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Buon Natale (comunque lo intendiate)
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
24 dicembre 2013 17:41
 
  Sarà forse per uno sciocco sentimentalismo, ma in questi ultimi giorni ho avvertito un certo rammarico per non avere preparato niente da mettere online come augurio di Natale 2013.
Finché proprio stamani, 24 dicembre, mi è venuta in mente la poesia di Giovanni Pascoli che adesso sta al secondo posto. E’ intitolata Le ciaramelle, fa parte dei Canti di Castelvecchio pubblicati nel 1903, ed è una delle numerose poesie di questo nostro grande poeta un po’ dimenticato che io ho imparato a memoria quando facevo le scuole elementari (un bel po’ d’anni fa!).
Rileggendola col senno di persona anziana, ho trovato particolarmente interessanti le ultime due strofe: forse ci suggeriscono un motivo per comprendere come mai in questo periodo, tutto scandito all’insegna di riverberi luminosi e di canti gioiosi, vi sia sullo sfondo una incancellabile malinconia.
Ma … una poesia tira l’altra, e poco fa mi si è delineato nella mente un altro Natale poetico, questa volta di  Giuseppe Ungaretti. E’ una breve composizione, che mi è sempre stata cara dalla prima volta che la lessi; si intitola proprio Natale ed è datata “Napoli, 26 dicembre 1916” (è nella raccolta “L’allegria” – 1914-1919).

Propongo anche questa, e la metto al primo posto per due ragioni: la prima è perché è parecchio più breve della composizione di Pascoli contenuta nei “Canti di Castelvecchio” (1903); la seconda è perché mi pare che in questo modo chi legge possa valutare al meglio la distanza che c’è nel poetare dei due artisti. Nell’arco di pochi anni (circa 1903-1916) è avvenuto un cambiamento epocale nel modo di esprimersi (forse anche di sentire!?). Non è che una poesia sia migliore dell’altra; oltre tutto l’atmosfera di fondo a me pare molto simile. Ma si è operata (o quanto meno si sta operando) una trasformazione radicale. Osservo tutto ciò, perché mi aiuta a capire le trasformazioni di oggi, che a volte mi sono difficili anche solo da registrare, e quindi mi aiuta a stare aperta al presente e a farne la mia casa attuale, con tutte le apparenti scomodità che comporta.

E dunque, Buon Natale, a chi passa di qua e si ferma a leggere queste poesie. Comunque lo si intenda, alla base del Natale c’è indiscutibilmente un nuovo che nasce e vuole essere ascoltato e accolto.


Giuseppe Ungaretti (1888-1970)
Natale
(Napoli, il 26 dicembre 1916)

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare




Giovanni Pascoli (1855-1912)

Le ciaramelle

Udii tra il sonno le ciaramelle,
ho udito un suono di ninne nanne.
Ci sono in cielo tutte le stelle,
ci sono i lumi nelle capanne.

Sono venute dai monti oscuri
le ciaramelle senza dir niente;
hanno destata ne' suoi tuguri
tutta la buona povera gente.

Ognuno è sorto dal suo giaciglio;
accende il lume sotto la trave;
sanno quei lumi d'ombra e sbadiglio,
di cauti passi, di voce grave.

Le pie lucerne brillano intorno,
là nella casa, qua su la siepe:
sembra la terra, prima di giorno,
un piccoletto grande presepe.

Nel cielo azzurro tutte le stelle
paion restare come in attesa;
ed ecco alzare le ciaramelle
il loro dolce suono di chiesa;

suono di chiesa, suono di chiostro,
suono di casa, suono di culla,
suono di mamma, suono del nostro
dolce e passato pianger di nulla.

O ciaramelle degli anni primi,
d'avanti il giorno, d'avanti il vero,
or che le stelle son là sublimi,
conscie del nostro breve mistero;

che non ancora si pensa al pane,
che non ancora s'accende il fuoco;
prima del grido delle campane
fateci dunque piangere un poco.

Non più di nulla, sì di qualcosa,
di tante cose! Ma il cuor lo vuole,
quel pianto grande che poi riposa,
quel gran dolore che poi non duole;

sopra le nuove pene sue vere
vuol quei singulti senza ragione:
sul suo martòro, sul suo piacere,
vuol quelle antiche lagrime buone!


Nota:
Per Giovanni Pascoli c'è un sito importante e fondamentale:  quello della Fondazione Pascoli 
Per Giuseppe Ungaretti non mi è riuscito di trovare niente di analogo (se qualcuno ha più abilità e fortuna di me, mi avverta. Grazie).

 
 
 
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