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I diritti vanno difesi altrimenti si perdono. Aborto, droghe e autodeterminazione: elogio dell’Occidente
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Articolo di François-Marie Arouet
14 aprile 2022 15:56
 
 Le certezze e la libertà fanno parte solo della lotta. Non della routine.
Prendiamo spunto da alcuni dei tanti episodi di diritti che, pur se apparentemente confermati e consolidati, vengono meno.
L’aborto in Oklahoma (Usa) è diventato reato: il governatore ha firmato una legge che lo punisce fino a 10 anni di carcere; permesso solo se serve a salvare la vita della gestante.
Ad Amsterdam il Sindaco ha deciso di vietare ai coffee-shop di vendere marijuana ai turisti.
L’Ucraina è invasa dalla Russia che vuole, tutta o in parte, annettersela.

Vediamo lo specifico
Aborto/Oklahoma/Usa. Nel Paese delle libertà per eccellenza, dove in teoria le minoranze non sono controparte delle maggioranze, e viceversa… quando dalla teoria si passa alla pratica ecco che coloro che non si rassegnano a non dover imporre il proprio credo all’umanità, si fanno spazio e trasformano la religione in leggi.
Amsterdam/cannabis. L’anomalia dei Paesi Bassi dove la cannabis non è legale ma tollerata nei coffe-shop, dimostra l’importanza della certezza del diritto. Se la cannabis fosse stata legale, il Sindaco di Amsterdam non avrebbe deciso di vietare. “Equilibrio” che, senza ostacoli giuridici di sorta, glielo consente: un cosa è modificare una disposizione comunale di tolleranza, altro sarebbe modificare una legge statale.
Ucraina/Russia. Tutti riconoscono che gli Stati sono “sovrani” e nessuno dovrebbe intervenire con un esercito per far loro cambiare idea sulla propria politica interna. E invece la Russia, ché non si sentiva sicura con un tale vicino, ha deciso di invadere militarmente l’Ucraina.

I diritti violati, nei nostri casi, sono: libertà individuali (Oklahoma), certezza codificata degli stessi (Amsterdam), autodeterminazione degli Stati.

In questi ultimi decenni, da quando il muro di Berlino è stato distrutto e l’Urss si è dissolta, questa parte del Pianeta in cui abitiamo ci è sembrata più uniforme, con più amicizia e fratellanza tra i diversi che comunque siamo, molto più di quanto già non fosse accaduto con la fine della seconda guerra mondiale. Ci siamo formalizzati meno, abbiamo più dato credito ai modi d’essere d’abitudine che non a punti fermi inderogabili e chiaramente codificati per chiunque. E, soprattutto, chi la lottato e lotta per i nostri tre diritti violati, ha abbassato/annullato la guardia, giocando sul fatto che la libertà fosse di per sé educativa anche per coloro che prima non ne avessero goduta più di tanto. Unica eccezione, tutt’altro che secondaria, è stata la realizzazione e l’implementazione dell’Unione europea, pur con i limiti di agibilità e altrettante certezze dei diritti che la stessa implica.

L’Unione europea alleata degli Usa (con gran parte dei suoi Paesi membri alleati anche militarmente per la difesa-Nato) e non della Russia, è vista come una minaccia da quest’ultima che, violando gli stessi suoi principi di autodeterminazione dei popoli e sovranità degli Stati, ha invaso l’Ucraina, Paese che si apprestava ad entrare in Ue e ad aderire alla Nato. Invece di trovare accordi inderogabili e senza eccezioni per impedire la violazione di questi principi, si è lasciato correre anche inebriati e distratti dai successi delle cosiddette economie occidentali in Russia, e viceversa… come dando credito al principio ottocentesco marxista che l’economia di per sé sia anima di storia e umanità, principio dimostratosi tragico coi fatti del Novecento e i molti ancora in vigore nel Duemila.

Per l’aborto in Oklahoma e la cannabis ad Amsterdam, il meccanismo è lo stesso: non sono state create norme, vigilanza e cultura delle stesse che impedissero alle ideologie repressive delle libertà di affermarsi sopprimendo istituzionalmente (e non solo) i diversi da loro.

I fanatici ed autoritari hanno usato le libertà propugnate, affermate e in parte istituzionalizzate dai loro avversari acquisendo spazi e credibilità con propaganda di menzogne, arrivando anche a ricoprire spazi istituzionali che gli hanno consentito di trasformare il proprio odio in leggi.

Una fotografia dell’oggi che dovrebbe servirci a non illuderci che i diritti siano conquistati una volta per tutte. Sono sempre in bilico per un semplice motivo: noi che li abbiamo conquistati, abbiamo voluto coscientemente, consapevolmente e razionalmente applicarli non distruggendo chi la pensava in modo diverso, ma creando società che rispettassero la diversità, dando ad ognuno la possibilità di essere individualmente se stesso a patto di non voler prevalere sui propri diversi. E sono qui la nostra debolezza e i nostri errori: la scarsa ed inefficace vigilanza e cultura perché i fomentatori di odio e prevaricazione, in virtù proprio di odio e prevaricazione, diventassero istituzione.

 
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