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Riscaldamento climatico. Ridurlo piantando 1.000 miliardi di alberi?
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Articolo di Redazione
8 luglio 2019 9:10
 
Nel 2015 il biologo Thomas Crowther aveva calcolato per la prima volta il numero di alberi sul Pianeta ed era arrivato ad una cifra di 3.000 miliardi, che sarebbe un albero ogni 442 abitanti. Grazie ad un nuovo studio di ETH-Zürich, Svizzera, sarebbe possibile aggiungerne 1.000 miliardi in più e questo farebbe diminuire del 25% il taso di CO2 nell’atmosfera.
In questo studio, pubblicato lo scorso 5 luglio su Science i ricercatori (di cui fa parte Thomas Crowther) hanno analizzato 78.744 fotografie satellitari per valutare la attuale copertura forestale, ed hanno valutato in un terzo la superficie terrestre così coperta. Inoltre hanno diviso il Pianeta in dieci categorie di terreni e di climi per determinare le zone più propizie ad uno o ad un altro tipo di foresta. Escludendo le superfici già coperte da foreste o utilizzate per l’agricoltura e le città, hanno determinato quanti alberi in più dovrebbero essere piantati e sono arrivati a 0,9 miliardi di ettari, cioé 1.000 miliardi di alberi, equivalenti ad una superficie come gli Stati Uniti. Questi alberi potrebbero trattenere 295 gigatoni di CO2 nei prossimi decenni, cinque volte la quantità emessa nel 2018 nel mondo e i due terzi di tutto ciò che l’essere umano ha generato dall’avvento della rivoluzione industriale. “Se noi piantiamo oggi questi alberi, il livello di CO2 nell’atmosfera potrebbe essere diminuito del 25%”, indica Jean-Francois Bastin, autore principale dello studio.
La metà di potenziale riforestazione si situa in soli sei Paesi: Russia (151 milioni di ettari), Stati Uniti (103 milioni), Canada (78 milioni), Australia (58 milioni), Brasile e Cina. E per gli autori non c’è tempo da perdere: “Ci vogliono decenni prima che gli alberi siano adulti ed attestino il loro potenziale di immagazzinamento”, spiega Crowther. L’80% del potenziale stoccaggio sarà utile entro 30 anni, mentre il restante 20% lo sarà nei 30 anni successivi, considerando che gli alberi giovani sono più efficaci per lo stoccaggio di CO2.

Prima di piantare foreste, smettiamo di distruggerle!
Questi risultati sono in linea con l’ultimo rapporto del Giec che preconizza di piantare un miliardo di ettari di foresta per limitare il riscaldamento a 1,5 gradi centigradi nel 2050. Ma per alcuni scienziati, piantare massicciamente degli alberi non è necessariamente la panacea. “Contro il cambiamento climatico, la migliore soluzione è di fermarsi di bruciare le energie fossili”, ricorda Myles Allen, specialista sul clima all’Università di Oxford e che ha collaborato al rapporto Giec.
Prima di piantare alberi bisogna soprattutto impegnarsi a proteggere le foreste esistenti. Secondo lo studio del 2015 di Thomas Crowther, 15 miliardi di alberi spariscono ogni anno e non resta che il 46% degli alberi di quanti la Terra ne contava prima che l’umanità si lanciasse nell’agricoltura 12.000 anni fa (il Pianeta ha comunque una tendenza a rinverdirsi, ma soprattutto in ragione dell’aumento delle superfici coltivate).

Le foreste sono veramente efficaci per stoccare la CO2?
Alcuni rimettono in discussione la validità del calcolo sulla quanità di carbone stoccato. La capacità di immagazzinamento di un albero dipende in effetti da un gran numero di fattori, come la specie, il clima, il livello di CO2 atmosferico e l’ecosistema generale. Uno studio del 2017 suggerisce che la capacità di assorbimento delle foreste subtropicali o tropicali sarebbe stato largamente sopravvalutato perché il terreno sul quale esse sorgono è troppo povero di nutrimento. Inoltre, le foreste piantate artificialmente sono molto meno efficaci rispetto alle foreste naturali per stoccare la CO2. Nel 2016, un precedente studio aveva mostrato che la sostituzione di foreste naturali con foreste gestite in Europa, aveva portato ad una riduzione del 10% di stoccaggio del carbone.

(articolo di Céline Deluzarche, pubblicato su Futura-Planète del 05/07/2019)
 
 
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