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Il biscotto del momento. Fine strategia della Ferrero o abituale follia mediatica? Sentiamo anche l'Antitrust
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Articolo di Vincenzo Donvito
5 dicembre 2019 12:55
 
 Stiamo parlando del “Nutella Biscuits”, un prodotto della Ferrero che sta spopolando, essenzialmente in Italia e in Francia ma, visto che stiamo parlando di uno dei più famosi brand del mondo (Nutella) non si possono escludere sconfinamenti da questi due Paesi cugini in Europa (1). Per capire in un battibaleno di cosa stiamo parlando crediamo sia sufficiente far presente che sul web questi biscotti vengono venduti a prezzi quadruplicati, da privati e più o meno improvvisati commercianti, oltre a veri e propri venditori che non si fanno scrupoli… e che ovviamente la società di Alba (Cuneo) ben si guarda dal bloccare o, quantomeno, far presente che certi prezzi non fanno parte della loro politica commerciale… silenzio che ben giustifica il ritorno pubblicitario che ne hanno.

La domanda che ci siamo posti, “strategia della Ferrero o abituale follia mediatica?” crediamo che non avrà mai una risposta e, oltre ad essere una “omissione” comprensibile visti i vantaggi che il produttore ne ha, sostanzialmente a noi interessa solo per una riflessione non per il fenomeno in sé ma per capire – consumatori - chi siamo e dove stiamo andando.

Il parallelo è facile: l’apertura dei negozi in occasione del “Black friday”… ma fino ad un certo punto, a parte alcune immagini che ci giungono da oltreoceano, ma soprattutto il lancio periodico dei nuovi iPhone e negozi della Apple che (questo sì) ci coinvolge in toto (2). Poi ci sono fiumi di film (quasi sempre made in Usa) dove all’annuncio di promozioni, vediamo intere famiglie, più o meno obese, con giganteschi carrelli strapieni di acquisti di ogni tipo. E infine, sempre in materia di assalti ai negozi, ci sono quelli di Paesi e luoghi generalmente “disgraziati”, dove i carrelli pieni sono spinti da persone che hanno fatto irruzione sfasciando vetrine e ingressi in occasione di manifestazioni più o meno violente in cui viene espressa la loro insoddisfazione perché grossomodo vengono “mantenuti” in povertà da regimi politici sempre più o meno oppressivi…. Ma questo economicamente è un altro problema, anche se le tecniche e i volti soddisfatti di chi ha fatto “acquisti” sono simili.

Ci rendiamo conto che siamo nel 2019 europeo ed italiano, dove con un po’ di ritardo si manifestano fenomeni che oltre l’Atlantico sono tali da svariati decenni e non solo... ma siamo sicuri che è questo il livello di civiltà economica a cui aspiriamo e, soprattutto, a cui stiamo lavorando perché entri nella testa delle persone, consumatori o meno che siano?

Per entrare nello specifico: quanto è importante mangiarsi (o mostrare ai propri spettatori) i “Nutella Biscuits”, piuttosto che, in assenza di ciò che si trova e/o desidera, rimediarvi, per esempio, spalmando su un biscotto uno strato di Nutella dai barattoli che tutti hanno in dispensa? La “filosofia” di questo comportamento viene da lontano, è quella delle primizie, del consumatore che si sente speciale perché mangia qualcosa di esclusivo e ricercato. “Filosofia” che oggi trova una miriade di “combattenti” del “Km-zero” pronta a contrastarla, ma che zoppicano quando si devono confrontare con un “Km-zero” d’eccellenza come il nostro prodotto Ferrero. Quindi: tutto è relativo, e la “filosofia” finisce a go-go. C’è qualche problema nei nostri sistemi di informazione e comunicazione? Molto probabile. Soprattutto perché informazione e comunicazione del “km-zero” è spesso gestita da coloro che sono potenzialmente responsabili della rarefazione dei nostri biscotti alla Nutella sugli scaffali della distribuzione al dettaglio (3).

Le nostre, ovviamente, sono ipotesi e, per il momento ci limitiamo a segnalare la vicenda all’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, ché apra indagini se lo ritiene opportuno.

Nel frattempo ci interessa evidenziare che il consumatore, oltre all’impulso e alla compulsione, possa prendere atto di queste nostre riflessioni e decida di conseguenza come comportarsi. Il presupposto è semplice: quanto il desiderio è tale o viene fatto diventare tale? Lo sappiamo, stiamo parlando dell’anima del commercio e della pubblicità… ma il nostro auspicio è che rispetto a quella anima collettiva che si esprime nei comportamenti più o meno irrazionali di massa, possa farsi spazio quella individuale. A partire dalla consapevolezza che i biscotti non finiscono da soli: nella fabbrica, nei magazzini dei grossisti e nei negozi.

1 - Il fenomeno, con dovizia di dati e particolari industriali e commerciali, è ben spiegato in questo articolo
2 – qui un nostro articolo sull’apertura del più grande Apple store a Milano nel luglio 2018
3 – che per quella all’ingrosso, non ci sentiamo di escludere operazioni di aggiotaggio da parte di distributori che aspettano (e anche provocandoli) i rialzi di mercato….
 
 
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