testata ADUC
UOVA . e pulcini. /2
Scarica e stampa il PDF
La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
15 giugno 2006 0:00
 
Un paio di mesi fa, mentre mi scorreva davanti l'immagine di una vacanza valdostana, con me e il mio giovane amico bambino, che scoprivamo di essere "piccoli pulcini appena usciti dall'uovo" (clicca qui), mi si presento' alla mente qualcosa di ancora piu' indietro nel tempo: un'altra immagine, che ha anch'essa a che fare con uova e pulcini, e che, da allora, non ha fatto che chiedermi di avere lo stesso onore di quell'altra. E adesso l'accontento.

Trenta e qualche anno fa scoprii una simpatica locandina, sulla quale erano scandite sei immagini -due per riga. Nella prima c'era un uovo in posizione verticale; il suo guscio, nella seconda e nella terza immagine, si crettava sempre piu' fino a formare una sorta di piccolo uscio; da esso, nella quarta immagine, si affacciava timidamente un pulcino che, nella successiva, rivolgeva all'esterno uno sguardo spaventato, per ritirarsi definitivamente, richiudendo l'uovo dietro di se', nell'ultima immagine.
In fondo, a caratteri forti, c'era la scritta:

"Finora abbiamo fatto cosi'"
Adesso basta.
USCIAMO FUORI E CON ORGOGLIO!".


Era questo l'invito del "FUORI" (Fronte Unitario Omosessuali Rivoluzionari Italiani) a fare cio' che in inglese si dice "coming out" (che poi significa con molta semplicita' "presentarsi in pubblico"), rivolto alle persone che, ritrovandosi portate a stabilire relazioni affettive ed erotiche con individui del proprio sesso, fino a quel momento anche in Italia erano costrette al nascondimento per poter sopravvivere.

Mi piace ricordare questa immagine (che, fra l'altro, puo' riguardare chiunque viva in una situazione di non riconoscimento della propria dignita' di essere umano), perche' partecipa la situazione di totale, annichilente disprezzo ed emarginazione, che ancora una trentina di anni fa gravava su queste persone, col conseguente, impellente loro bisogno di "uscire fuori", cioe' di vivere la vita integralmente alla luce del sole, e, mi pare, puo' far comprendere dal di dentro, anche ai lontani, la ragione dell'orgoglio "omosessuale" che, una volta l'anno, anima da qualche tempo anche le vie delle citta' italiane.

Non e' logico che delle persone, a cui e' (stato) negato il rispetto della propria interezza umana, quando si accorgono di avere lo stesso valore intrinseco di chiunque altro, ribaltino in orgoglio quello che finora, agli occhi di altri, era il motivo del loro discredito?

Non e' naturale che chi e' (stato) disprezzato e deriso per una caratteristica della propria configurazione umana, statisticamente minoritaria, ma fondamentale per costituire legami affettivi indispensabili per lo sviluppo armonioso della personalita', faccia proprio di questa caratteristica una bandiera da sventolare in faccia ai denigratori -a volte ancora persecutori- di ieri e di oggi (e forse anche di domani)?

A me pare molto logico e molto naturale, anche se personalmente sono aliena dal provare orgoglio per alcunche' -non per quanto la natura mi ha dato, perche' non e' merito mio, non per quanto posso pensare di aver fatto o di fare con le mie forze, perche' riconosco che comunque c'e' sempre un "quid", un sovrappiu', che la vita mi da' gratis e che non dipende da me.

Ma, a maggior ragione, direi, trovo questa specifica manifestazione di orgoglio logica e naturale, e mi chiedo se essa non possa essere anche salutare persino per coloro che, di primo acchito, ci trovano un ulteriore motivo di critica o addirittura di disprezzo. Infatti, sapendola usare, questa occasione potrebbe essere un motivo di riflessione sull'onda di un paio di semplicissime domande (che peraltro sono valide anch'esse, con le opportune modifiche, per chiunque si trovi alle prese con un proprio possibile pregiudizio -e tutti, per fortuna o per disgrazia, di pregiudizi ne abbiamo tanti):

sono sicuro/a di non essere proprio io, con la mia sordita' e cecita' di fronte alla complessita' umana, il regista occulto di questa manifestazione, che magari mi scandalizza?

Non sara' anche a causa della mia chiusura (forse paura) di fronte alla poliedrica sfaccettatura della realta' della vita che delle persone uguali a me, che non vogliono altro che vivere tranquillamente la propria esistenza con pienezza, proprio come lo voglio io, si vedono costrette a gridare in piazza il proprio diritto alla vita negato in modo irragionevole?

E infine, eventualmente: chi mi assicura che sul limitare di questa vita non mi trovi a sentire una voce che mi dice: "Ero omosessuale e non mi hai accolto"?

(a cura di Annapaola Laldi)
 
 
LA PULCE NELL'ORECCHIO IN EVIDENZA
 
AVVERTENZE. Quotidiano dell'Aduc registrato al Tribunale di Firenze n. 5761/10.
Direttore Domenico Murrone
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS