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Crisi Usa degli oppiacei. Le varie cause del problema
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Articolo di Redazione
1 novembre 2017 16:14
 
 L'epidemia di oppiacei è motivo di angoscia nazionale profonda negli Stati Uniti: al momento uccide quasi 100 americani ogni giorno, più degli incidenti automobilistici. Il presidente Donald Trump ha dichiarato ufficialmente l'epidemia un'emergenza nazionale di sanità pubblica. Sebbene non abbia assegnato altri finanziamenti federali per affrontare la crisi, l'annuncio potrebbe accelerare gli sforzi a livello federale, statale e locale per individuare e attuare modi per combatterla. Dato che la sua amministrazione si sforza in merito, ne avrebbe beneficio se attingesse al sempre maggiore numero di ricerche che esaminano le origini e gli effetti medici ed economici di questa crisi.
Ogni parte del Paese sta combattendo la dipendenza dagli oppiacei, ma gli Stati più colpiti sono Ohio, West Virginia e New Hampshire. I più recenti dati del National Survey on Drug Abuse and Health, ci dicono che il problema concerne 51.200 americani nel 2015. Sulla base di stime ponderate, 92 milioni, o il 37,8% degli adulti americani, ha utilizzato oppiacei prescritti durante l'anno precedente (2014); 11,5 milioni, 4,7%, ne ha fatto abuso; e 1,9 milioni, 0,8%, hanno avuto conseguenze sanitarie. L'epidemia si sta diffondendo così velocemente che probabilmente i numeri sono più alti.
Per fare un confronto, ci sono 17,1 milioni di pesanti consumatori di alcol tra gli adulti oltre i 18 anni, secondo l'indagine del 2015. Ma l'aumento rapido dell'epidemia di oppiacei, la mortalita’ e gli effetti deleteri sulla società americana, stanno facendo preoccupare tutto il Paese.
È probabile che ci siano più cause per il problema. I medici hanno fatto la loro parte. "Abbiamo iniziato", ha commentato il chirurgo Atul Gawande rispondendo a Sarah Kliff di Vox in un'intervista a settembre. Gawande ha riconosciuto che, nel tentativo di curare meglio il dolore alla metà degli anni '90, i medici hanno fatto molte piu’ prescrizioni di oppiacei senza una adeguata attenzione alle conseguenze. Molti esperti all’epoca sostenevano che il dolore era stato troppo poco considerato nelle abituali pratiche mediche.
Sono state coinvolte anche alcune aziende farmaceutiche. Diverse indagini hanno evidenziato che i produttori di farmaci avrebbero alimentato l'epidemia per aumentare i propri profitti. Nel mese di settembre, il senatore Claire MacAskill del Missouri, ha pubblicato i primi risultati di una sua inchiesta sui produttori e sui distributori di oppiacei, facendo sapere che una società, Insys, "ha ripetutamente impiegato tecniche aggressive e probabilmente illegali per far aumentare le prescrizioni".
Il ruolo delle assicurazioni sanitarie e’ stato considerato meno, ma un’indagine più recente (New York Times e ProPublica) ha messo in evidenza come i metodi di queste assicurazioni, limitando l'accesso ai farmaci e ai trattamenti contro le dipendenze rendendoli piu’ costosi, abbiano favorito un facile accesso agli oppiacei.
Inoltre, le componenti socioeconomiche giocano una parte importante nell'epidemia. La disoccupazione, la mancanza di assicurazione sanitaria e la povertà sono tutte condizioni che portano ad un maggiore abuso di oppiacei, e conseguenti malattie.
Naturalmente, questi svantaggi finanziari potrebbero essere conseguenze, non cause, dell'epidemia, ma sembra plausibile che la disperazione e i traumi sociali siano responsabili solo in parte. La distribuzione geografica di queste situazioni sta evidenziando: le aree di dislocazione sociale, come quelle povere e densamente popolate delle città, e l'Appalachia, dove c’e’ uno dei più alti tassi di dipendenza. Le minoranze razziali ed etniche nelle aree urbane hanno storicamente lottato contro le difficoltà economiche e l'alto tasso di uso di droghe. Ma, poiché le comunità rurali degli anni '70 sono state colpite da un forte calo dei posti di lavoro, ciò ha portato ad elevati tassi di disoccupazione, insicurezza finanziaria e poche opzioni di miglioramento, costituendo cosi’ una buona base per un maggiore uso di sostanze, tra cui gli oppiacei.
I tassi di mortalita’ da abusi di oppiacei hanno registrato un aumento tra i bianchi americani in età lavorativa. La storia ci offre solo un altro recente esempio di un grande Paese industrializzato dove i tassi di mortalità sono aumentati nello stesso tipo di popolazione: la Russia nei decenni prima e dopo il crollo dell'Unione Sovietica. I contesti economici e sociali erano estremamente simili, e l'abuso di sostanze è stato un fattore dominante in entrambi i Paesi: l'alcool in Russia, gli oppiacei negli Stati Uniti. L'esperienza russa, come quella americana, è stata alimentata in parte dalla dislocazione sociale, quando l'economia dell'Unione Sovietica è crollata e i lavoratori russi hanno subito una drammatica perdita di sicurezza finanziaria.
I ricercatori stimano che il costo economico dell'epidemia americana di oppio possa essere pari a 80 miliardi di dollari l'anno, anche escludendo il valore economico della perdita di una vita. Per coloro che vivono con una dipendenza, è molto difficile mantenere un'occupazione regolare: quasi un terzo degli uomini che avrebbero l’eta’ giusta per una prima occupazione ma che non lavorano prendono quotidianamente farmaci per il dolore in seguito ad una prescrizione (cosi’ i dati dell'economista di Princeton, Alan B. Krueger, del 2016 ). In merito a questa ricerca, Krueger ha recentemente stimato che gli oppiacei potrebbero dare un loro contributo per circa il 20% nell’impedire il lavoro dal 1999 al 2015. Questa riduzione della percentuale di americani in età lavorativa, disoccupati, è allarmante. Secondo Krueger: il calo di presenza lavorativa è maggiore nelle contee dove sono prescritti farmaci piu’ a base di oppio. Pur se questa ricerca non è esaustiva, la connessione tra oppiacei e produttività economica è certamente significativa.
Ma il fatto che la dipendenza da oppiacei sia causa o risultato di una diffusa dislocazione economica in America, può a questo punto essere un fatto accademico. Per Krueger, "Indipendentemente dalla direzione della causalità, la crisi degli oppiacei e la partecipazione alla depressione della forza lavoro sono ora intrecciati in molte parti degli Usa."
Contro l'epidemia si richiede un approccio multiplo. Rendere più ampiamente disponibili i trattamenti delle tossicodipendenze è un primo passo. Molti assicurazioni non coprono questo trattamento, e molte persone che lottano con la dipendenza non hanno assicurazione. Nella maggior parte degli Stati, Medicaid copre meno della metà dei costi dei trattamenti, ma i ricercatori di Harvard hanno scoperto che gli Stati che hanno reso piu’ accessibile Medicaid e promuovono attivamente l’uso del naloxone, hanno registrato una maggiore riduzione delle morti connesse agli oppiacei rispetto ad altri Stati che non lo hanno fatto.
Oltre al trattamento per le dipendenze, i medici devono riconsiderare il modo in cui trattare il dolore -e dovrebbero utilizzare di più programmi di monitoraggio dei farmaci prescritti per identificare i casi sospetti collegati agli oppiacei- e le assicurazioni devono intervenire in merito. Per le coperture non assicurate, una specifica legge potrebbe contribuire ad aumentare l'accesso alla prevenzione, eliminando in parte la necessità di antidolorifici. Alla fine, però, la dipendenza dagli oppiacei e dal loro più diffuso cugino, l’alcol, può essere riflesso di problemi sociali ed economici profondamente radicati che non potranno mai pienamente essere affrontati in campo medico. Naloxone e riabilitazione non trattano mai la disoccupazione, la povertà, la mancanza di opportunità economiche e la disperazione che ne deriva. Ciò necessita di un intervento dell'economia, non di riabilitazione.

(articolo di David Blumenthal, presidente del Commonwealth Fund, pubblicato sulla Harvad Business Review del 26/10/2017)
 
 
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