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 U.E. - U.E. - Prodotti non alimentari pericolosi. Il 58% proviene dalla Cina
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17 maggio 2013 10:47
 
 Attraverso le frontiere europee circolano ogni anno migliaia di prodotti pericolosi il cui uso potrebbe essere causa di gravi rischi per la salute dei cittadini, l'ambiente e la sicurezza pubblica. Le autorita' comunitarie hanno individuato l'anno scorso 2.278 di queste minacce, il 26% in piu' rispetto all'anno precedente. Il peso della Cina nell'ingresso di questi prodotti tossici o pericolosi e' sempre maggiore. Il 58% di allerta che sono stati rilevati nei Paesi comunitari si riferisce ad un prodotto importato da questo Paese.
La stragrande maggioranza di partite individuate rappresenta “un serio rischio per la salute”, cosi' come fa sapere la Comunita' Europea, che ha presentato ieri uno studio su queste operazioni di sostanze pericolose (escludendo gli alimentari). Tra le segnalazioni, al primo posto c'e' l'Ungheria (15%), seguita da Bulgaria (14%).
Piu' di un terzo delle segnalazioni si riferisce ad abbigliamento, altri materiali tessili e oggetti relazionati con la moda. Al secondo posto ci sono i giocattoli (19%), una categoria particolarmente sensibile per il rischio di intossicazioni e altri danni per i bimbi. Le segnalazioni di rischio per i giocattoli sono calate nel 2012 rispetto all'anno prima, mentre quelle per i prodotti tessili sono aumentate. Gli oggetti elettronici (11%), i veicoli (8%) e i cosmetici (4%), completano la lista delle segnalazioni piu' rilevanti durante l'anno scorso.
La crescente importanza della Cina in questi prodotti dannosi nel mercato europeo, ha posto in allerta la Commissione Europea, che mantiene un confronto con le autorita' di questo Paese per cercare di migliorare la situazione. “Abbiamo gia' provveduto in passato e lo stiamo facendo anche ora”, dice Tonio Borg, commissario europeo alla Salute e Consumo, durante la presentazione di questi dati. Borg si riferisce all'importanza della legislazione sulle etichette dei prodotti, che permette di individuare l'origine e tutto il processo di produzione fino ad arrivare al cliente finale.
La posizione della Cina come partner commerciale della UE (sia in importazioni che esportazioni), spiega bene questi dati. La Cina e' il principale fornitore della UE e il secondo importatore di prodotti comunitari dopo gli Usa.
Il principale rischio dei prodotti individuati e' quello della salute: il 25% puo' causare ferite al consumatore, un altro 18% reazioni chimiche e un 17% puo' causare soffocamenti. I numeri provengono dalle segnalazioni che fanno annualmente i 27 Paesi comunitari (piu' Norvegia, Islanda e Liechtenstein) alla rete di allerta RAPEX.
La maggior parte di questi casi sono collegati all'imposizione di misure restrittive da parte delle autorita' nazionali (due ogni tre casi), e solo una minoranza si risolve con provvedimenti volontari (per esempio, un supermercato che ritira un determinato prodotto prima che le autorita' lo obblighino a farlo).
 
 
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