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Assimutuo Unicredit: i clienti si oppongono, intervengono anche Banca d'Italia ed Ivass
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Articolo di Anna D'Antuono
15 marzo 2020 12:41
 
 Si palesano importanti novità nella vicenda dei mutui Assimutuo di Unicredit ed Aviva Assicurazioni.
Alla fine dello scorso ottobre ha preso avvio presso il Tribunale di Roma la prima vertenza patrocinata da me riguardo il controverso contratto che vede strettamente uniti un mutuo casa ed una polizza vita. Il Giudice si è riservato di decidere sulla richiesta di sospendere fino alla definizione della controversia l'esecutività del precetto notificato da Unicredit per un importo di oltre 50.000 euro.

L'Aduc ha anche nei mesi scorsi inviato esposti all'Ivass e alla Banca d'Italia, segnalando la situazione venutasi a creare.
La risposta dell'Ivass di aver avviato i necessari approfondimenti vuol dire, nel linguaggio della Vigilanza, che stanno prendendo in considerazione l'idea di valutare la legittimità del contratto e dei modi in cui è stato collocato alla clientela.
Aviva Italia, nella propria replica, afferma che la polizza copre il capitale residuo del mutuo solo in caso di premorienza dell'assicurato, mentre a scadenza restituisce il capitale che risulta dalla gestione separata. La compagnia prosegue dicendo che tale differenza è chiaramente specificata nel contratto e di aver sempre inviato il rendiconto annuale (molti clienti ci hanno invece segnalato di non averli ricevuti) dove è specificato il capitale spettante in base all'andamento della gestione separata.
La Banca d'Italia ha comunicato di essere già al lavoro sul caso e di non poter dire altro per via del segreto d'ufficio. (ALLEGATO)

La vicenda ha inizio oltre venti anni fa. A partire dalla metà del 1997 e fino a tutto il 2000, Abbey National Italia ha proposto il prodotto "Assimutuo", un combinato tra un mutuo ed un prodotto assicurativo della Commercial Union, che a sua volta conteneva una copertura caso morte del debitore ed una componente di investimento. Via via che le scadenze giungono a maturazione, i malcapitati debitori si rendono conto della reale natura del contratto e scoprono di non aver affatto terminato i pagamenti ma anzi di essere chiamati a saldare un'ulteriore consistente somma, pari ad alcune decine di migliaia di euro, che varia in base al capitale erogato e alla durata del mutuo.

Lo schema prevedeva che il cliente pagasse ad Abbey National la quota interessi del mutuo, mentre la quota capitale alimentava la polizza assicurativa.
Secondo le intenzioni, e secondo ciò che i venditori Abbey National comunicavano, al termine dei pagamenti il ricavato della polizza sarebbe stato erogato alla banca per estinguere integralmente la quota di capitale del mutuo ma, tra costo della copertura caso morte e soprattutto scarso rendimento del capitale investito, accade che al momento dell'estinzione, a scadenza o anticipata che sia, ci si vede recapitare da Unicredit una richiesta di pagamento. Parliamo di Unicredit perché Abbey National ha lasciato il mercato italiano ai primi del 2004 cedendo tutti i contratti ad Unicredit Banca per la Casa (poi incorporata dalla capogruppo), che da quel momento è subentrata nel rapporto coi clienti incamerando la quota interessi, mentre immutato è rimasto il rapporto contrattuale con Commercial Union a parte il cambio della sua denominazione in Aviva nel 2006.

Siamo in presenza di una combinazione di contratti molto simile ai tristemente noti prodotti di investimento della "famiglia" My Way – 4 You del Mps. Contratti che la Corte di Cassazione ha giudicato privi di meritevolezza giuridica a causa della loro illogica struttura. Unicredit ha finora proposto ai debitori dei piani di rientro rateali senza interessi ma si è scontrata con le giuste resistenze dei clienti che, sentendosi giustamente ingannati, non sono disposti a pagare. Ai Tribunali, quindi, il compito di dirimere la questione.

A tal proposito, poiché Unicredit ha iniziato a "fare sul serio" notificando il precetto agli interessati, può essere opportuno anticipare le mosse della banca ed intentare causa. In questa maniera si evita il problema dell'esecutività del precetto, finora non da tutti i Giudici considerata meritevole di sospensione. Ed è proprio quanto Aduc sta inziiando a fare per i debitori che si sono rivolti a noi.
 
 
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