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Il mondo (troppo) meraviglioso dei turisti
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Articolo di Redazione
31 luglio 2018 9:53
 
 Dal club Med coi piedi nell’acqua al lodge ecofriendly con vista sulla savana passando per la stazione di sci per abbronzarsi, sono questi i luoghi del turismo ormai conosciuto. Ma con 1,8 miliardi di viaggiatori internazionali annunciati per il 2030 dall’Organizzazione mondiale del Turismo (OMT) rispetto agli 1,2 miliardi attuali, la geografia delle nostre vacanze non cessa di cambaire. Due opere -compatibili con la spiaggia o l’amaca- provano a spiegare queste evoluzioni.
Membri dell’Equipe interdisciplinare di studi sul turismo, i geografi Maria Gravari-Barbas e Sébastian Jacquot, firmano, editi da Autrement, “Atlas mondial du tourism e des loisirs”. Questa piccola opera riccamente illustrata (anche se alcune carte sembrano un po’ troppo semplificate) prende in considerazione gli aspetti classici della questione, con una parte storica -che ricorda come i primi “turisti” erano i giovani nobili europei che facevano il “grand tour” dell’Europa per perfezionare la loro educazione- e un approccio continentale che distingue un’Europa “matura”, che attrae il 47% del turismo internazionale, e un’Africa “cenerentola”, dove il turismo si concentra in alcuni luoghi, come il Sudafrica, la regione dei grandi laghi e alcune zone litorali del Maghreb.
Thomas Daum e Eudes Girard, professori aggiunti di geografia, si interessano in “Du voyage revé ai tourism de masse” (CNRS) (ndr: dal viaggio di sogno al turismo di massa) alla questione ormai classica di fare il punto tra il viaggiatore solitario in cerca di cose autentiche che noi in realtà vorremmo essere, e il turista che siamo in realtà, intrappolato in territori predefiniti per soddisfare le proprie aspettative. E si scopre come il mercato di Natale a Strasburgo abbia sviluppato il turismo in Alsazia, e come cerchi di dare un’immagine di autenticità malgrado la vendita di prodotti standard. Si apprende anche come un’azienda di salsicce d'Auvergne riesce a vendere queste salsicce ai turisti sui mercati “tradizionali” giocando sull’immagine di maiali allevati all’aperto… in una regione dove la tradizione è invece quella dell’allevamento di bovini.
Insieme, i due libri permettono di analizzare le più recenti evoluzioni del turismo. L’”Atlas mondiale du tourism..” propone una mappa che individua tutti i luoghi commentati su Tripadvisor, che si sostituisce ad una mappa “classica” delle grandi destinazioni turistiche nel mondo. Ed evidenzia l’importanza che i turisti concedono ai commenti dei loro simili per programmare i propri itinerari e scegliere i loro punti di riferimento. mentre si affidavano prima ai consigli illuminati delle guide turistiche.
Il fenomeno Airbnb è analizzato attraverso la questione della sovra-frequentazione dei quartieri turistici delle grandi città e della “turismofobia” che ne segue. Facendo la mappa del centro turistico di Barcelona, Maria Gravari-Barbas e Sèbastian Jacquot rilevano che più ci si avvicina alle Ramplas, dove la frequentazione turistica è massima, più il Comune limita l’apertura di nuovi alberghi. Nella capitale catalana spesso, Thomas Daum e Eudes Girard rilevano che le strade considerate come le più “normali” dagli abitanti di Barcelona sono nei quartieri degli uffici o presso piccole piazze più lontane dal centro. E concludono: “Il turista è venuto a scoprire un teatro sociale che la periferia non può offrirgli”.
In base a tutti questi cambiamenti, è difficile disegnare la cartolina ideale delle vacanze del futuro. Essa si basa in gran parte sull scelte delle classi medie dei Paesi emergenti, che viaggiano sempre di più, ma anche sulle preoccupazioni ecologiche che potrebbero avere delle conseguenze sullo sfruttamento dei litorali o l’evoluzione del trasporto aereo. Le uniche certezze: il numero dei turisti continuerà ad aumentare, e il turismo sarà né più né meno che la grande migrazione estiva dei vacanzieri di luglio e di agosto. Con la moltiplicazione dei soggiorni brevi, prenotati all’ultimo minuto, con l’acquisto di soggiorni in luoghi secondari, il turismo entra in una nuova era, quella del post-turismo.

(articolo di Thibaut Sardier, pubblicato sul quotidiano Libération del 31/07/2018)
 
 
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