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Le auto elettriche sono veramente ‘pulite’?
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Articolo di Redazione
16 settembre 2017 16:06
 
 “Veicoli puliti”, si intende che non emettono CO2, quindi non inquinanti. L’espressione oggi e’ molto utilizzata per far riferimento alle auto elettriche. Ma guardando piu’ da vicino, questi mezzi non sono proprio cosi’ ecologici.
Dopo Tesla, costruttore californiano che si e’ posizionato nel crinale delle vetture elettriche da dieci anni, gli altri fabbricanti (BMW, Volkswagen, General Motors, tra gli altri, e piu’ recentemente Volvo), si “mettono al verde”. Tasse dissuasive sulle emissioni di CO2 e gli stimoli finanziati (bonus, sovvenzioni) a favore dell’elettrico proposte da numerosi Stati, hanno aiutato a questa riconversione.
La Francia e il Regno Unito hanno anche di recente preso la decisione di vietare la vendita di auto a benzina e diesel a partire dal 2040. E -storia di concorrenza fra gli attori principali occienetali- la Cina, primo mercato automobilistico mondiale, si e’ impegnata a fare lo stesso. In Francia le amministrazioni locali stanno anche investendo in questo senso. Lo scorso giovedi’, Laurent Wauquiez, presidente della regione Auvergne-Rhòne-Alpes, ha fatto sapere di aver lanciato una prima regionale di una “auto pulita”.
A giugno del 2014, il giuri’ di deontologia pubblicitaria JDP, emanazione dell’Autorita’ di regolamentazione professionale della pubblicita’ (ARPP), e’ arrivata alla conclusione che la vettura elettrica non potrebbe essere considerata come “ecologica” o “pulita”. L’Osservatorio del nucleare, associazione antinucleare, ha piu’ volte denunciato le pubblicita’ invadenti dei veicoli del libero mercato del gruppo Bolloré. Il JPD ha gia’ denunciato le pubblicita’ Citroen, Opel e Nissan per le stesse ragioni. Ma queste sono solo delle raccomandazioni, non delle sanzioni, e le aziende rettificano spesso il tiro per risparmiare la loro immagine.
Il direttore generale dell’ARPP, Stéphane Martin, ha dichairato al quotidiano Le Monde: “Ogni veicolo ha un impatto sull’ambiente, nella sua costruzione come nel suo ciclo di vita. Non si puo’ qualificare la vettura elettrica come pulita ma non si puo’ dire che essa non contribuisca allo sviluppo durevole o che essa sia piu’ pulita rispetto alle vetture termiche, a meno che non ci sia una prova che sostenga il contrario”. Come evitare le scorciatoie?
Una discutibile riduzione del consumo di energia
Nel suo rapporto datato aprile 2016, l’ADEME, sottolinea che “lo sviluppo dei veicoli elettrici permette di ridurre la dipendenza dal petrolio importato”. Grazie ad un “eccellente rendimento energetico”, esso consuma meno energia di un veicolo termico per essere costruito. Ma c’e’ un problema: “Nell’insieme del suo ciclo di vita, il consumo energetico di una vettura elettrica e’ complessivamente vicino a quello di un veicolo diesel”. Questo spiega il fatto che una vettura elettrica necessita del doppio di energia per la sua costruzione rispetto ad una vettura termica. Un dei momenti piu’ energivori e’ l’assemblamento delle batterie.
“Oggi, i materiali sono preparati in dei forni a 400 gradi, fatto che genera un consumo di energia relativamente cospicuo. Ma questo dovrebbe migliorare nel corso degli anni a venire: i ricercatori sono impegnati a sviluppare dei metodi di sintesi che agiscono a 150 gradi, e questo significa meno energia”, spiega Jean-Marie Tarascon, professore al Collège de France e ricercatore in stockaggio elettrochimico dell’energia.
“A differenza dei veicoli termici, la maggior parte degli impatti ambientali di un veicolo elettrico si manifesta nella fase della fabbricazione. I vantaggi ambientali di un veicolo elettrico si manifestano quindi nel suo uso”, dice l’ADEME.
Mancanza di carburante non vuol dire assenza di inquinamento
“Vettura elettrica, zero emissione”, e’ diventato un argomento di promozione di questi veicoli. Ma quando sono in giro, le vetture elettirche emettono del CO2, anche se le emissioni sono molto meno rispetto al diesel o alla benzina (circa 9 tonnellate di CO2 rispetto alle 22, in Francia nell’insieme del ciclo di vita, secondo l’ADEME). Come una vettura senza carburante fossile puo’ emettere CO2? L’inquinamento e’ infatti indiretto. Esso e’ causato dalla produzione di elettricita’ utilizzata per ricaricare i veicoli. In Cina, dove l’elettricita’ proviene da centrali a carbone, l’impatto ecologico e’ per esempio molto piu’ alto.
“L’elettricita’ utilizzata in Francia emette poco CO2, grazie al nucleare. Ma non e’ un’energia pulita, poiche’ essa provoca dei rifiuti radioattivi. E noi importiamo elettricita’ anche dalla Germania, essenzialmente prodotta da centrali a carbone”, dice Stéphane Lhomme, presidente dell’Osservatorio del nucleare, associazione antinucleare. “Se l’energia utilizzata e’ rinnovabile, sia che provenga dall’eloico che dal fotovoltaico, questo rappresenta un vantaggio enorme e l’inquinamento e’ veramente diminuito”, dice Tarascon.
Contrariamente al diesel e alla benzina, i veicoli elettrici non emettono degli inquinanti (COV e Nox) favorendo la formazione dell’ozono, che e’ responsabile del degrado della qualita’ dell’aria. Ma essi emettono quantomeno delle particelle fini. E per questo, non c’e’ bisogno di tubo di scappamento. Uno studio dell’Osservatorio della qualita’ dell’aria nell’Ile-de-France, dimostra che il 41% delle particelle fini in sospensione emesse nel 2012 dal traffico stradale nella regione parigina, era dovuto all’abrasione degli pneumatici, grazie al tipo di asfalto e ai freni.
Il ruolo delle batterie
Sempre secondo l’ADEME il potenziale esaurimento delle risorse fossili per la fabbricazione di un veicolo elettrico e’ piu’ importante rispetto ai veicolo termici. In causa, l’estrazione dei materiali (cobalto, litio, grafite…) che compongono le batterie a litio utilizzate dal mercato. “La filiera necessaria alla fabbricazione delle batterie ha degli effetti drammatici, fatto che e’ stato dimostrato in modo esplicito da due documentari. Quello di France5 in America del sud sulle riserve di litio. E quello di “Inviato speciale” sulla grafite in Cina”, aggiunge Lhomme.
“Il cobalto proviene dalla Repubblica Democratica del Congo, la’ le estrazioni sono da un punto di vista etico totalmente anomale, ed e’ per questo che cerchiamo di liberarcene. Oggi molte compagnie cercano di riciclare questi materiali a partire dalle batterie usate per poterle riutilizzare di nuovo. Questo ha un costo piu’ basso che non andare ad estrarre del nuovo cobalto”, spiega Tarascon. Oggi e’ possibile riciclare una batteria integralmente, ma anche questo ha un costo che i costruttori non vogliono assumersi. L’Unione europea obbliga dal 2011 a riciclare almeno il 50% delle batterie. E siccome il litio e’ un prodotto leggero, non e’ riciclato prioritariamente.
In un futuro piu’ o meno prossimo, le vetture elettriche potrebbero diventare piu’ “pulite”. “I ricercatori hanno ben preso coscienza di questi problemi ambientali e cercano di minimizzarli. "Per ridurre il costo energetico, stiamo lavorando a livello delle batterie. Alcuni ricercatori stanno cercando di sviluppare delle tecnologie che utilizzano del sodio, piu’ abbondante che non il litio. Non c’e’ alcun dubbio che nel futuro le vetture elettriche saranno fabbricate con meno impegno ambientale”, prevede Taracson.

(articolo di Margaux Lacroux, pubblicato sul quotidiano Libération del 16/09/2017)
 
 
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