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La Borsa? Come un gigante casino' ma meno trasparente e piu' difficile da comprendere
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Articolo di Redazione
12 ottobre 2010 13:27
 
Inquietanti le opinioni espresse all'apertura dell'incontro annuale degli operatori di Borsa, ieri a Parigi. Thomas Peterfly, fondatore della societa' “Interactive Brokers”, nel suo discorso introduttivo al summit della World Federation of Exchange (Wfe) ha detto: “La Borsa e' diventata un casino' gigante. Solo che il funzionamento di un casino e' piu' trasparente e piu' facile da comprendere”. Secondo Peterfly, gli scambi divenuti elettronici, la liberalizzazione dei mercati e l'intensa accelerazione delle transazioni sono causa del disordine sui mercati borsistici. Un messaggio un po' sconcertante, visto che Peterfly ha fondato alla fine degli anni '70 una societa' di scambi elettronici che ha contribuito a questa modernizzazione che oggi lui stesso critica. Ma riconosce: “Quando ho creato la mia societa', vedevo solo l'aspetto positivo dell'arrivo delle tecnologie sui mercati, e mi sono sbagliato”.
Di fatto, le Borse di New York e Parigi non hanno niente a che fare rispetto a come erano quarant'anni fa. Il recinto delle grida ha ceduto il posto a sale piene di computer. E chi da' ordini sono sempre piu' spesso dei programmi automatizzati e non dei brillanti matematici.
Dopo che, nel bel mezzo della crisi, hanno attaccato le norme delle banche, i professionisti del settore hanno fatto appello a chi fa queste regole e ai pubblici poteri perche' rimettano ordine sui mercati. In questo contesto l'Europa e la famosa direttiva sugli strumenti finanziari del mercato (MIF) sono tra le priorita'. Dal 2007, grazie all'iniziativa del liberale Charlie McCreevy, commissario al mercato interno e dei servizi, queste norme europee sono state approvate perche' il mercato borsistico si aprisse alla concorrenza.
Operatori storici come Euronext a Parigi o il London Stock Excanghe (LSE) della City si sono fatti concorrenza con piattaforme alternative. Ma questi concorrenti borsistici sono diventati troppi e troppo in fretta. La loro proliferazione ha contribuito ad uno sbriciolamento del mercato. Inoltre, sono apparse delle “dark pools”, piattaforme che consentivano il transito a grossi ordini di Borsa fuori della sorveglianza degli addetti. Con lo scopo di rendere i mercati piu' competitivi, alla fine li hanno resi piu' opachi e potenzialmente pericolosi. “Siamo seduti su un vulcano finanziario”, dice Jean-Pierre Jouyet, presidente dell'Autorita' francese dei mercati finanziari.”Non si arrivera' a risolvere completamente le disfunzioni del mercato senza fare riferimento alla direttiva MIF, che e' al centro di tutto”, aggiunge.
Con la direttiva MIF “si e' voluto rendere il mercato piu' agile. Questa era una cattiva idea”, ha detto Michel Barnier, attuale commissario Ue. “Non rimetteremo certamente in discussioni le evoluzioni tecniche.. la complessita' tecnica e i progressi tecnologici non possono essere una scusa per derogare ai principi fondamentali della trasparenza, della responsabilita' e delle specifiche regole” ha detto in un intervento a fine settembre in un incontro dal titolo “La direttiva MIF: si impone una revisione”.
Una consultazione in merito partira' nelle prossime settimane per raccogliere le proposte e le diverse osservazioni degli Stati membri. Il testo comunitario potrebbe essere rivisto nella prossima primavera.

(articolo di Claire Gatinois tradotto dal quotidiano Le Monde del 12/10/2010)
 
 
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