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 ITALIA - ITALIA - Cannabis terapeutica. Garattini: no ad autocoltivazione
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Notizia 
25 marzo 2014 17:07
 
Sul numero di OGGI in edicola domani, nella sua settimanale rubrica, Silvio Garattini, Direttore dell'IRCCS-Istituto di Ricerche Farmacologiche 'Mario Negri', mette in guardia dai pasticci delle autorizzazioni di medicinali fai da te. "Ogni giorno - scrive Garattini - si assiste ad un pasticcio nel campo della salute. Non bastavano i casi Di Bella, Stamina e piu' recentemente il caso dei farmaci per la terapia delle maculopatie, si aggiunge adesso l'autorizzazione all'impiego medico della cannabis per la terapia di alcune malattie: dal glaucoma alla sclerosi multipla deciso dalla Regione Abruzzo" e approvato dal Governo, che in precedenza su altre analoghe autorizzazioni si era opposto".
"Se la cannabis - si chiede Garattini - e' un efficace trattamento per alcune malattie come mai puo' essere utilizzata solo per qualche Regione?"?..Non si creano in questo modo discriminazioni in contrasto con la legge istituita dal Servizio Sanitario Nazionale che assicura universalita', equita' e gratuita'?". "C'e' da sperare - aggiunge l'autorevole farmacologo - che la disponibilita' della cannabis non sia lo "spinello" e neppure un prodotto erboristico, perche' oggi sono stati selezionati vari ceppi di cannabis che hanno un contenuto di principio attivo, il tetraidrocannabinolo, che puo' andare dal 2 al 60 percento con evidenti differenze sul piano non solo della eventuale efficacia, ma soprattutto dei possibili effetti tossici che accompagnano l'azione di ogni farmaco". Silvio Garattini pone poi un'ulteriore domanda: "E' compito delle Regioni approvare nuovi farmaci? Non abbiamo un ente autonomo che si chiama AIFA? Chi vuole commercializzare un farmaco con specifiche indicazioni deve presentare una adeguata documentazione tanto piu' importante, in questo caso, dato che la letteratura scientifica oggi disponibile sembra presentare ancora molti dubbi circa il rapporto benefici-rischi nell'impiego terapeutico della cannabis. Un'altra possibilita' che gia' esiste e' quella di importare i prodotti a base di tetraidrocannabinolo che gia' sono disponibili in altri Paesi senza inventare nulla di nuovo. Esiste il sistema del 'mutuo riconoscimento' secondo cui l'AIFA sulla base della documentazione gia' presentata per l'autorizzazione di un farmaco in un altro Paese puo' farla propria". L'articolo, infine, si conclude con un'amara considerazione: "Insomma, anche in questo caso si cercano le scorciatoie anziche' seguire le vie maestre che proteggano gli ammalati. Ancora una volta in questo Paese prevale il pressapochismo!".
 
 
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