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IN LODE DI UNA PERSONA COMUNE. OVVERO: LA LEGGENDA DELLA NASCITA DEL TAO TE CHING (IN UNA POESIA DI BERTOLT BRECHT)
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
1 agosto 2006 0:00
 
Il Tao Te Ching mi piace. Molto. E non mi spaventano le traduzioni diverse, in certi punti persino antitetiche, che leggo nelle numerose edizioni che ho consultato, anzi, le considero una ricchezza e un invito ad andare personalmente piu' a fondo, al di la' delle apparenze. Del resto, sono proprio gli studiosi competenti i primi a dire che questo testo mantiene comunque un che di enigmatico, anche per la peculiarita' della lingua cinese, e cio' giustifica le differenze interpretative proprio all'interno di un approccio corretto al testo.
Vi sono pero' molti passi in cui l'accordo e' pressoche' universale, e questo e' il caso, per es., di uno dei punti chiave, che propongo qui nella versione di Augusto Vitale, alla quale ho gia' fatto riferimento negli auguri di capodanno 2006 (clicca qui).

"Niente al mondo e' piu' cedevole e debole dell'acqua,
ma nel lanciarsi contro cio' che e' duro e forte, nulla puo'
superarla;
perche' nulla riesce a mutarla.
Per questo il molle vince il duro,
il debole vince il forte.".
(cap. XLIII [LXXVIII])

Questi versi sono al centro (strofa 5) della narrazione poetica, che il poeta tedesco Bertolt Brecht fa della nascita del Tao Te Ching, riprendendo peraltro una leggenda che e' gia' presente nella prima biografia di LAO TZE a noi nota (circa 100 a.e.v.). Questa composizione di Brecht riprende in certo qual modo il tema delle Domande di un operaio che legge (clicca qui). Infatti, accanto alla figura del saggio, che e' grande davvero per la sapienza che porta in se', il poeta mette esplicitamente in risalto, come indispensabile, anche quella della persona comune, cioe' il povero e affannato doganiere, senza scarpe e con la giubba rattoppata (il motivo e' detto alla fine della poesia).

Ho cercato dunque di rendere qui rispettosamente in italiano questa bella poesia che Bertolt Brecht compose nel 1938 quando era esule in Danimarca:

"BERTOLT BRECHT

Leggenda della nascita del Tao Te Ching sulla via dell'emigrazione di Lao Tze


1


A settant'anni vecchio e pien d'acciacchi
Di riposare urgenza ebbe il Maestro.
Essendo la bonta' indebolita nel paese alquanto
E la cattiveria riprendendo tono
Egli il calzare cinse.

2


E mise il necessario insieme:
Poco. Eppur qualcosa si'.
La pipa che la sera sempre fumava
E il libriccino che sempre leggeva.
Pan bianco, pure un po', cosi' a occhio.

3


Per una volta ancor la valle si godette per obliarla poi
Quando la strada imbocco' della montagna.
E il suo bue la fresca erba ruminando
Si godeva, portando sulla groppa il vecchio.
Abbastanza veloce, infatti, a lui sembrava.

4


Ma tra rocce e dirupi al quarto giorno
Un doganier la strada gli ha sbarrato:
"Da sdoganar valori avete?" - "Niente di niente".
E il garzone che guidava il bue
Aggiunse "Ha insegnato".
E cosi' anche questo fu dichiarato.

5


E l'uomo gioviale fattosi d'un tratto
Ancora chiese: "E qualcosa n'ha ricavato?".
Parlo' il garzone: "Che la molle acqua scorrendo
Col tempo sulla potente pietra la vince.
Lo capisci, cio' che e' duro soccombe".

6


Per non perder del giorno l'ultima luce
Torna il garzone a pungolare il bue.
E i tre gia' dietro un pino scuro scomparendo,
Si riscosse all'improvviso il nostro uomo
E grido' "Ehi tu! Ferma, fermati un po'!

7



"Cos'e' dell'acqua questa storia, vecchio?" Il vecchio si fermo': "Che t'interessa, forse?".
L'uomo parlo': "Solo un doganiere io sono
Ma chi la vince su chi, questo interessa anche me.
Se tu lo sai, allora dillo!

8


Scrivimelo! Al ragazzo dettalo!
Una cosa cosi' non si puo' portar via con se'.
C'e' della carta, qui da noi, e inchiostro.
E pure da cenare; perche' la' di casa io sto.
Allora, su, che ne dici?

9


Giro' il vecchio il capo, l'uomo
A guardare: giubba rattoppata. Niente scarpe.
E un'unica ruga la sua fronte.
Ah, non era un vincitor chi gli veniva incontro.
Ed egli mormoro': "Anche tu?".

10


Per respingere una gentil richiesta
Troppo vecchio era, come appariva, il vecchio.
Perche' a voce alta disse: "Quelli che chiedono
Meritano risposta". Parlo' il garzone: "Si sta facendo freddo".
"Bene, una piccola sosta".

11


E dal suo bue il saggio discese.
Per sette giorni scrissero in due.
E da mangiare portava il doganiere (e per tutto quel tempo
Coi contrabbandieri solo a bassa voce imprecando ando').
E poi fu l'ora.

12


Al doganiere consegno' il garzone
Ottantuno sentenze una mattina.
E ringraziando d'un piccol dono pel viaggio,
Svoltaron tra le rocce dietro quel pino.
E or su, dite: esser si puo' piu' di cosi' gentili?

13


Ma non solo al saggio l'elogio rivolgiamo,
Il cui nome sul libro bella mostra fa!
Perche' al saggio la sua saggezza proprio strappata va.
E dunque anche al doganiere grazie rendiamo:
E' lui che al saggio reclamata l'ha".

(a cura di Annapaola Laldi)


NOTA

Il testo in lingua tedesca e' qui:
clicca qui

Bertolt Brecht nacque ad Augusta (Augsburg) nel 1898 e mori' a Berlino Est nel 1956. Durante il periodo nazista fu esule in Danimarca, Finlandia, Svezia, e infine negli Stati Uniti. Finita la seconda guerra mondiale si stabili' a Berlino Est, pur non avendo facili rapporti con la Repubblica democratica tedesca. Forse oggi e' piu' conosciuto come drammaturgo che come poeta, ad esempio, per l'Opera da tre soldi musicata da Kurt Weil, Galileo Galilei, Madre Coraggio, ecc.

Tao Te Ching: Alcune notizie sul Tao Te Ching si trovano nella nota alla "Pulce nell'orecchio" del 1.1.2006 (clicca qui).

Il primo storico ad aver parlato di Lao Tze risulta essere Szu-ma Ch'ien nelle "Memorie di uno storico" (Shih chi), scritte intorno al 100 a.e.v.. Egli fornisce anche il nome del doganiere, che sarebbe: Yin Hsi.
(N.B.: i termini cinesi sono proposti nella grafia tradizionale, perche' con quella nuova non mi ci ritrovo).
La citazione dei versi all'inizio e' tratta da: Te Tao Ching -Il libro della Virtu' della Via (Interpretazione del testo e commento di Augusto Vitale), Moretti & Vitali, Bergamo 2004, p. 109, (clicca qui).
 
 
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