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Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Consiglio dei Ministri
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Articolo di Robert Paulson
13 luglio 2018 10:03
 
Illustrissimi Governanti del Popolo Italiano,

L’ inedita e inusuale compagine di Governo 5 Stelle e Lega ha delegato la materia “droga” al ministro per la Famiglia. Una scelta dettata, forse, più da meccanismi politici che di competenza. Ma quando la capacità di ascolto è maggiore della competenza, alcuni “miracoli” possono accadere.



Sperando nella capacità di ascolto del Ministro Lorenzo Fontana, è il caso di informarlo su un vecchio, ma sempre attuale, studio commissionato dalla Corona britannica, ad un comitato indipendente riguardo il danno legato alle politiche sulla droga. Condotto dai professori David J. Nutt, Leslie A. King, Lawrence D. Phillips, “Drug harms in the UK: a multicriteria decision analysis” pubblicato sulla rivista “The Lancet” (Volume 376, Issue 9752, Pages 1558-1565 (November 2010) evidenzia come siano le politiche di proibizione la maggiore causa di danni non direttamente collegata all’ uso di droga.

Scomponendo i danni derivanti dall’uso di stupefacenti, i danni verso l’individuo e i danni verso gli altri, lo studio mette in evidenza i danni derivanti dalle leggi proibitive e sottolinea come molti dei danni derivanti dall’uso di droga derivano proprio dal loro status illegale. Ciò impattando in maniera importante proprio sulle famiglie (“family adversities”).

Questo Governo, avendo nei ministeri della Salute e Difesa esponenti di un movimento politico che fino a ieri ha portato avanti con forza una battaglia per la legalizzazione delle droghe, e con un ministro degli Interni intenzionato a fare rispettare le leggi, ha la possibilità di estendere immediatamente il protocollo firmato con lo stabilimento chimico farmaceutico di Firenze e rendere la cannabis accessibile a norma di legge, senza la necessità di un’approvazione veloce di una nuova legge.

Da qui un appello volto alle Istituzioni a rilasciare nuove licenze per la produzione e vendita di cannabis e a favorire, attraverso controlli e accordi tra i produttori e le istituzioni, una filiera integrata e controllata sulla cannabis.

Da questa nuova interpretazione della legge ne possono giovare tutti. In primis perché si garantiscono nuovi posti di lavoro e nuove tasse; si possono pensare accordi di carattere locale per dare maggiore autonomia alle rappresentanze dei cittadini sul territorio attraverso un federalismo della cannabis. In secondo luogo si possono ottenere risultati più efficaci e diretti proprio a beneficio diretto delle famiglie.

Da questo nuovo approccio gli italiani potranno solo giovarsene. Questa è l’unica strada “del cambiamento” che questo Governo può e deve intraprendere in tema droghe.

 
 
 
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