Un avvocato filippino ha depositato oggi in quanto cittadino un dossier di informazioni presso l’ufficio della procura della Corte penale internazionale (TPI), accusando il presidente Rodrigo Duterte di aver causato la morte di piu’ di 8.000 persone nella sua guerra contro la droga.
L’avvocato Jude Sabio lo accusa di aver commesso “dei massacri o delle esecuzioni extragiudiziali, costituendo cosi’ un crimine contro l’umanita’ nel corso del suo mandato e in quanto Sindaco della citta’ di Davao (sud), includendo anche il suo coinvolgimento personale e il suo squadrone della morte di Davado, ed ora in quanto presidente delle Filippine, attraverso la sua guerra contro la droga”, come indica un comunicato.
Rodrigo Duterte e’ stato eletto presidente a maggio in base ad un programma molto basato sulla sicurezza, impegnandosi ad eradicare in sei mesi il traffico di droghe facendo ammazzare migliaia di presunti trafficanti di droghe.
Sabio, che ha consegnato a L’Aja un dossier di 77 pagine, riferisce di 1.400 morti a Davao e piu’ do 7.000 nell’ambito di questa sanguinosa campagna contro il traffico di droga.
Le Nazioni Unite, l’Unione Europea, gli Stati Uniti nonche’ numerose organizzazioni di difesa dei diritti dell’uomo, hanno esternato la loro preoccupazione in merito alle esecuzioni extragiudiziali.
Ad ottobre, la procuratrice Fatou Bensouda si e’ detta “preoccupata per questi fatti e perche’ gli alti responsabili della Repubblica delle Filippine sembrano giustificare questi morti (…) e anche incoraggiare le forze dell’ordine e la popolazione civile a continuare ad usare la forza letale contro queste persone”. La procuratrice, che ha fatto sapere che i responsabili potrebbero anche essere perseguiti, e’ intenzionata ad avviare un esame preliminare, prima tappa per l’apertura di un’inchiesta vera e propria, utilizzando le informazioni depositate oggi dall’avvocato Sabio.
L’avvocato Sabio ha recentemente rappresentato Edgar Matobato. A settembre, quest’uomo si era presentato come un “assassino pentito” ed aveva spiegato davanti al Senato che faceva parte di uno squadrone della morte che aveva ucciso un migliaio di persone, delinquenti ed oppositori, dietro ordine di Rodrigo Duterte, all’epoca Sindaco di Davao, a sud dell’arcipelago.
Il presidente filippino ha affermato a dicembre di aver personalmente ucciso all’epoca dei presunti criminali, si da dare esempio alla polizia.