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Droghe illegali. Proibizionismo, salute e business della malavita
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4 novembre 2024 10:52
 

Finora non se ne aveva notizia, ma è arrivata anche in Italia la cosiddetta cocaina rosa.  Normale e non potrebbe essere altrimenti, visto che il proibizionismo si alimenta di novità (a suo modo) per cercare di rendere il mercato illegale attrattivo.

Ma c’è una variante… chiamiamola italiana. Nel Belpaese dei delinquenti, questi ultimi fanno  credere che sia cocaina rosa (cocktail di droghe sintetiche, tra cui ketamina, metanfetamina, ecstasy e crack) anche quello che è invece un semplice pastrocchio di stupefacenti e veleni di varia natura trattati con un colorante alimentare.

Per ora è quanto hanno sequestrato nei giorni scorsi i Carabinieri di Bologna. Ma è scontato che il fenomeno si estenderà.

La logica: stanco della solita cocaina che costa 100, io spacciatore ti propongo la cocaina rosa (colore femminile per eccellenza che evoca anche reazioni allucinogene, quindi più seducente), che ovviamente costa almeno 150, e proverai nuove ebbrezze e guizzi. Tu consumatore la acquisti e, siccome dentro c’è di tutto e di peggio, se ti va bene te ne starai steso a casa e non finirai in ospedale.

Alla prossima invenzione.

Certo, non c’è un copyright e/o un marchio doc della cocaina rosa. Siamo sempre nel bizzarro, seducente, ammaliante, irriverente e irrispettoso e criminale mercato del proibito. Ogni spacciatore fa quel che crede e, sentendo, come nel nostro caso, che in Spagna e Regno Unito sta spopolando questa cocaina rosa… perché non dipingere avanzi e schifezze varie del proprio “magazzino” e proporla? Se un consumatore si fida normalmente dello spacciatore (quanti hanno il pusher di riferimento… “è tanto bravo”) perché non credergli anche in questo caso per un nuovo sballo colorato?

Logiche da proibizionismo, da mercato di sostanze potenzialmente nocive affidato a, mediamente, trogloditi culturali ed economici, tesi solo a far soldi, costi quel che costi.

A fronte di questa situazione (oggi è la cocaina rosa, ieri era un’altra e domani ancora un’altra) un legislatore attento cosa farebbe? Ce ne sono alcuni che ci stanno cominciando a pensare e sono in corso (Usa, Canada ed alcuni Paesi Ue) alcuni esperimenti di legalizzazione per far sì che il consumatore si faccia meno male e - anche - che le strutture  sanitarie siano informate, preparate e pronte ad intervenire.

In Italia? A parte gruppi di volontari che, spesso sfidando la legge, vanno in giro nei luoghi più critici (tipo raduni di giovani) per dare un primo soccorso, ma con strumenti insufficienti e precari… a parte questo, il nostro legislatore è mobilitato in prima persona per dire “guarda che se ti droghi i metto in galera”, in compagnia di altri che, dicendo il contrario (ma solo sulle canne, per carità) si limitano a dirlo quando sono a caccia di qualche voto.

Alla prossima sostanza, seguendo le mode del business criminale.

Qui il video sul caale YouTube di Aduc


 
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