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DUE EURO AUSTRIACI: MA CHI E' QUELLA SIGNORA? OMAGGIO A BERTHA VON SUTTNERPREMIO NOBEL PER LA PACE DEL 1905
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
1 marzo 2005 0:00
 
E' l'unica donna -a parte l'attuale regina dei Paesi Bassi- ad avere l'onore di essere effigiata sul verso di una delle monete coniate dai dodici Paesi che usano l'euro, e all'Austria va il merito di avere scelto, fra tutte le personalita' illustri che certo non le mancano, proprio lei, BERTHA VON SUTTNER, premio Nobel per la pace del 1905.
"In ricordo degli sforzi compiuti dall'Austria, per decenni, in favore della pace" e' la motivazione ufficiale di questa scelta, che penso si voglia riferire sia alla vitalita' del movimento per la pace austriaco ispirato e guidato proprio da Bertha von Suttner tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, sia al contributo che l'Austria ha senz'altro dato alla pace internazionale in qualita' di "Paese non allineato" durante la guerra fredda. Ma al di la' di una semplice celebrazione del passato, la scelta austriaca mi pare un invito a scoprire le radici della nostra realta' odierna e a renderci conto di quanto antichi e moderni ad un tempo siano tanti problemi che ci agitano: questo puo' essere un primo frutto che ci offre la riscoperta di questa donna e del contributo che ella ha dato alla causa della pace intesa come superamento della guerra attraverso organismi internazionali o sopranazionali. La stessa Unione Europea, di cui noi siamo cittadini forse troppo distratti e annoiati per renderci ben conto del dono (perfettibile, certo) che ci e' stato fatto, e' una di quelle istituzioni, che, nel volgere di un secolo, da ideale vagheggiato da pochi, e' diventata una realta' concreta, proprio come osservava Bertha von Suttner nel suo discorso per il conferimento del premio Nobel (clicca qui):
"A queste cose viene dato il nome di ideali finche' aleggiano ancora nel regno delle idee, ma eccole qui davanti a noi come progressi raggiunti non appena sono state tradotte in una forma visibile, viva e operativa".
E di tanti di questi "ideali" che sono stati poi tradotti "in una forma visibile, viva e operativa", Bertha von Suttner e' stata l'autorevole e appassionata sostenitrice o persino ideatrice: da quello di una Confederazione degli Stati europei, il cui progetto ella presento' con Moneta e Capper al Quarto Congresso mondiale per la pace di Berna, nel 1892, a quello della Corte permanente di arbitrato, che fu istituita all'Aja nel 1899, e che nel 1907 ricevette impulso dall'allora presidente degli Stati Uniti, Theodor Roosevelt, per finire con quello di un organismo che mantenesse a stretto e continuo contatto tutte le nazioni del mondo, come si realizzo' nella Societa' delle Nazioni del 1919 e poi nell'ONU nel 1947.
Oggi, per la maggior parte delle persone, Bertha von Suttner e' un'illustre sconosciuta, ma cento anni fa era una delle persone piu' note in Europa e negli Stati Uniti, e il premio Nobel per la pace, il primo conferito a una donna, fu senz'altro il giusto riconoscimento dell'infaticabile dedizione alla causa della pace "assicurata sul piano giuridico" a cui la nobile austriaca aveva consacrato la propria vita a partire dal 1889, quando un enorme successo internazionale arrise al suo romanzo Die Waffen nieder! (in italiano, Abbasso le armi!, 1897), che lei aveva scritto proprio per "essere utile alla Lega per la pace".
Ma il premio Nobel conferito alla baronessa, che i pacifisti avevano proclamato loro "comandante in capo", riconosceva implicitamente anche un altro, piu' segreto contributo alla causa della pace, vale a dire proprio l'apporto che ella aveva quasi sicuramente dato all'istituzione di questo stesso premio….
Perche' di Alfred Nobel, il chimico svedese famoso per l'invenzione della dinamite, che istitui' i cinque famosi premi che portano il suo nome, Bertha von Suttner fu buona amica per vent’anni, da quando questi due protagonisti della storia del loro tempo si incontrarono a Parigi in un modo singolare, che vale la pena di raccontare, e da cui prendero' le mosse per narrare il resto della sua vita.
Parigi, autunno 1875. A quanto racconta Ragnar Sohlman, che del chimico svedese fu l'ultimo assistente e uno degli esecutori testamentari, Nobel, che allora aveva 42 anni, "probabilmente per il fascino che su di lui aveva sempre esercitato Vienna e tutta la vecchia Austria, pubblico' su un giornale (viennese) un annuncio in cui 'un signore di una certa eta', ricco e molto colto, vivente a Parigi' diceva di cercare una 'signora esperta e di una certa classe, che conoscesse qualche lingua straniera disposta a fargli da segretaria e dama di compagnia'".
Fra le diverse risposte, che Nobel ricevette e analizzo', la scelta cadde su quella di una certa signorina BERTHA VON KINSKY, che esibiva ottime referenze, assicurava di parlare speditamente tre lingue e, cosa importantissima, di saper usare il nuovissimo ritrovato della tecnica, cioe' l'ultimo modello della macchina da scrivere Remington.
E cosi', poco dopo, una mattina presto, Alfred Nobel si trovo' in stazione ad attendere la signora anziana che si aspettava come governante, quando gli si paro' davanti una donna giovane e molto bella che rispose con stupore allo stupore di lui, perche' certamente neppure lui poteva definirsi "anziano".
Bertha von Kinsky aveva allora 32 anni, e fuggiva da Vienna per allontanarsi dalla casa dei baroni von Suttner, in cui era stata assunta qualche anno prima come istitutrice delle quattro figlie, ma dove si era anche innamorata -ricambiata- del loro fratello, Arthur Gundaccar. E questa era una cosa molto sgradevole per i suoi datori di lavoro, che evidentemente avevano altre (e alte) mire per il più giovane dei loro tre figli maschi. Non che Bertha von Kinsky non fosse alla loro altezza come nobilta', anzi. Il padre, Franz Joseph dei conti Kinsky von Chinic und Tettau, morendo settantaseienne qualche mese prima che lei nascesse a Praga il 9 giugno 1843, le aveva lasciato in eredita' un cognome nobile, e onorato da un lungo servizio dedicato all'imperial-regio governo nella vita militare e in quella civile; ma quell'altra eredita', quella concreta del denaro, non era mai stata solida e col tempo era venuta meno, sia a causa del tenore di vita che Sophia Wilhelmine von Koerner, rimasta vedova a 28 anni, aveva voluto garantire a se stessa e alla figlia, sia per la passione di Sophia per il gioco.
Oltre alla poverta', agli occhi dei von Suttner, un altro grave fattore giocava contro Bertha, e cioe' la sua eta': infatti, ella era di ben sette anni piu' vecchia di Arthur!
Una volta a Parigi, Bertha fu alloggiata in albergo, in attesa che fosse pronta la casa di Nobel in rue Malakoff, e, mentre si stava familiarizzando con il lavoro di segretaria, Nobel lascio' Parigi per recarsi d'urgenza a Stoccolma. Era passata appena una settimana dal suo arrivo nella capitale francese, ma ogni giorno, come racconto' poi lei stessa, era stata bombardata da lettere disperate di Arthur e delle sue sorelle, che la scongiuravano di tornare a Vienna, e fu cosi' che Bertha riparti' da Parigi, lasciando a Nobel un biglietto in cui si scusava per l'improvvisa partenza e lo avvertiva che il conto dell'albergo era gia' stato saldato. Dalle memorie di Bertha sappiamo che per saldare il conto e pagarsi il viaggio di ritorno aveva dovuto vendere un gioiello di famiglia. Alcuni mesi dopo, Nobel ricevette una lettera di Bertha che gli annunciava il suo matrimonio con Arthur von Suttner -matrimonio celebrato segretamente il 12 giugno 1876 in una chiesa della periferia di Vienna e seguito dalla fuga dei due sposi nel Caucaso, per l'esattezza in Mingrelia (attuale Georgia), dove una principessa conoscente di Bertha offri' loro un primo rifugio. Laggiu' i due sposi restarono nove anni, dando lezioni di lingue e di musica (Bertha aveva studiato canto con l'intenzione di diventare cantante lirica), leggendo insieme molti libri, tra cui L'origine delle specie di Charles Darwin, discutendo sull'educazione ricevuta, maturando insieme una nuova visione del mondo, e, credo che si possa dire tranquillamente, godendo la presenza l'uno dell'altra -perche', e fa piacere riconoscerlo, una volta tanto, questa sembra essere stata proprio una bella unione e tale rimase anche quando i due coniugi rientrarono a Vienna, nel 1885, perdonati dalla famiglia von Suttner che assegno' loro una delle sue residenze, quella di Harmannsdorf, vicino a Vienna.
Quell'anno stesso Bertha von Suttner, che aveva gia' scritto Es Loewos, una descrizione poetica della vita nel Caucaso col marito, quattro romanzi e Inventarium einer Seele (Inventario di un'anima) partecipo' al Congresso degli scrittori a Berlino, per soggiornare poi, nell'inverno 1886/87 a Parigi, dove incontro' di nuovo Alfred Nobel, col quale peraltro era rimasta in contatto epistolare, e che rivedra' solo una terza volta, in Svizzera nel 1892. E fu in quell'inverno parigino che Bertha von Suttner senti' parlare per la prima volta di societa' per la pace e di Corte di arbitrato….
Ai primi del 1889 pubblico' Das Maschinenzeitalter (L'era delle macchine), in cui e' contenuta una forte critica al nazionalismo esasperato e alla corsa agli armamenti. Subito dopo e' la volta di Die Waffen nieder! (Abbasso le armi! o, come non solo a me pare meglio, perche' sa meno di slogan: Giu' le armi!), che, come gia' detto all'inizio, dette fama internazionale all'autrice, cosa che la spinse a diventare, col marito, una delle anime piu' appassionate nella lotta per la pace tra le nazioni e i popoli, non solo in Europa ma ovunque nel mondo (molto interessanti sono i suoi articoli sui conflitti in Africa e in Estremo Oriente).
L'impegno di Bertha von Suttner si espresse in molti modi: fondo' o contribui' a fondare associazioni per la pace (per es., quella di Venezia e quella austriaca), organizzo' e partecipo' a convegni, scrisse innumerevoli articoli per riviste e giornali non solo di lingua tedesca, come conferenziera fece numerosi viaggi per le citta' europee e degli Stati Uniti. Stava dando il suo contributo alla preparazione del Congresso mondiale per la pace che si doveva tenere a Vienna, quando la morte la colse nella capitale austriaca il 21 giugno 1914, una settimana prima dell'attentato di Sarajevo, a cui si attribuisce lo scoppio della prima guerra mondiale. Il marito, Arthur Gundaccar l’aveva lasciata dodici anni prima, il 10 dicembre 1902. Un altro 10 dicembre, quello del 1896, era morto Alfred Nobel, e il 10 dicembre 1905 a Bertha von Suttner fu attribuito il premio Nobel per la pace, che pero' non pote' andare a ritirare perche' era malata. La consegna materiale del premio avvenne a Cristiania (attuale Oslo) il 18 aprile 1906 e di quella data e' anche il discorso (clicca qui) che ella tenne davanti al Comitato Nobel dello Storthing (il Parlamento norvegese), che ha l'incarico di assegnare il premio Nobel per la pace.

NOTE E LINK

Su Internet vi e' un certo numero di siti su cui e' possibile trovare informazioni biografiche (anche se non sempre precise) su Bertha von Suttner.

Uno dei piu' importanti e sicuri e' quello del premio Nobel (clicca qui).

Un altro sito e' quello appositamente aperto dai Quaccheri per sollecitare iniziative in occasione del centenario del premio Nobel a von Suttner; e' fruibile in inglese, tedesco e francese, mostra alcune fotografie della nobildonna e si trova a questo indirizzo: clicca qui

La carta stampata invece e' avara di notizie.

Sul rapporto tra von Suttner e Nobel
e' utile il libro pubblicato dai Fratelli Fabbri nel 1963, come primo volume della serie dei “Nobel della letteratura”. S’intitola Alfred Nobel. L’uomo e i suoi premi, e da esso e' tratta la testimonianza di Rangnar Sohlman (p.42ss.).
Notizie interessanti contiene anche il catalogo dell'esposizione tenutasi a Firenze (16 settembre 2004 - 2 gennaio 2005) per il centenario dell'istituzione del premio Nobel. Si tratta del primo volume di Beautiful Minds (Premi Nobel - Un secolo di creativita'), Giunti, Firenze-Milano 2004 (p. 24 ss.).

L’unico libro di von Suttner che mi risulta attualmente ancora reperibile in Italia (presso l’editore) e' un'antologia dei suoi scritti: BERTHA VON SUTTNER, Giu' le armi!, pubblicata nel 1989 dalle Edizioni del Gruppo Abele di Torino (www.egalibri.it), a cui sono debitrice per tutto il mio sapere su von Suttner, dato che mi fecero tradurre e curare l’edizione italiana del libro.

Il romanzo gia' citato, Abbasso le armi! pubblicato dai Fratelli Treves nel 1897, era stato riproposto nel 1996 dal Centro Stampa Cavallermaggiore, ma non sono riuscita a trovarlo in libreria, e ho potuto leggerlo alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze dove si trova anche un libro di NICOLA SINOPOLI pubblicato a Roma nel 1986 dai Fratelli Palombi editori dal titolo: Una donna per la pace (Bertha von Suttner accanto ad Alfred Nobel), che, pur contenendo diverse imprecisioni e voli di fantasia, ripropone alcuni documenti, fra cui degli articoli scritti sui giornali italiani all'indomani della morte di Bertha von Suttner.

Per le notizie che riporto, oltre ai libri gia' citati sopra, mi sono rifatta soprattutto a GISELA BRINKER-GABLER, Bertha von Suttner, Fischer Verlag, Frankfurt/Main 1986, da dove ho attinto anche il testo del discorso che ho tradotto (testo che peraltro e' identico a quello che si puo' leggere in tedesco sul sito del premio Nobel).
 
 
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