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La ricerca sulle cellule staminali procede
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Articolo di Redazione
5 ottobre 2010 13:22
 
Più efficiente, più sicura e più veloce. La ricerca sulle staminali è proseguita a grandi passi, afferma Ulrich Martin dei laboratori di ricerca di biotecnologia e organi artificiali (Lebao) di Hannover. "Sulla via della produzione di cellule c'è solo da migliorare alcuni dettagli; restano invece da chiarire gli aspetti della sicurezza di queste cellule per poterle impiegare concretamente nella cura delle malattie neurologiche e cardiache". Parole dette al congresso annuale della Società tedesca per la ricerca sulle cellule staminali (GSZ) che si è tenuto a Lubecca dal primo al 3 ottobre.
Al centro, l'interesse per la recente scoperta dei colleghi della Harvard University di Boston diretti da Derrick Rossi, e pubblicata da Cell Stem Cell.
"Ad oggi ci sono vari metodi per creare cellule staminali pluripotenti indotte" (iPs), ha ricordato il presidente Juergen Rohwedel dell'Università di Lubecca. Molti studi derivano dal gruppo di Hans Schoeler dell'Istituto Max-Planck di biomedicina molecolare di Muenster, che è riuscito a ridurre da quattro a uno il numero dei geni necessari alla riprogrammazione. Altre équipe usano, al posto dei geni, direttamente le proteine da loro derivate. Solo che è un procedimento non ancora abbastanza efficiente.
La tecnica dei biologi di Boston è una sorta di passo intermedio. Rossi e i suoi colleghi hanno creato dei segnali biologici sintetici, capaci di riprogrammare cellule della pelle in cellule simili alle staminali embrionali, mediante una molecola modificata mRNA (detta il messaggero), che riesce a veicolare le istruzioni necessarie a produrre le quattro proteine indispensabili per riportare la cellula adulta a uno stato embrionale. Il vantaggio rispetto alle iPs comuni è che le molecole mRNA non entrano direttamente nel nucleo della cellula, perciò non danneggiano il DNA come succede con la tecnica dei virus. In più, è un sistema molto più efficiente e veloce.
Il ricercatore Juergen Hescheler dice che oggi nei laboratori tedeschi si respira un'aria "da cercatori d'oro". Con le cellule iPs si possono individuare anche cose interessanti per l'efficacia dei farmaci sulle cellule malate. Con il suo gruppo ha creato cellule staminali artificiali di pazienti con malattie cardiache ereditarie. Se dalle cellule malate della pelle si ricavano iPs e si coltivano in cellule del cuore, il difetto congenito rimane. Con queste cellule malate i ricercatori possono allora sperimentare, in coltura, se determinati farmaci possono colpirle o no, ed elaborare una terapia personalizzata.
Insomma, sono tante le tessere del mosaico che si sta componendo.
 
 
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