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Cognome maggiorenne straniero adottato. Il diritto contro le mafie
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Articolo di Isabella Cusanno
9 marzo 2018 17:32
 
 La Corte di Appello di Trento in una recentissima sentenza (n.1/2018 VG) ha confermato e ribadito l’impossibilità per il cittadino straniero che viene adottato da maggiorenne di acquisire il cognome prima o del recepimento della sentenza italiana o dell’acquisto della cittadinanza italiana stessa.
Le motivazioni di diritto per questa scelta sono solide e articolate al tempo stesso:
- la necessità e la doverosità di operare in accordo con le convenzioni internazionali che sono state recepite con leggi dello stato italiano;
- la necessità e la doverosità di rispettare il diritto al nome ed alla identità dello straniero;
- la necessità e la doverosità di comprendere e di non ostacolare le strutture giuridiche di uno stato straniero nel momento in cui queste si incontrano con quelle italiane, rispettando nei limiti di ciascuna sovranità, giurisdizione e competenza.
In particolare risulta dirimente ai fini della questione della individuazione dei cognomi da attribuire all’adottato maggiorenne straniero, la famosa Convenzione internazionale di Monaco del 1980 recepita con legge n.950 del 19 novembre 1984 dallo Stato Italiano, entrata in vigore il 1 gennaio 1990 e che, anche ai sensi dell’art.2 della riforma del diritto internazionale privato, trova applicazione al posto delle norme di conflitto italiane.
Si ricorda che la convenzione di Monaco del 1980 recita precisamente ed in modo inequivocabile che:” 1) I cognomi ed i nomi di una persona vengono determinati dalla legge dello Stato di cui é cittadino. A questo solo scopo, le situazioni da cui dipendono i cognomi e i nomi vengono valutate secondo la legge di detto Stato. 2) In caso di cambiamento di nazionalità, viene applicata la legge dello Stato della nuova nazionalità”
Questo al fine di garantire i diritti inviolabili alla identità di ciascuno e di impedire situazioni di incertezza di rapporti tra persone di diversa nazionalità in un alieno contesto giuridico.
Ci sarebbe da ricordare le direttive in merito della Unione Europea e le analisi di dottrina sui conflitti di giurisdizione internazionali.
Allo stesso modo ci sarebbe da ricordare quanto il diritto pubblico permea molte delle norme di diritto privato inerenti i diritti inviolabili al fine di garantirne certezza e concretezza ed allo stesso tempo collegandolo strettamente ai sistemi organizzativi statali.
Ma in questo momento ci preme soprattutto ricordare e ribadire l’importanza di due nostri impegni in favore dei maggiorenni stranieri (e non) che vengono adottati in Italia dopo aver passato tutta l’infanzia nella speranza di essere adottati dalle famiglie che si sono presi cura di loro.
I due impegni nascono dall’esigenza morale di trovare soluzioni giuridiche ad istanze che trovano le loro radici in diritti naturali profondamente umani.
E nascono dall’esigenza del giurista di confermare una intera vita dedicata alla ricerca dell’equilibrio sociale determinato in modo indipendente da ogni considerazione che non sia strettamente connessa con la natura umana e le sue esigenze, alla luce di un diritto quale scienza umana per eccellenza.
Questi due impegni sono quelli relativi ai recepimenti delle sentenze italiane in terra straniera (leggi in particolare la Bielorussia per la quale ci siamo adoperati tanto in questi anni) e quelli relativi alla necessità di dare concreta affermazione alle esigenze di stabilità familiare e sociale.
Sono impegni che sono stati ingiustamente oscurati e negletti dalle medesime autorità statali che avrebbero dovuto sostenerli, ma che noi non dimentichiamo né trascuriamo.
E sono impegni che nascono da ulteriori due considerazioni tutte giuridiche: la necessità di operare in accordo con le convenzioni internazionali che sono state recepite con leggi in Italia, e la necessità di conoscere e comprendere l’universo legislativo dei Paesi stranieri in particolare quelli dell’est, quelli dell’oltre cortina, che non devono rimanere oscuri, sia per ottenere un risultato concreto a garanzia dei diritti di ciascuno, sia per stabilire rapporti trasparenti e avulsi da ogni mafia.
Il Centro giuridico che abbiamo fondato è attivo ormai da anni, chiunque volesse collaborare con noi è il benvenuto.
Continua
 
 
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