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 FILIPPINE - FILIPPINE - Lotta alla droga. Presidente: devo ancora ammazzare tutti i narcos
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Notizia 
19 settembre 2016 17:40
 
Non è stato possibile "ammazzare tutti" i narcotrafficanti, quindi è necessaria una proroga. Il sulfureo presidente filippino Rodrigo Duterte ha chiesto oggi un allungamento di sei mesi della sua guerra alla droga, che ha provocato già migliaia di morti molte di quali in esecuzioni sommarie da parte delle forze dell'ordine, prendendo atto di non essere ancora riuscito a raggiungere gli obiettivi che si era prefissato.
"Non avevo capito quanto grave e seria fosse la minaccia in questa repubblica, prima di diventare presidente", ha affermato Duterte, i cui metodi spicci sono stati condannati dalla Comunità internazionale e dalle organizzazioni non governative, parlando ieri sera nella sua città di Davao, che ha governato con lo stesso piglio per molti anni da sindaco.
Per questo motivo, ha spiegato il leader filippino che nei giorni scorsi ha attaccato il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ("un matto") e il presidente Usa Barack Obama (che ha definito un "figlio di puttana", salvo poi scusarsi), "una piccola estensione di forse altri sei mesi" sarà necessaria per terminare la missione. "Anche se volevo, non ho potuto ucciderli tutti, perché l'ultimo rapporto è ancora spesso", ha continuato, facendo riferimento al rapporto di polizia che contine la lista delle persone - tra le quali anche alte autorità - coinvolte nel traffico di droga.
La polizia sostiene di aver ucciso 1.105 persone sospettate di traffico di droga. Altri 2.035 morti sono stati provocati da aggressori non identificati. Le forze dell'ordine sono ancora lontane dall'obiettivo che si era posto Duterte, di 100mila persone da uccidere nella campagna. Giorni dopo l'elezione, Duterte ha anche offerto delle taglie per chi consegni cadaveri dei trafficanti di droga.
Duterte ha parlato in occasione di una conferenza stampa convocata per annunciare la liberazione di un cittadino norvegese, tenuto in ostaggio per un anno da militanti islamici, che hanno invece decapitato due canadesi catturati contestualmente a Kjartan Sekkingstad. 
 
 
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