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1° GENNAIO 2006: COME UN AUGURIO...
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
1 gennaio 2006 0:00
 
Offro in dono per questo capodanno 2006 uno dei capitoli chiave del grande classico cinese Te Tao Ching (Il libro della Virtu' della Via) di Lao Tze nella traduzione e commento di Augusto Vitale della casa editrice Moretti & Vitali (Bergamo 2004), che si ringrazia sentitamente per il permesso accordato all'ampia citazione.

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Agisci senza agire,
fai senza fare,
gusta senza gustare,
considera grande il piccolo e molto il poco,
rispondi al torto con la virtu',
intraprendi il difficile quando e' ancora facile,
tratta le cose grandi quando sono ancora piccole.
Nel mondo le cose piu' difficili
cominciano da cio' che e' facile,
nel mondo le cose piu' grandi
cominciano da cio' che e' piccolo.
Poiche' l'uomo compiuto non fa mai niente di grande,
porta percio' a compimento grandi cose.
Chi promette con leggerezza
raramente mantiene la parola,
chi trova tutto facile
incontra molte difficolta',
percio' l'uomo compiuto considera tutto difficile
e alla fine non trova difficolta'.

Un tesoro di saggezza in una serie di esortazioni cosi' paradossali da rovesciare ogni ombra di senso comune, e rievocare anche la risata del Vecchio Maestro.
La virtu' della Via appare in piena luce: essere nella Via e' ritirarsi dal luogo comune, dagli automatici prodotti della mente, dalla dipendenza delle cosi' dette realta' oggettive, le quali, se si alza un poco lo sguardo, appaiono come inveterati pregiudizi collettivi. La risata di Lao Tze e' come una ruvida sveglia da un sonno dogmatico.
Fai in modo, ci dice, che sempre tra te stesso e il mondo non ci siano dislivelli, che non sia il mondo grande e tu piccolo, o viceversa, ne' quello difficile e tu inetto, ne' quello facile e tu onnipotente; vigila insomma che la realizzazione della tua persona non si misuri sulle ovvieta' della tua mente. Quando intraprendi, tieni lontana l'idea che tu sarai cio' che riuscirai a fare; la tua sensazione di essere piccolo ti puo' spingere a gonfiarti di presunzione, e poi esporti allo svergognamento del non riuscire in cio' che promettevi; oppure allo scoramento e alla rinuncia davanti a un'impresa troppo grande.
Non lasciarti intrappolare da come il mondo si mostra, resta te stesso, considera che non ti manca nulla di cio' che conta, considerati gia' compiuto, al di qua, o al di la', delle tue emozioni verso le cose del mondo, grandi o piccole, difficili o facili.
Agisci e fai, poiche' l'utile e' necessario, ma "senza agire e senza fare", cioe' senza buttarci dentro te stesso, senza misurarti in base a cio' che intendi fare, agisci come se le cose si facessero da se'..
Il saggio Lao Tze penetra con sottile acume le "naturali" conseguenze di una aspetto proprio dell'uomo, inevitabile e piu' di ogni altro pericoloso: la sua necessita' di fare, e la facilita' con cui si identifica colle sue capacita' o incapacita' e con i risultati del suo darsi da fare; in lui domina l'ignoranza che siamo parte della realta' del mondo, che e' vivente e si muove secondo suoi ritmi immutabili, da assecondare per una serena e felice convivenza, se non si vuole che quella ignoranza trasformi in insopportabile pena la sua esistenza. (Augusto Vitale)



NOTA
La citazione e' tratta da: Te Tao Ching -Il libro della Virtu' della Via (Interpretazione del testo e commento di Augusto Vitale), Moretti & Vitali, Bergamo 2004, p. 77s.
(¤ 20,00)
, (clicca qui), un volume ulteriormente impreziosito da alcune tavole a colori riproducenti pitture cinesi dall'VIII al XX secolo e.v.

Il libro attribuito a LAO TZE (=Vecchio Maestro), che si presume vissuto in Cina nel VI sec. avanti era volgare (a.e.v.), e' piu' noto come Tao Te Ching (Il libro della Via e della Virtu'); le sue versioni piu' antiche tramandateci risalgono alla meta' del I sec. a.e.v., ma nel 1973, in una tomba di Mawangdui (provincia dello Hunan), insieme con altri importantissimi reperti, furono rinvenute due copie del libro piu' antiche di quelle conosciute, in cui il testo e' pero' disposto in modo diverso e reca il titolo di Te Tao Ching (Il libro della Virtu' e della Via); infatti la sezione "Te" (capp. 38-81) precede la sezione "Tao" (capp. 1-37). Un ulteriore interessante ritrovamento nel 1993 a Goudian (provincia dello Hubei) fa risalire la data di composizione al IV sec. a.e.v.. In generale queste ultime scoperte hanno spinto a rivedere molte cose dell'antica cultura cinese, gettando nuova luce anche sul nostro testo.
Comunque sia, il libro di Lao Tze, che consiste di 81 brevi capitoli (in tutto cinquemila parole), risulta essere il piu' tradotto subito dopo la Bibbia (oltre 250 versioni, comprese quelle in yiddish e in esperanto). Anche in italiano sono a disposizione diverse versioni sia direttamente dal cinese sia da traduzioni dal francese e dal tedesco, opera di famosi ricercatori, quali, rispettivamente, J.J.L.Duyvendak e Richard Wilhelm.
A chi e' interessato a un approccio filologico (con testo cinese a fronte) segnalo anche LAOZI, Genesi del "Daodejing" (a cura di Attilio Andreini), Einaudi, Torino 2004 (qui i termini e i nomi cinesi sono riportati secondo le piu' recente regole di traslitterazione; es.: LAO TZE - o LAO TZU- = LAOZI; TAO TE CHING = DAODEJING, ecc.). Questo libro ha un saggio introduttivo di Maurizio Scarpari, dal quale ho attinto alcune delle informazioni sopra riferite.

(a cura di Annapaola Laldi)
 
 
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