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Aiuto agli anziani: a buon rendere
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Articolo di Redazione
6 marzo 2012 15:49
 
La popolazione invecchia -in Svizzera come altrove- e le autorità si preoccupano dei crescenti costi dell'assistenza agli anziani. Per far fronte al problema, la città di San Gallo vuole sperimentare la "borsa del tempo", con il benestare dell'Ufficio federale delle assicurazioni sociali. Il meccanismo è quello della "banca del tempo", che già viene praticata da molte parti e ricalca il baratto o anche l'economia del vicolo: io preparo la torta per il compleanno del figlio di una donna inesperta di cucina, e lei al momento opportuno m'insegnerà a navigare in Internet...
In questo progetto, il pensionato, in buona salute e desideroso di fare qualcosa per gli altri, svolge alcune mansioni per un estraneo più anziano di lui e bisognoso. Ogni ora impiegata viene registrata su un libretto personale, e il giorno in cui fosse lui ad avere bisogno, potrà compensare il volontario con il "tesoretto" di ore accumulate.
La scelta di San Gallo come luogo pilota non è casuale: conta 72.500 abitanti e diverse esperienze positive in campo sociale. I potenziali soggetti sarebbero 12.000 persone oltre i 65 anni; calcolando 300 individui disposti a donare due o tre ore alla settimana per 42 settimane, si arriverebbe a un totale di 25.000 ore: un buon risultato, secondo gli organizzatori.
Sebbene il piano si basi sulla solidarietà, il Comune istituirebbe un fondo di 150.000 franchi (126.000 euro) per finanziare una piattaforma di scambi in Internet e per coprire le spese amministrative. Ma verrebbe usato anche per indennizzare i volontari nel caso in cui l'esperimento dovesse concludersi prima del previsto.
Si tratterebbe comunque di attività complementari ai servizi tradizionali d'assistenza e cura. Agli anziani serve soprattutto qualcuno che li aiuti a fare la spesa e le pulizie o a sbrigare incombenze amministrative. In questo modo potrebbero rimanere a casa propria più a lungo, con grande giovamento individuale e collettivo.
C'è chi vede la borsa del tempo anche come il possibile recupero di una rete sociale che ancora pochi decenni fa esisteva nei villaggi, quando era normale chiedere al vicino se avesse bisogno di qualcosa. Altri non trascurano la possibile gratificazione riservata a chi si rende utile, e magari sconfigge in questo modo la solitudine e il senso d'inutilità sociale.

(adattamento di un articolo di Alexander Thoele, per Swissinfo.ch del 04-04-2012, a cura di Rosa a Marca)
 
 
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