo lasciare la valle e salire il versante, senza timore dei pericolosi precipizi. Dobbiamo salire individualmente verso la Verita', che non puo' venire 'abbassata' per noi o organizzata per noi. Sono le organizzazioni che propongono un'idea, ma l'organizzazione non fa che risvegliare l'interesse dentro di noi. Se l'interesse non nasce dall'amore per la Verita' stessa, ma passa soltanto attraverso l'organizzazione, non ha alcun valore. L'organizzazione diventa uno schema in cui i membri trovano una loro collocazione. Non si ricerca piu' la Verita', non si mira piu' alla vetta, ma ci si scava una comoda nicchia in cui collocarsi o in cui farsi collocare dall'organizzazione, pensando che sara' l'organizzazione a condurci alla Verita' [...].

NOTA
Si ringrazia la Casa editrice Astrolabio-Ubaldini di Roma per il permesso accordato alla citazione dei brani da: KRISHNAMURTI, A se stesso-L'ultimo diario, Ubaldini ed., Roma 1990, p. 78s. e
da: KRISHNAMURTI; Liberta' totale, Ubalidini, ed. Roma 1998, p. 15s..

JIDDU KRISHNAMURTHI, nato a Madapanalle, fra Madras e Bangalore -India- il 12 maggio 1895, mori' a Ojai, in California, il 17 febbraio 1986. Non e' facile dire chi e' (stato) Krishnamurti. E' una persona senz'altro enigmatica, che per una sessantina di anni ha percorso il mondo dall'India all'Europa alle Americhe intessendo, con chi lo andava ad ascoltare, un dialogo profondo sulla vita, l'intelligenza come sensibilita', la liberta'. L'unico modo per farsene un'idea e' leggere i suoi scritti e le sue conversazioni che in Italia sono per lo piu' pubblicate da Astrolabio-Ubaldini (clicca qui)
. Per i testi in lingua originale (inglese) un riferimento e' clicca qui,
 
 
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