testata ADUC
Colombia. Come la narco-estetica diventa la norma
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Redazione
8 marzo 2018 10:58
 
Seni smisurati, corpi perfetti… Gli stereotipi dei narcotrafficanti sono diventati norma presso i giovani colombiani. Le femministe sono sul piede di guerra.
Tutte le sere alle 10, sono milioni i colombiani che seguono la nuova stagione della telenovela “Sin Tetas Si Hai Paraiso 2”, sul primo canale nazionale. Questa serie il cui titolo si puo’ tradurre con “Senza tette c’e’ ancora un paradiso” e’ una delle serie piu’ seguite in America latina e in Usa nel 2017. Si tratta del seguito di “Sin Tetas No Hay Paraiso”, cioe’ “Senza tette non c’e’ paradiso”, la serie mitica che ha lanciato il genere delle narconovelle ed ha fatto furore tra il 2006 e il 2009, estratta dal libro con lo stesso nome di Gustavo Bolivar.
La serie racconta la storia di una giovane donna dei quartieri poveri di Bogota’, che sogna la chirurgia estetica, la ricchezza, e di entrare nel giro molto chiuso dei narcos. “Ma ha messo in luce una realta’ colombiana, cio’ che passa realmente in alcuni quartieri popolari del Paese e che viene chiamato narco-estetismo. Ma a mio parere, ha ulteriormente democratizzato la chirurgia”, dice Maria Cardona, giovane colombiana di 22 anni, fan del programma. Sicuramente, Catalina, l’eroina della serie, raggiunge il suo scopo, trasforma il suo corpo per sedurre un narcotrafficante, ma tutto finisce tragicamente.. obbligo delle telenovelle! La serie denuncia ed introduce i telespettatori nel mondo spietato delle “bambole” dei narcos tra meschinità, tradimento, ipocrisia e bellezza superficiale. “Ma le giovani spettatrici possono identificarsi e vogliono assomigliarvi, credendo che essere la donna dei narcos prometta una facile vita”, dice Sandra Isaza, una delle responsabili dell’associazione femminista “Red feminista antimiitarista”, che lotta contro la narco-estetica.
Un intervento chirurgico per i 15 anni di ogni giovane donna
Questo accade peche’ in Colombia la bellezza e’ ovunque, le forme voluttuose sono onnipresenti, anche nelle vetrine dei negozi, dove i manichini mostrano misure protuberanti che sono ben al di la’ della realta’. Oggi, questo canone di bellezza si e’ espanso nella societa’ colombiana, essenzialmente a Medellin, citta’ del padrino della droga Pablo Escobar. A tal punto che oggi, in occasione della Quinceañera, la grande festa dei 15 anni delle giovani ragazze colombiane, e’ diventato di routine che i loro genitori diano loro in regalo un intervento di chirurgia estetica.
Nel 2017, piu’ di 400.000 interventi di chirurgia estetica sono stati registrati in Colombia, settimo Paese al mondo secondo la ISAPS, International Society of Aesthetic Plastic Surgey. “La narco-estetica non e’ una cosa comune in Colombia. Ma, purtroppo, si e’ normalizzata. E’ un prodotto della nostra societa’ patriarcale, dove gli uomini pensano che la cosa piu importante sia il denaro, arricchirsi facilmente grazie al narcotraffico. Sono delle persone ignoranti, che hanno una visione alterata della bellezza. Le donne diventano degli oggetti di consumo come qualunque altro, ed esse si appropriano di questa immagine”, deplora Margarita Rosa Trujillo, presidente della Union de Ciudadanas de Colombia, la piu’ antica associazione femminista della Colombia.
Violenza patriarcale
Non e’ la sola battersi contro la narco-estetica. Queste ultime settimane, “Red feminista antimilitarista”, ha fatto parlare di se’ sui social network con un video in cui denuncia questa attrazione da parte delle giovani donne: “La narco-esetica e’ una logica del narcotraffico, fa parte di una cultura, con dei codici di abbigliamento e degli stereotipi di bellezza. Non e’ un capriccio delle donne, queste seguono cio’ che viene loro imposto dalla societa’, dal loro quartiere o dalle persone che frequentano”, dice Sandra Isaza. Secondo cui, il fenomeno spiega l’aumento del femminicidio in Colombia. Il dipartimento di Antioquia, di cui fa parte Medellin, ne e’ particolarmente toccato: vi si contano 53 assassinii di donne solo nello scorso dicembre.
Se questi femminicidi riguardano essenzialmente delle donne povere, vittime di violenza coniugale o famigliare, questi fenomeni sono legati: “L’oppressione delle donne passa per i corpi. La violenza patriarcale impone la modifica dei corpi, bisogna venderle e sfruttarle. Alcune donne flirtano con dei narcos e vogliono mostralo attraverso le trasformazioni chirurgiche. Esse vogliono attirare l’attenzione e ricevere dei complimenti sui loro seni, sulle loro misure e sulle loro dimensioni. Bisogna educarle. Ma e’ difficile”.
Le militanti femministe intervengono una volta al mese nelle scuole dei quartieri a rischio di Medellin, per sensibilizzare ed educare le giovani generazioni all’uguaglianza uomo-donna, alle violenze fatte alle donne e agli stereotipi. E sostengono anche le famiglie vittime di femminicidi, organizzano delle marce silenziose nei quartieri. “Cerchiamo di influenzare le donne, di farle riflettere su un progetto di vita nell’ambito dei narcos. Vogliamo loro mostrare che possono tornare ad essere se stesse grazie ad un lavoro o andando all’universita’. Un cammino difficile quando si sa che le telenovelle di successo mostrano il contrario...”, conclude Sandra Isaza.

(articolo di Sarah Nabli, da Bogota’, pubblicato sul giornale Le Point del 08/03/2018)
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
AVVERTENZE. Quotidiano dell'Aduc registrato al Tribunale di Firenze n. 5761/10.
Direttore Domenico Murrone
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS