Scambi di accuse in Albania fra l'opposizione di centro destra guidata da Lulzim Basha e la polizia di stato sul fenomeno della coltivazione della marijuana. Edi Paloka, numero due del partito Democratico di Basha ha accusato i dirigenti di alcuni commissariati di polizia in diverse citta' del paese di essere direttamente collegati con la coltivazione del cannabis sativa, che a parere dell'opposizione "mai come prima, ha invaso intere superficie in tutto il territorio, dal nord al sud". Immediata la replica della polizia di stato secondo cui "la risposta all'opposizione e' solo una: non c'e' alcuna retromarcia nella lotta alla criminalita'. Su ogni accusa o pretesa specifica, il partito Democratico si rivolga alla procura. Questa e' l'unica strada da percorrere in uno stato di diritto dove la politica rispetta la legge e le istituzioni fanno il loro lavoro senza pressioni", si legge nella dichiarazione diffusa dalla polizia di stato.
Da alcune settimane, quasi ogni giorno la polizia albanese annuncia di aver scoperto e distrutto decine di migliaia di piante di cannabis sativa. Dallo scorso mese di giugno, velivoli specializzati della Guardia di finanza italiana, stanno effettuando sorvoli sul territorio albanese per identificare le piantagioni di marijuana. Si tratta del quinto anno consecutivo, in cui, grazie ad aerei dotati di attrezzature di tecnologia avanzata, l'Italia offre alle autorita' albanesi la possibilita' di intervenire via terra per distruggere le superfici coltivate di marijuana. Nonostante nel 2014 la polizia albanese sia riuscita ad entrare per la prima volta a Lazarat, villaggio simbolo della produzione marijuana a ridosso del confine con la Grecia, il fenomeno della coltivazione delle piante di cannabis sativa e' ancora molto diffuso in Albania. Lo scorso anno, grazie alle informazioni ottenute dai sorvoli degli aerei italiani sono state scoperte oltre 1350 piantagioni. La polizia e' riuscita a sequestrare oltre 7 tonnellate di marijuana e distruggere circa 690 mila piante di cannabis.