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L’irriverente affronta la presidente della Camera. Patria e Nazione. Qualcosa non torna, pardon..
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Stati uniti d'europa di Vincenzo Donvito
2 giugno 2017 15:59
 
  Il "Concetto di patria non ha nulla a che vedere con le ideologie nazionaliste. Il nazionalismo esclude, la Patria è inclusiva, il nazionalismo è aggressivo, la Patria è solidale, il nazionalismo costruisce muri, il patriottismo tende la mano agli altri". Lo afferma la presidente della Camera Laura Boldrini in Aula alla Camera all'incontro "Servizio Civile. Giovani per un'Italia solidale", in occasione dell'edizione speciale dell'iniziativa "Montecitorio a porte aperte" per la Festa Nazionale della Repubblica (1).
Lasciamo stare i vocabolari… che farebbero stragi ovunque e non solo al primo scranno del numero Tre della nostra Repubblica. Andiamo sul pratico, con tutto il rispetto che e’ giusto sia portato a chi dovrebbe presiedere il nostro Paese se venisse meno il presidente Sergio Mattarella e il presidente Pietro Grasso (lunga vita ad entrambi!!).
In pratica abbiamo ancora da trovare una patria che:
- “tenda una mano agli altri” in quanto “patria”, e mi sovvengono nella storia tutte le patrie in nome delle quali, e delle loro presunte superiorita’, si e’ fatto strage di tutto cio’ che capitava a tiro…. O forse, per fare solo un nostro recente esempio, non era patria quella a cui faceva riferimento Benito Mussolini per valorizzare le sue azioni interne ed esterne di governo del Paese e delle idee presunte superiori di cui voleva farsi portatore nel mondo (Libia, Etiopia, etc..)?
- sia “inclusiva”: di chi e di che cosa? Forse solo di quelli che si confanno a se stessa. Tant’e’ che, per esempio, il nostro codice e’ pieno di reati (d’opinione) per chi offende lei e i suoi simboli.
- sia “solidale”… qui si puo’ discutere, che non e’ escluso che anche il piu’ incallito patriota possa manifestare soldarieta’ a chi e’ piu’ demunito, ovviamente tenendolo ben a distanza come, per esempio, avviene coi vari centri pubblici di assistenza e accoglienza degli immigrati che vengono a chiederci aiuto (centro che in molti ritengono essere un vergogna umanitaria e del buon senso).
Credo che non sia questione di capirci sul termine “patria”, ma che proprio in se’ questo termine abbia dei problemi.
Altro esempio: per far meglio comprendere che il nostro Paese non e’ chiuso nei confini nazionali, taluni usano il termine “patria Europa”, come se fosse positivo. Quindi si dovrebbe esportare la patria estendendone i confini, ma pur sempre patria, che quindi dovremmo amare per usarla contro chi l’attacca o dovremmo esportarla come modello piu’ o meno universale. E dove la differenza con la patria di Boldrini? Basta che la superficie in metri quadri sia piu’ vasta perche’, in automatico, vengano meno i principi e i pruriti che tormentano i patrioti? Come la mettiamo, allora, con quelli -tantissimi e la quasi totalita’ oggi dei richiedenti asilo- non fa parte di questi confini? Li “includiamo” “tendendo la mano”, “solidali”… cioe’ coi problemi che abbiamo scritto sopra?
Non ce ne voglia, signora presidente, ma e’ proprio il termine “patria” che non funziona, cosi’ come quello “nazione” (di cui -in politica- e’ sinonimo a tutti gli effetti).
Le sfide del 2017, con alle spalle piu’ di duemila anni di storia sempre ripetitiva in questo ambito (fosse la patria e la nazione dei re o delle repubbliche, dei popoli o degli “eletti” dai dii di vario stampo o dalle famiglie padrone che si tramandavano quello che i loro avi avevano conquistato facendo fuori altri patrioti, re o popoli che fossero).. le sfide del 2017, ci chiamano proprio -secondo il modestissimo avviso di questo irriverente- a capire che non dobbiamo continuare a farci male con patrie e nazioni, ma che il nostro riferimento -almeno per il momento- non puo’ che essere il Pianeta. Se ci sbagliamo vuol dire che ci siamo inventati il riscaldamento climatico (Donald Trump permettendo -off course), le multinazionali, Internet, le migrazioni, il commercio internazionale che e’ l’unico che conta, la finanza internazionale, il terrorismo, gli organismi internazionali (tipo ONU) che sono gli unici che -pur coi loro limiti- riescono a dar vita a fronte di patrie e nazioni che continuano a dar morte (Africa subsahariana e non solo, docet), medici di vario tipo senza frontiere, ONG anch’esse di vario tipo, CETA, TIP, linguaggi e lingue del nostro quotidiano mescolate e integrate le une con le altre, etc etc.. E mi sentirei a disagio nel chiamare patria o nazione il Pianeta.
Non ce ne voglia presidente: pardon!

1 – da un lancio dell’agenzia stampa Ansa di oggi 2 giugno 2017.
 
 
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