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Banconote da 500 euro destinate a sparire, ma la guerra al contante presenta rischi poco percepiti
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Articolo di Giuseppe D'Orta
14 gennaio 2019 9:49
 
Dal prossimo 27 gennaio, la BCE non emetterà più banconote da 500 euro, motivandola col fatto che potrebbero facilitare attività illecite.
Anche tenuto conto del ruolo internazionale dell’euro e della diffusa fiducia nelle sue banconote, quella di maggior nominale resterà una valuta legale e potrà essere scambiata presso le Banche Centrali dell'Eurosistema a tempo illimitato, così come a tempo illimitato potrà essere usata come moneta di pagamento e riserva di valore.

Pur nel voler combattere le illegalità, la BCE dimostra di aver ben presenti i rischi che l'abbandono del taglio da 500 presenta. La guerra al contante, che poggia sul contrasto all'evasione fiscale e al riciclaggio, non può infatti non tenere conto dei vari pericoli in cui si incorre affidandosi in toto alla tecnologia e che sono sovente molto poco percepiti perché legati ad ipotesi "estreme" o perché "nascosti" in server appartenenti a soggetti privati.

La Banca Centrale svedese, nazione in cui oramai si usa quasi esclusivamente danaro virtuale, ha di recente constatato la scarsità di monete e banconote specie nel nord del Paese, e ha evidenziato che ciò comporta rischi in caso di catastrofi naturali o tecnologiche.
Se, come avvenuto lo scorso 1 giugno, sono sufficienti poche ore di blocco ad un singolo circuito di pagamento (Visa) per provocare forti disagi in mezza Europa (2), figurarsi cosa potrebbe accadere in scenari peggiori. Inoltre, i mezzi pubblici di pagamento sono controllati da soggetti privati, e ciò può diventare un problema specie in situazioni di crisi, dove il tempo costituisce un elemento fondamentale e non si può rischiare alcun genere di intralcio. Non solo: forte è anche il pericolo riguardo la gestione e l'archiviazione dei dati personali di tutti i soggetti che utilizzano tali mezzi di pagamento.

La Banca d'Italia, dopo atteggiamenti non sempre univoci, appare ora d'accordo e l'opuscolo "La Banca d'Italia. Funzioni e obiettivi" distribuito all'ultima assemblea annuale, riporta che "alla base della centralità del contante fra i mezzi di pagamento è che esso è l'unico mezzo di pagamento ad aver corso legale. Il suo impiego è gratuito e anonimo e la riservatezza viene garantita. Il contante può essere usato in casi di emergenza, ad esempio se le apparecchiature per i pagamenti con le carte non funzionano o se ne sono stati superati i limiti di utilizzo". Inoltre "può essere utilizzato come riserva di valore".

Insomma, è meglio osservare il denaro contante sotto più aspetti prima di chiedere di sancirne l'abolizione.   
 
 
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