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 ITALIA - ITALIA - Fiducia consumatori in crescita
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Notizia 
26 giugno 2015 15:34
 
Dopo due mesi di pessimismo, famiglie e imprese tornano a 'vedere' la ripresa. E' l'Istat a fornire la fotografia della fiducia. L'indice per i consumatori aumenta a giugno 2015 a 109,5 da 106,0 del mese precedente. Anche l'indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator), sale a 104,3 da 101,8 di maggio. Sono in crescita tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori: nel dettaglio variazioni piu' marcate mostrano il clima economico (a 139,4 da 130) e quello futuro (a 119,4 da 114,7), mentre il clima personale e quello corrente presentano incrementi piu' lievi (rispettivamente, a 100,0 da 98,5 e a 103,3 da 101,0). Migliorano i giudizi e le attese dei consumatori sull'attuale situazione economica del Paese (rispettivamente, a -56 da -64 e a 10 da 2). I saldi dei giudizi e delle attese sulla dinamica dei prezzi al consumo negli ultimi 12 mesi diminuiscono (a -21 da -14 e a -20 da -15). Le attese sulla disoccupazione diminuiscono a 9 da 29. Riguardo le imprese, crescono tutti i climi di fiducia: quello delle costruzioni (a 119,7 da 111,8), quello dei servizi di mercato (a 109,0 da 105,1), quello del commercio al dettaglio (a 105,9 da 103,9) e, in maniera piu' lieve, quello del settore manifatturiero (a 103,9 da 103,4).
Di "dinamica rassicurante" parla l'Ufficio Studi Confcommercio, che commentando i dati sottolinea: "Per quanto riguarda le famiglie il dato di giugno recupera quasi del tutto le perdite subite nei due mesi precedenti, riportandosi sui massimi dal 2009. Per le imprese, il miglioramento e' diffuso a tutti i settori, circostanza che rafforza l'impressione di definitiva uscita dalla recessione". "Ai positivi impulsi esterni - continua l'Ufficio Studi dell'associazione di categoria - si aggiungono, finalmente, profili favorevoli sul fronte interno. L'Italia ha le carte in regola per superare di slancio l'asticella della crescita all'1% gia' nell'anno in corso. Per trasformare la fiducia in maggiori consumi e investimenti e' necessario cancellare da subito lo spettro di nuovi incrementi delle imposte, tanto sul versante degli immobili, soprattutto produttivi, quanto in relazione alle clausole di salvaguardia targate primo gennaio 2016". Per Paolo Mameli, senior economist della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, "il rimbalzo di giugno conferma cio' che segnalavamo nei mesi scorsi e cioe' che il calo della fiducia di famiglie e imprese ad aprile e maggio appariva come una correzione 'fisiologica' dopo il deciso miglioramento dei mesi precedenti, e non come l'inizio di un trend al ribasso. Non solo gli indici sintetici, ma anche il dettaglio delle indagini e' uniformemente positivo a giugno". Mameli sottolinea anche come il livello della fiducia dei consumatori sia "tornato vicino ai massimi da quasi 13 anni toccati lo scorso mese di marzo (a 110,8, contro una media storica di 101,4)".
"Cio' conferma che la ripresa continua, anche se il PIL non e' atteso accelerare rispetto al ritmo di 0,3% t/t visto a inizio 2015 (anzi e' possibile, almeno per il trimestre primaverile, un lieve rallentamento a 0,2% t/t) - spiega ancora Mameli -. I rischi sulla nostra previsione di un PIL in crescita di 0,6% in media d'anno nel 2015 ci appaiono oggi bilanciati: da un lato le indagini di fiducia segnalano la possibilita' di sorprese positive, dall'altro non vanno sottovalutati i potenziali rischi sullo scenario, di natura sia esogena (l'impatto di un'eventuale "Grexit" o di un rallentamento superiore al previsto della crescita mondiale per effetto soprattutto del minor dinamismo degli emergenti) che endogena (un'eventuale perdita di slancio dell'agenda governativa sul fronte delle riforme)".
 
 
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