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CON CONFUCIO ... OVVERO: UNA NOBILE PULCE NELL'ORECCHIO
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
1 novembre 2004 0:00
 
La traduzione che ho appena terminato, mi ha aperto tante finestre su altrettanti paesaggi, molti dei quali poco noti o addirittura del tutto ignoti.
Fra i molteplici regali che ho ricevuto, desidero trasmetterne almeno una piccola eco, anche per festeggiare il quarto compleanno della "pulce nell'orecchio".
A mettere una signora pulce nei nostri orecchi alquanto sordastri, specialmente a certi argomenti, lascio che sia CONFUCIO, il saggio cinese che visse nel VI secolo avanti l'era volgare (o avanti Cristo, come dir si voglia), quindi 2500 anni fa, il quale, fra l'altro, scrisse un'opera che s'intitola "LUNJU" - in italiano, "DIALOGHI".
Ecco un piccolo mosaico su un tema che mi pare non abbia perso di attualita' nel corso di tutti questi secoli.

"Il Maestro (Confucio) disse: 'La persona di animo nobile e' di ampie vedute e imparziale; la persona dappoco e' limitata e parziale'" (2,14).

"Il Maestro disse: 'La persona di animo nobile tiene alla benevolenza, la persona dappoco agli agi; la persona di animo nobile tiene all'imparzialita', la persona dappoco al favore'" (4,11).

"Il Maestro disse: 'La persona di animo nobile conosce il senso della giustizia, la persona dappoco il profitto" (4,16).

Mentre si trovavano nel Regno di Chen i discepoli di Confucio, esaurite le provviste, si ammalarono al punto di morire di fame. Tzu-lu ando' dal Maestro e disse indignato: "Possibile che anche la persona di animo nobile debba subire tante privazioni?" Il Maestro disse: "La persona di animo nobile subisce tante privazioni con fermezza, e' la persona dappoco che se ne lascia sopraffare" (15,2).


NOTA
I brevi stralci sono tratti dai "Dialoghi" (i numeri fra parentesi indicano il capitolo e il versetto). In italiano vi sono diverse edizioni; io ne conosco due, quella della UTET curata da F. Tomassini e L. Lanciotti (prima edizione nel 1974), e quella recentissima, del 2003, di Einaudi, a cura di Tiziana Lippiello, col testo cinese a fronte e un prezzo contenuto (¤10,50).
Sara' perche' le lingue (tutte, anche quelle che non potro' mai imparare a decifrare) esercitano su di me un fascino speciale, che mi sento contenta di vivere di questi tempi, peraltro difficili. Trovo, infatti, che e' una cosa bellissima che anche le persone comuni possano affacciarsi direttamente, sia pure da semplici spettatrici, a cio' che, sino a pochissimo tempo fa, era esclusivo monopolio di esperti.
E poi, dopo essere stata quasi in contemplazione di questi "di-segni" sulle pagine dei "Dialoghi" di Confucio, in treno, davanti a un signore cinese che legge il suo giornale, mi scopro a scrutare quegli stessi segni, cercando quel paio (si', proprio due di numero) che ho imparato a decifrare, e sento meno estranea la sua presenza.
 
 
LA PULCE NELL'ORECCHIO IN EVIDENZA
 
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