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 USA - USA - Segregazione urbana, la colpa è delle troppe limitazioni urbanistiche degli enti locali
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Notizia 
6 luglio 2016 17:36
 
 La strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni. Chi poteva mai pensare che organizzarsi in comitati di quartiere per opporsi a nuove costruzioni e l'arrivo di nuovi abitanti e business (soprattutto se stranieri...) avesse l'effetto di aggravare la disuguaglianza economica e la segregazione? Beh, qualcuno forse poteva sospettarlo, ma ora è stato dimostrato.
In un recente studio della University of California Los Angeles e pubblicato sulla rivista scientifica Journal of the American Planning Association, i ricercatori Michael C. Lens e Paavo Monkkonen dimostrano oltre ogni dubbio gli effetti perversi sull'integrazione prodotta da una regolamentazione urbanistica sempre più restrittiva invocata per "preservare" piuttosto che accogliere.
Una normativa troppo stringente - tra cui limiti sulla densità delle abitazioni, le numerose autorizzazioni necessarie per nuove costruzioni e attività - è inequivocabilmente legata al fenomeno della ghettizzazione urbana. Come legato alla segregazione socio-economica è lasciare che a regolamentare siano gli enti locali, piuttosto che quelli regionali o nazionali. I governi locali, infatti, sono troppo vulnerabili alle pressioni degli abitanti, ed in particolari a quelli più benestanti che non vogliono vedersi invasi da persone "diverse". Lo studio, che ha riguardato 95 grandi centri urbani, dimostra che maggiore è il potere degli enti locali di regolamentare, maggiore è il livello di segregazione e ghettizzazione.
Le ricette offerte dagli studiosi sono le seguenti:
1. togliere potere agli enti locali e darlo ai governi centrali;
2. allentare le restrizioni urbanistiche, soprattutto nei quartieri piu' benestanti, incentivando l'inclusione.
 
 
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