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Il consumo di alcool non permette di vivere piu’ a lungo
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Articolo di Redazione
9 marzo 2018 15:04
 
 Alcuni lavori recentemente pubblicati grazie ad uno studio dell’Universita’ della California a Irvine (UCI) hanno avuto una particolare risonanza sui media: in seguito a questi articoli, bere due bicchieri di alcool ogni giorno aumenterebbe la possibilita’ di vivere piu’ a lungo del 18%. …. La realta’ e', come sempre, un po’ meno netta e meno seducente.
Il lavori in questione sono stati pubblicati nel quadro di “90 + Study”, un importante studio longitudinale (cioe’ che ha seguito delle popolazioni lungo un lasso di tempo) fatto a partire dal 2003 dall’UCI, su circa 1.600 persone di piu’ di 90 anni residenti in ospizi.
“”Credo fermamente che un consumo moderato di alcool sia associato ad una maggiore longevita’”, ha dichiarato la dott.sa Claudia Kawas, professoressa di neurologia e neurobiologia all’Universita’ della California e una delle principali co-autrici dello studio. “Ma non sono in grado di spiegarlo”, ha poi aggiunto.
La dott.sa Kawas non e’ la sola a pensare cosi': diversi altri lavori hanno evidenziato un legame tra un consumo moderato di alcool e dei benefici per la salute. Ma la questione e’ vivamente dibattuta, perche’ il risultato di questi studi hanno dei limiti e delle carenze metodologiche importanti. Limiti che Claudia Kawas ha ricordato, precisandolo in una conferenza dello scorso febbraio: “Occorre considerare che sto iniziando a studiare le persone quando hanno gia’ raggiunto l’eta’ di 90 anni. Penso che sia molto probabile che le persone che hanno un consumo eccessivo di alcool siano molto piu’ giovani anche perche’ quasi mai giungono a questa eta’”.
In effetti, gran parte dei lavori di ricerca in materia suggeriscono che il consumo di alcool ha piuttosto numerosi effetti nefasti per la salute.
Angolo oscuro e falsa casualita’
Un’analisi della letteratura scientifica esistente, fatta a partire dal 2016 su 87 studi, si dedica agli effetti dell’alcool sulla longevita’, fornisce una fotografia della situazione in modo sintetico delle ricerche. E le conclusioni degli autori non vanno nel senso di quanto detto da Claudia Kawas.
Considerati tutti i dati, basati su quattro milioni di persone che hanno partecipato a questi studi, quelli che hanno la maggiore longevita’ sono coloro che consumano raramente dell’alcool.
Pubblicato a marzo de l2016 sul “Journal of Studies in Alcohol and Drugs”, lo studio di queste 87 pubblicazioni evidenza alcuni problemi di metodologia per coloro che hanno attribuito degli effetti benefici all’alcool. Due sono i principali problemi sollevati.
- L’angolo dei "non-bevitori”
Il primo e’ che la maggior parte degli studi comparano dei consumatori regolari (fino a due bicchieri al giorno) a persone che non bevono o bevono poco, senza considerare le differenze fra i due gruppi.
I bevitori regolari bevono… perche’ loro possono bere
Per esempio, i non consumatori non bevono essenzialmente per problemi di salute preesistenti, e non perche’ rifiutano semplicemente di bere. Nello stesso tempo, la maggior pare degli studi considerano anche gli ex-bevitori che hanno smesso nella categoria degli astemi. E’ noto che la gran parte delle persone che hanno smesso di bere lo hanno deciso in virtu' di problemi di salute. I risultati mostrano una longevita’ ridotta per questa categoria, rispetto ai consumatori moderati. Considerando questi dati, sembra che i consumatori regolari di alcool abbiano generalmente una migliore salute rispetto agli altri. In termini semplici, loro bevono perche’ possono bere.
- Il fattore socio-economico
Il secondo problema sollevato riguarda i dati socio-economici. I consumatori regolari ai quali alcuni studi attribuiscono una maggiore longevita’ appartengono spesso alle classi piu’ ricche della societa’ e sono socialmente avvantaggiati (accesso alle cure, ambiente, stili di vita), fatto che spiega la loro migliore salute.
I ricercatori hanno passato in rivista la letteratura esistente sottolineando anche che i “bevitori” che hanno una migliore salute sono quelli occasionali, cioe’ quelli che non bevono piu’ di un bicchiere ogni sette giorni. Una quantita’ troppo debole perche’ abbia un qualunque beneficio per l’organismo, secondo Timothy Naimi, ricercatore al Boston Medical Center e co-autore dell’analisi del Journal of Studies on Alcohol and Drugs.
La non considerazione di queste situazioni, spiega perche’ un certo numero di lavori abbiano attribuito all’alcool dei benefici cosi’ diversi e contraddittori, come una riduzione dei rischi di frattura dell’anca, del cancro, di complicazioni natali, di demenza o anche di cirrosi epatica.
Alla fine, gli autori dello studio stimano, come conseguenza, che i diversi angoli bui individuati rendano molto fragili le conclusione su eventuali effetti benefici legati all’alcool. La correlazione osservata tra un consumo moderato ed una migliore salute possono essere spiegati attraverso altri fattori non presi in considerazione.
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(articolo di Gary Dagorn, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 08/03/2018)
 
 
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