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DELLA SERIE: MI CHIAMA RAI 3 . OVVERO: CRONACA SEMISERIA DI UNA PICCOLA AVVENTURA NON CERCATA
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
15 ottobre 2005 0:00
 
Una mattina di meta' settembre squilla il telefono. All'altro capo del filo, una voce (giovane) di donna mi chiede se sono proprio io. Ma certo che si'; io, "pirsonalmente di pirsona" - come fa dire Camilleri allo stralunato agente Catarella.
La signora dice di essere di RAI 3. al che io chiedo: "Radio o televisione?" Televisione, naturalmente. La trasmissione di Corrado Augias verso l'una.. e nell'inflessione della voce c'e' come la domanda: "non la vede?". "Non ne so niente" faccio io, "non ho la televisione". Un attimo di silenzio stupefatto, rotto da un semplice "Ah!", e poi la signora, rispettosamente cordiale, mi spiega che il detto Augias intende fare una trasmissione sull'otto per mille; lei e' stata incaricata di raccogliere del materiale e, andando su Internet, ha trovato spesso il mio nome. Annapaola Laldi oggi, Annapaola Laldi, domani. e pure domani l'altro. Alla fine si sono detti: ma chi e' questa Annapaola Laldi?! Ed eccola qui, a farmi qualche domanda d'assaggio sul tema. Vuole sapere, in primis, perche' scrivo sul sito dell'ADUC. Sono giornalista? Collaboratrice dell'ADUC?
Glielo spiego piu' o meno cosi': "Dell'ADUC sono socia, ma lo spazio su questo sito lo devo più che altro alla mia amicizia (ormai piu' che trentennale) col suo presidente, Vincenzo Donvito. Nel 2000 mi venne voglia di scrivere. e anche di leggermi e di farmi leggere, e pensai a Vincenzo, al quale chiesi se poteva ospitare quello che avrei scritto, e lui, con la consueta generosita', mi disse di si'. Nacque cosi' 'La pulce nell'orecchio', un'espressione libera in tutti i sensi. Se dura da 5 anni e' perche' continuo a divertirmi, essendo il 'principio piacere' alla base di questa attivita'".
La seconda domanda riguarda il mio interesse per l'otto per mille. Anche qui la risposta e' estremamente semplice: "Un giorno della primavera del 2001, mentre preparavo il "730", e stavo per apporre la firma sul modulo dell'OPM, mi sono fermata e mi sono fatta quella che per me e' la massima domanda esistenziale: 'Ma che cosa sto facendo?'. E da li' ho cominciato a cercare e ad appassionarmi".
Rotto il ghiaccio, la signora mi ha fatto altre domande piu' specifiche sull'argomento, e ho potuto notare che aveva le idee chiare su molte cose, capiva quali erano i nodi del problema e, cosa molto seria ed encomiabile, aveva rifatto alcuni conti dell'OPM statale, verificando che le mie tabelle erano esatte.
Alla fine, la domanda fatidica, posta in modo molto simpatico: "Senta, Lei non ha la televisione. Ma ci verrebbe in televisione?". E ho risposto di si', perche' mica ce l'ho con la televisione; non avere il televisore e' una scelta di salvaguardia della mia salute mentale e della liberta' di disporre i mobili come pare a me e non all'ingombrante scatola parlante; tutto qui. "Bene", replica lei, "riferiro' di questa conversazione ad Augias, e poi La richiamero'".
Circa una settimana dopo, mi richiama per invitarmi in trasmissione, in cui sarei presentata come una "semplice contribuente", che e' proprio la verita', e una "esperta super partes". All'inizio doveva essere in diretta (il 10 ottobre), poi, invece, per arcani motivi di palinsesto, sara' in differita il 18 ottobre (RAI 3, ore 12,45 circa -ma non mi chiedete come si chiama il programma perche' non l'ho memorizzato neppure mentre ero nello studio a registrare.

I pochi amici messi a parte della cosa vanno in brodo di giuggiole, e si divertono come pazzi a immaginare che cosa posso dire.
Le mie giovani amiche M. e B. hanno subito da pontificare. Che io sia esperta, dicono, va bene, ma che sia super partes.. beh, hanno parecchio da obiettare. Pero' concordano col fatto che tengo ben separate le informazioni dalle opinioni. E questo e' l'essenziale.
Una sera, da loro, ho fatto delle risate di cuore, che da tanto, troppo tempo non facevo.
Loro volevano venire a fare le "gemelle Kessler", col "dadaumpa", il loro babbo voleva accompagnarmi ed essere presentato in trasmissione come il mio amico tedesco "OTTO" di nome, e "PERMILLE" di cognome, che lui avrebbe pronunciato con perfetto accento tedesco. Insomma, questa cosa mi e' valsa una interruzione della routine, piacevole, ma anche faticosa. Perche' ho colto l'occasione per riordinare molto materiale, controllare tabelle, e quindi scoprire gli errori che immancabilmente sfuggono. Ma questo aspetto non fara' che portare un vantaggio a chi consultera' da qui in avanti la documentazione OPM sul sito dell'ADUC.

E si arriva al fatidico 9 ottobre, domenica, quando comincia l'avventura del signor Bonaventura. che sale sull'Eurostar in partenza da Firenze alle ore 17,53, prima classe offerta dalla RAI, e sbarca a Roma dopo appena un'ora e mezzo, e, per essere citrullo che piu' non si puo', si fa un'altra ora e mezzo di attesa di un taxi che lo porti nell'albergo prenotato dalla RAI.
E qui si situa forse il piu' grande insegnamento di tutta la vicenda. Perche' io, che non sono del tutto sprovveduta in fatto di viaggi, che ho a casa ben due carte stradali di Roma, una delle quali con l'indicazione dei mezzi pubblici -perche', mi chiedo ancora oggi, non le ho consultate, non me le sono portate dietro, e sono stata, come un sacco di patate, alla merce' delle indicazioni della seconda signora della RAI, che si occupa della logistica?
Perche', al limite, di fronte alla fila di cento persone che aspettavano un taxi alla stazione Termini, non sono andata a comprare un'altra carta di Roma o almeno a informarmi se potevo raggiungere la via dov'era situato l'albergo con un mezzo pubblico?
Solo l'indomani mattina, uscendo dall'albergo (offerto dalla RAI), ho scoperto che vi era la comoda linea "90", che fa capolinea proprio a Termini..
Grazie a un'amica, a cui ho proposto queste stesse domande, ho potuto scoprire che probabilmente mi ha giocato un tiro birbone proprio l'idea di viaggiare, una volta tanto, comodamente seduta in un taxi (offerto dalla RAI), che per le mie finanze, in effetti, non e' abbordabile.
Gia' ma per stare comodamente seduta in un taxi, mi sono fatta una scomoda coda di un'ora e mezzo. Ripeto un'ora e mezzo. Chiedo: si puo' essere piu' citrulle di cosi'? (Una cosa sola a mia discolpa: subito dietro di me, nella fila, c'erano un uomo e una donna molto simpatici, con cui mi sono piacevolmente intrattenuta. Come dire: la socializzazione prima di tutto).
La mattina dopo, era pronta la seconda trappola "comodita'", nei panni della magica "macchina aziendale". Mi avevano detto che la "DEAR" (la sede degli studi televisivi), pur essendo una diramazione della stessa via Nomentana, era molto lontana dall'albergo, e che sarebbe passata a prendermi, verso le 10,30, la macchina aziendale. Ma. alle 10,20 la signora della logistica mi chiama sul cellulare e mi avverte che dovro' attendere un'ora di piu'. Mi sento gelare. Stavo aspettando, in pratica, gia' da un paio d'ore, da quando cioe', dopo colazione, avevo fatto una giratina nei pressi, comprando il giornale e due biglietti del bus (non si sa mai). E adesso, un'altra ora? Ma siamo matti?
Dal portiere ho saputo che la "DEAR" era a un paio di chilometri, e che inoltre, avrei potuto prendere l'autobus della linea "60".
Ho fatto un colpo di mano: ho chiamato la signora e le ho detto che sarei arrivata coi miei mezzi. "Ma e' lontano..", mi dice quasi implorante. E a me e' scappata la frase fatidica: "Signora", le ho tuonato, "ho fatto 800 km per arrivare a Santiago de Compostela. Vuole che non riesca a farne due per arrivare da Lei?". Passo e chiudo (poi mi scusero' con la signora per la "vivacita'" del mio dire). E trionfalmente mi sono avviata giu' per la via Nomentana; il tempo era bello, l'aria quasi primaverile. Che bellezza! Ora si' che ero nel mio elemento.. Altro che scatoletta aziendale!

Arrivata a destinazione, sono stata introdotta in una comunissima sala d'aspetto con sulla porta denominata "Saletta VIP", dove sono stata messa a parte della "scaletta" della trasmissione, che poi e' stata puntualmente stravolta da Corrado Augias, il quale, per quello che ho percepito sul momento, non mi ha usato al meglio ( e non credo che vedere la trasmissione servira' a correggere questa impressione).

Comunque, un'esperienza tutto sommato simpatica da mettere nel mio archivio personale.
Mentre attendevo, con Maria Bonafede, moderatora della Tavola Valdese, ospite con me della trasmissione, nella suddetta saletta, e' arrivata un'altra signora con un documento da firmare: la liberatoria per la RAI di ogni eventuale futura richiesta da parte nostra. A questo proposito, mi pare giusto concludere col riepilogo dei "benefici" di cui ho usufruito: biglietti Eurostar 1.a classe Firenze-Roma e ritorno; pernottamento e prima colazione in un albergo a tre stelle; viaggio in taxi da Termini all'albergo, e dalla DEAR fino nei pressi della stazione Termini, corsa, questa, che ho condiviso con Maria Bonafede che ha l'ufficio nella zona. E se a questo punto qualcuno pensasse che mi sono dimenticata di citare un "buono mensa", devo dirgli che non c'e' nessuna dimenticanza; alla cena e al pranzo ho dovuto pensare da sola.
 
 
LA PULCE NELL'ORECCHIO IN EVIDENZA
 
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Direttore Domenico Murrone
 
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