Il rappresentante dell'International Narcotics Control Board (INCB), Bernard Leroy, si e' incontrato oggi a La Paz con il ministro boliviano del governo, Carlos Romero, in un incontro interministeriale per raccogliere informazioni sul modello boliviano di lotta contro il narcotraffico e le droghe. Leroy e il suo staff hanno prolungato la loro visita al Paese andino dopo che giovedi' scorso avevano raccolto informazioni di prima mano dal Governo, dai produttori di foglia di coca e da altri rappresentanti del settore, cosi' come ha spiegato Romero in una conferenza stampa. La delegazione dell'INCB visitera', proprio in questi giorni, la zone degli Yungas (a nord del dipartimento di La Paz) e del Tropico di Cochabamba (nel centro del Paese), le due principali zone dove il Governo consente la coltivazione della foglia di coca, ma dove ci sono anche piantagioni illegali.
La Bolivia ha un modello di controllo delle coltivazioni di coca legale ed eradicazione in collaborazione con le Nazioni Unite e il suo specifico ufficio (UNODC). Il ministro del Governo sostiene che il Paese ha avuto una strategia quinquennale per ridurre le superfici coltivate da 31.000 ettari a 20.220 tra il 2011 e il 2015. “L'obiettivo e' stato praticamente raggiunto”, ha detto Romero, visto che si e' chiuso il 2015 con 20.000 ettari di coltivazioni di foglia di coca, la materia prima da cui deriva la cocaina. Il ministro ha aggiunto che entro il 2020 l'obiettivo e' “di seguitare con una strategia di controllo ed autoregolamentazione da parte dei sindacati di produttori di foglia di coca”.
Il Governo sta preparando un progetto di modifica della legge contro il narcotraffico che consentira' la coltivazione di 20.000 ettari di coltivazione legale della foglia di coca, destinata al consumo tradizionale di masticazione e infusione e per diversi usi industriali legali. L'attuale legislazione antidroga consente la coltivazione di soli 12.000 ettari di coca.
Bolivia, Colombia e Peru' sono i principali produttori di foglia di coca nel mondo.