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La cocaina in Uruguay che nessuno ha visto (non è una fiction di Netflix)
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Articolo di Redazione
2 agosto 2019 17:50
 
 Alla scandalosa fuga del gangster italiano Rocco Morabito dalla prigione centrale di Montevideo (Uruguay), si è aggiunta la partenza dell'aeroporto di Carrasco, su un aereo privato, di 603 chili di cocaina del valore di 180 milioni di euro.
Altri due KO per un Ministero degli Interni che vacilla senza meta nell'ultimo anno del governo Tabaré Vázquez. I dati rivelati dalla Francia - dove è stato sequestrata la droga - ci consentono di dedurre che l'Uruguay è diventato un filtro per il traffico di stupefacenti e che le autorità o sono complici o sono come parte di un dipinto ad olio di un paesaggio.

L'episodio che ha spiazzato tutti i controlli all'aeroporto internazionale di Carrasco si è verificato il 14 maggio. La polizia europea che aveva seguito la via della droga ha preferito non avvisare i colleghi uruguaiani su ciò che stavano facendo, al fine di evitare blocchi per dubbi e perdite di informazioni.
Il loro intelligence è penetrato nelle comunicazioni di un cartello partendo dalla Croazia, proseguendo per Montevideo per fermarli in un aeroporto nel nord della Francia. Solo allora gli agenti di polizia dell'Europol hanno avvisato la brigata antidroga uruguaiana della manovra ed hanno chiesto la loro "collaborazione per approfondire le indagini" su un gruppo noto come i trafficanti dei Balcani, dedito a trafficare quantità di un certo pregio di cocaina con aerei privati, dall'America in Europa e in Asia.
Secondo le immagini catturate dalle telecamere di sicurezza dell'aeroporto, i passeggeri dell'aereo - 10 persone inclusi piloti e personale di bordo - sono entrati ed hanno lasciato la sala VIP dell'aeroporto di Carrasco facendo passare i loro bagagli attraverso lo scanner dei controlli.
Il controllo dei voli non commerciali è di competenza della polizia aerea, del dipartimento doganale nazionale e delle migrazioni. La cosa incredibile di tutta la storia è che la Drug Brigade non ha accesso alle informazioni sugli orari o sui passeggeri di questo tipo di voli. La mancanza di coordinamento e protocolli è evidente e avrebbe dovuto attirare l'attenzione di qualcuno in tutto il governo.

L'Uruguay non è un'isola in un continente che produce ed esporta cocaina. Il traffico di droga è una piaga che ha solo portato più povertà alla popolazione e corruzione negli Stati. La corruzione dei funzionari, la marginalità in cui l'industria della droga si espande con l’uso di assassini, la violenza, i muli e l'estorsione, generano solo più oppressione, disuguaglianza e ingiustizia.

Quello che è successo in aeroporto è un segno troppo forte e pericoloso che segna il fallimento inequivocabile di una gestione troppo lunga e con pessimi risultati alla guida del Ministero degli Interni. Non si tratta di un adolescente (che vede le serie narcos su Netflix) che sospetterebbe la complicità della polizia in questi due casi. Il problema è che ciò che è accaduto non è una serie di fiction ma la pura e dura realtà.

(articolo pubblicato su CE NoticiasFinancieras del 02/08/2019)

Qui una notizia della stessa vicenda in Germania
 
 
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