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AUTORITA' GARANTI. FUNZIONALI AL POTERE, SONO TRA LE PRINCIPALI RESPONSABILI DELLO SFASCIO ECONOMICO ED ISTITUZIONALE. APPELLO A NON ESSERE LASCIATI SOLI
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Comunicato 
11 ottobre 2006 0:00
 
Spesso si sente dire che le Autorita' Garanti non hanno gli strumenti per farsi valere nei confronti di chi viola le norme su cui loro dovrebbero vigilare. Lo abbiamo creduto anche noi, ma da oggi, colmato il bicchiere della sopportazione, siamo arrivati alla conclusione che queste Autorita' sono tra le principali responsabili dello sfascio delle nostre istituzioni e della nostra economia.
La decisione dell'Autorita' Garante della Privacy di impedire la trasmissione tv sui consumi di droga in Parlamento da parte delle "Iene" e' il tassello finale per intonare il "de profundis" su questo ennesimo capitolo infelice della nostra Repubblica: le Autorita' Garanti. Mancava all'appello, forse perche' la gestione di Stefano Rodota' era piu' garantista e indipendente di quella dell'attuale presidente Francesco Pizzetti (dato come "uomo" di Romano Prodi). Da oggi il cittadino utente e consumatore non solo non ha piu' punti di riferimento istituzionali, ma quelli che ci sono rappresentano, nella maggiorparte dei casi, dei veri e propri ostacoli all'affermazione dei diritti.
Nel caso della Privacy dei deputati del Parlamento, anche uno studente del primo anno di Giurisprudenza ha compreso che non si trattava di questo (i nomi dei singoli deputati risultati positivi al test sulle droghe non li conoscevano neanche i realizzatori della trasmissione), ma solo di omaggiare il Palazzo (o se si preferisce: il Potere).
Vediamo, con alcuni significativi esempi, perche' siamo arrivati a questa conclusione.
- Autorita' per l'energia. Con l'Italia tutta al buio dopo il blackout del 28 settembre 2003, questa Autorita' ha di fatto impedito che i responsabili indennizzassero le vittime. Impedimento che e' continuato nonostante numerose sentenze della magistratura che hanno condannato l'Enel.
Chi dovrebbe tutelare questa Autorita'?
- Antitrust.
a)
Alle numerose denunce sul fatto che la Rai continua a chiamare canone o abbonamento la tassa sul possesso di un apparecchio tv, e su questo a imbastirci gigantesche campagne pubblicitarie, ha bocciato qualunque ricorso sostenendo che tutti sanno che con la parola canone si intende il pagamento di quella tassa (un giretto sul nostro settore "Cara Aduc" del nostro portale Internet, con le domande e le indignazioni dei cittadini, farebbe cambiare idea anche al piu' trinariciuto).
b) il piu' che palese conflitto di interessi della Telecom nel fornire in regime di monopolio il servizio di ultimo miglio ai suoi diretti concorrenti, non viene considerato tale.
c) il monopolio di Microsoft nei sistemi operativi obbligatoriamente associati all'acquisto di un computer, non e' tale perche' chiunque -secondo l'Antitrust- puo' acquistare un pc senza questo sistema operativo o farsi rimborsare il dovuto dopo aver chiesto di disinstallarlo (peccato che per ottenere cio' occorre fare causa in tribunale....).
d) il monopolio di Sky nella pay-tv e' come se non esistesse.
Chi dovrebbe tutelare questa Autorita'?
- Consob.
A fronte di centinaia di migliaia di risparmiatori gabbati o truffati da prodotti del cosiddetto risparmio gestito (MyWay-4You del Mps in testa), non ha fatto nulla per impedire che si continuasse a proporli o si riproponessero sotto diversi contenitori.
Chi dovrebbe tutelare questa Autorita'?
- Autorita' delle Comunicazioni.
Le offerte/truffe di tutti gli operatori telefonici (TelecomItalia in testa) fatte attraverso l'"appioppamento" di servizi o modifiche contrattuali non richieste, rimangono impunite e continuano in forme e metodi sempre piu' lesivi delle norme e del buon diritto.
Chi dovrebbe tutelare questa Autorita'?
Di fronte a questo sfascio istituzionale e giuridico, il cittadino e' sempre piu' senza strumenti di rivalsa che non l'ordinaria giustizia (molto spesso impraticabile perche' ormai "alla canna del gas"). Per cui c'e' poco da stupirsi se ci sono manifestazioni di totale sfiducia istituzionale e fiscale nei confronti di chi ci amministra. Ma noi non molliamo. E su questo facciamo un appello a non essere lasciati soli: per combattere questo malaffare abbiamo bisogno di piu' forza nelle istituzioni e fuori. Il confronto e' aperto!

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
 
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