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 ITALIA - ITALIA - Delega politiche antidroga al presidente Enrico Letta
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Notizia 
23 luglio 2013 14:30
 
A quasi tre mesi dal giuramento del governo Letta, cade il velo sulla delega alle politiche antidroga: a firmare la Relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze è stato il presidente del Consiglio, Enrico Letta, che terrà, tra gli altri incarichi, anche la delega sulle droghe. La conferma arriva a Redattore Sociale direttamente dal Dipartimento delle Politiche antidroga dopo che negli ultimi mesi si era consumato un lungo braccio di ferro sull’affidamento della delega. Le prime voci di corridoio, infatti, volevano la delega alla ministra per l’Integrazione, Cécile Kyenge (che invece ha ricevuto quella sulle adozioni internazionali). Voci che successivamente indicarono prima il ministro dell’Interno Angelino Alfano, poi il ministro per la Salute, Beatrice Lorenzin. Ultimo nome comparso nella lista dei possibili candidati, la vice ministra al Welfare, Maria Cecilia Guerra. Ma il braccio di ferro è terminato con una scelta che ricalca quella della delega alla famiglia che, come dichiarato dal capo del Dipartimento delle Politiche per la famiglia, resta a Letta, per quanto riguarda le scelte di indirizzo, e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi, per la firma degli atti riguardanti la famiglia.

“Finalmente si è sbloccata una situazione ormai paradossale, ma al presidente del Consiglio, Enrico Letta, chiediamo un cambio di rotta”. Così Riccardo De Facci, vicepresidente del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza (Cnca), commenta la notizia della delega. Una notizia positiva, ha spiegato De Facci, non senza qualche preoccupazione. “In un momento politico estremamente delicato, vogliamo leggere la delega alla presidenza del Consiglio su un tema così sensibile come una assunzione forte di responsabilità e un investimento forte di questo governo su questi temi”.Tre le richieste avanzate a Letta dal Cnca. Al primo posto quella di un “cambio di indirizzo fortissimo nel rapporto con le reti, con i servizi pubblici e con le regioni su questi temi: la distanza esistente tra il sistema di intervento e l’attuale dipartimento delle Politiche antidroga ci sembra uno dei temi da affrontare subito”. Seconda priorità indicata da De Facci, “la necessità di ritornare a fare investimenti e ricerca con tutto il sistema di intervento. Lo spostamento sulle neuroscienze e su una piccola parte del tema dedicato alla dipendenza ha sacrificato le comunità terapeutiche, i servizi pubblici e l’importante sistema italiano”. Terzo punto da affrontare, infine, le nuove sfide e le nuove dipendenze. “Cambiamento, innovazione e valorizzazione dell’esistente – ha aggiunto De Facci -. Noi rilanciamo a Letta una disponibilità forte per cambiare rispetto a domande che sono sempre nuove”. Sul futuro del Dipartimento politiche antidroga, però, De Facci non lascia margini di interpretazione: “Un dipartimento diretto da una compagine politica che ha fatto la legge Fini Giovanardi non può più condurre e orientare le politiche sulle droghe in Italia – ha affermato -. Abbiamo bisogno di un cambiamento di dirigenza e di indirizzo”.

“Mi auguro che questa scelta non sia un escamotage per non decidere, ma una piena assunzione di responsabilità da parte del presidente del Consiglio”. È questo il commento di Franco Corleone, garante dei detenuti di Firenze e presidente della Società della ragione alla delega alle politiche antidroga andata al presidente del Consiglio, Enrico Letta. Per Corleone, “la responsabilità di Letta è quella di cambiare politica, cambiare le leggi e cambiare il dipartimento Politiche antidroga. Se, invece, ha assunto la delega per non fare nulla e lasciare le cose come stanno, allora questa sarebbe una grave responsabilità. Dobbiamo pensare che sia un atto di serietà e consapevolezza”.Urgente l’incontro con le associazioni, che “vogliono contare su una interlocuzione rapida, se non immediata, con il responsabile della politica delle droghe per chiedere una discontinuità rispetto alla politica seguita in questi anni determinata dalla Fini Giovanardi, e nella pratica dallo stesso Carlo Giovanardi. L’Italia dovrebbe rivedere quella politica che ha perseguito in questi anni, indisponibile al confronto internazionale sul fallimento sulla “war on drugs” e sull’individuazione di nuove politiche con i paesi più avanzati”. Tante le questioni da affrontare, dal tema della riduzione del danno “espulsa dal dizionario della politica delle droghe”, alla Consulta “riunita due volte e poi è scomparsa”. Tra le urgenze soprattutto la questione droga e carcere. “Il presidente Letta deve sapere che il sovraffollamento del carcere è dovuto alla legge sulle droghe – ha concluso Corleone - e che questo sovraffollamento occorre un cambiamento di rotta, senza estremismi, perché non vi sono condizioni politiche, ma anche se di un millimetro, chiediamo che avvenga nella direzione giusta”.

“Non possiamo che salutare positivamente la decisione del presidente del Consiglio Enrico Letta di occuparsi direttamente del tema delle politiche antidroga. Ci aspettiamo importanti atti a tutela della legalità e della tutela del cittadino, nonché una nuova politica sulle droghe”. Così Alfio Lucchini, presidente dellaFederazione italiana degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze (FeDerSerD), commenta la notizia che la delega alle politiche antidroga resta tra le competenze del presidente del Consiglio Letta. “Ci auguriamo cambiamenti sostanziali a partire dal Dipartimento politiche antidroga – ha aggiunto Lucchini - che deve essere occasione di ausilio alla promozione territoriale e non accentramento con spunti addirittura sostitutivi delle funzioni servizi sanitari regionali e delle competenze delle società scientifiche”.

 
 
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