L'amministrazione Obama è pronta a rimuovere gli ostacoli attualmente vigenti per la ricerca sulla marijuana. La mossa è finalizzata a stimolare studi scientifici sulla droga leggera, utilizzata per il trattamento di decine di malattie in tutta la nazione. Grazie alla nuova policy, come sottolinea il New York Times, si prevede un notevole aumento della fornitura di marijuana a disposizione dei ricercatori. La decisione, per altri media, sarebbe la risposta della Drug Enfocement Administration (Dea), agenzia federale antidroga statunitense che fa capo al dipartimento di giustizia, a una petizione del 2011 che voleva la rimozione della marijuana dalla lista dei farmaci più pericolosi del paese. L'elenco in questione è stato creato come parte del Controlled Substances Act del 1970, che ha raggruppato tutte le leggi federali sulla droga in un'unica misura completa, e che ha classificato la marijuana all'interno della tabella I, alla pari di droghe quali eroina, Lsd e cocaina. Eppure il trend negli Stati Uniti è ben diverso rispetto alla cannabis. Sono infatti 25 gli Stati che hanno legalizzato la marijuana medica per il trattamento di patologie quali il Parkinson, il morbo di Chron, l'Alzheimer, la sindrome di Tourette o il Lupus. Quattro di loro invece - Alaska, Washington, Oregon e Colorado - più Washington D.C. hanno addirittura legalizzato l'uso ricreativo. Fino ad oggi, l'unico ente autorizzato dalla Dea alla crescita e allo studio della marijuana è stata l'Università del Mississippi. Secondo il New York Times, questa mossa della amministrazione Obama dovrebbe segnare ulteriormente la visione degli Stati Uniti nei confronti della marijuana che lo stesso presidente ha definito non meno pericolosa dell'alcol.