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 SLOVENIA - SLOVENIA - Nozze gay bocciate da referendum
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26 marzo 2012 11:47
 
A sorpresa, gli sloveni hanno votato ieri, in un referendum, contro l'entrata in vigore nuovo Codice della famiglia che introduce il matrimonio gay. In favore del blocco della legge si è espresso il 54,77% dei votanti, a fronte del 45,23% favorevole al testo. Lo attestano i dati diffusi dopo lo scrutinio del 99,5% delle schede. A smentire i sondaggi, che davano il 'si' alle unioni gay vincente, secondo gli analisti ha influito la scarsa affluenza - inferiore al 30% degli 1,7 milioni chiamati alle urne - che avrebbe favorito il centro-destra conservatore, più abile nel mobilitare l'elettorato.
Il Codice - che equipara i diritti delle unioni omosessuali a quelli delle coppie etero sposate - era stato approvato a giugno 2011 dal precedente governo di centro-sinistra. I conservatori hanno raccolto le 40.000 firme necessarie ad indire la consultazione: la vittoria del 'no' impone ora al parlamento di non discutere un nuovo testo prima di dodici mesi.
Particolarmente contestato è stato il disposto che consentiva l'adozione alle coppie gay, seppur limitatamente al caso in cui è un membro dell'unione ad adottare il figlio dell'altro. "Abbiamo bisogno di vivere nella diversità e nel rispetto, ma non in modo tale che alla fine accadano certe cose", riferisce il quotidiano Delo il commento post voto di Ales Primic, leader del comitato promotore del referendum di ieri.
"Bisognerà vedere ora l'impatto che questo ritardo avrà sui bambini e le famiglie", ha criticato l'esito referendario Majda Potrata, numero due del Partito social-democratico (Sd), prima forza del centro sinistra all'opposizione. Il Partito democratico sloveno (Sds) dell'attuale premier di centro destra, Janez Jansa, pur contrario all'adozione del nuovo Codice della famiglia, ha mantenuto un basso profilo nella campagna referendaria.
In Slovenia l'istituto della famiglia è regolato da una Legge del 1976, quando la repubblica Alpina - che ha aderito all'Ue nel 2004 - era ancora parte della Federazione jugoslava.
Particolarmente rilevanti, infine, le dichiarazioni del presidente della Repubblica, Danilo Turk, critico nel merito dello strumento referendario. "Nell'interesse dell'autorità del legislatore - ha detto Turk - sarebbe preferibile avere delle leggi applicate e non contestate per via referendaria". Lo scorso anno, un referendum della stessa natura di quello di ieri, rigettò la riforma delle pensioni adottata dal governo di centro-sinistra sotto la pressione di Bruxelles, portando alla caduta del governo del premier social-democratico, Borut Pahor.
 
 
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