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Lettera 
28 marzo 2013 0:00
 
È giusto che chiediate un sostegno per il vostro lavoro. Quello che mi ha finora fermato è il fatto che se il consumatore ha difficoltà a far valere i propri diritti, o diventa antieconomico è un bel problema.
Tempo addietro vi ho contattati per un problema presso un negozio di informatica. Il rifiuto del negoziante di prendere in consegna il prodotto difettoso e dovermi invece rivolgermi direttamente al produttore, nonostante la legge lo obbligasse. Ho anche inviato al negoziante una raccomandata che mi è tornata indietro come rifiutata. Ero disposto a fare tutti i passi necessari, a sostenervi, a pagare la quota per avviare la pratica, ma siete stati voi a farmi desistere. Mi sarei trovato a spendere più di quello che avevo speso per l’apparecchio elettronico. Il mio caso mi ha permesso di scoprire tutte le falle della garanzia. Se un negoziante vuole fare ostruzionismo ha vita facile. Se io invece cerco di far valere i miei diritti ho la strada tutta in salita. è inutile mandare la raccomandata se poi il negoziante ha facoltà di respingerla. dopo i primi sei mesi è onere del consumatore dimostrare che è un difetto del prodotto e non un uso errato, se afferma che ho preso l'oggetto a martellate sono io che devo dimostrare che non l'ho fatto, c'è una spesa per effettuare la perizia tecnica e non è chiaro se tale spesa viene rimborsata se viene accertato il difetto del prodotto, aggiungete che nemmeno le forze dell'ordine sono al corrente della legge: quando il negoziante rifiutò di prendere in consegna il prodotto mi sono rivolto ad un carabiniere che mi ha detto che dopo un anno dall'acquisto non è più responsabile il negoziante ma direttamente il produttore. ho provato a spiegargli che non era così.
in concreto cosa potete fare per evitare che si verifichino casi come il mio? a quel punto avrete senz'altro il mio sostegno, anche se nel mio caso specifico non posso fare più nulla.
Gabriele, da Roma

Risposta:
non entriamo nel merito della sua "filosofia" del sostegno. E' una sua opinione e la rispettiamo. Le facciamo notare che se tutti facessero come fa lei, associazioni come la nostra non esisterebbero: l'impegno per l'affermazione dei diritti e' fatto di sistematicita' e disponibilita'. Comprendiamo e rispettiamo che a tanti questo non interessa o interessa solo per risolvere il proprio specifico problema. Se pero', a questa "macchina per l'affermazione del diritto" non si consente di andare avanti, quel momento X che lei sta aspettando per capire se le conviene, sara' sempre piu' un agognato desiderio.
 
 
 
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Direttore Domenico Murrone
 
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