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Il senso profondo del denaro (parte 2)
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Articolo di Alessandro Pedone
15 novembre 2022 14:43
 
“Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza.”
Dante Alighieri, 
Divina Commedia, Inferno, Canto XXVI”


Nella prima parte di questo articolo abbiamo presentato una teoria scientifica promossa da Federico Faggin e Giacomo Mauro d’Ariano, in base alla quale la coscienza è un attributo fondamentale dell’universo ed è dalla coscienza che nasce la materia, al contrario della visione oggi comunemente accettata dalla scienza (1).
Questa teoria nasce nel contesto culturale di quella che il grande filosofo contemporaneo, Luciano Floridi, chiama la “Quarta Rivoluzione” (se ci fosse qualche lettore che non ha ancora letto Floridi in generale e questo libro in particolare è caldamente invitato a colmare questa grave lacuna, perché non è possibile comprendere pienamente il mondo nel quale viviamo senza aver letto Floridi), l’era che nasce con Alan Turing, ovvero l’avvento dei computer con il contributo determinante dello stesso Faggin. 
Nel già citato libro di Floridi, a pagina 106, si legge: “A partire dal lavoro rivoluzionario di Turing, l’informatica e le ICT hanno iniziato a esercitare un impatto sia estroverso sia introverso sulla nostra comprensione. E ci hanno dotato di conoscenze scientifiche senza precedenti sulla realtà naturale e artificiale, nonché della capacità di operare su tali realtà. […] ci ha offerto gli strumenti concettuali per ripensare la nostra comprensione di noi stessi. […] siamo organismi informazionali (inforg), reciprocamente connessi e parte di un ambiente informazionale (l’infosfera), che condividiamo con altri agenti informazionali, naturali e artificiali, che processano informazioni in modo logico e autonomo.”
Il lavoro di Turing ha dato un contributo fondamentale per la scienza dell’informazione quantistica che è poi alla base della teoria proposta da Faggin (non a caso, si chiama QIP: Quantum Information-based Panpsychism). 
La teoria proposta da Faggin ha l’enorme merito di riportare il significato al centro del discorso scientifico. In questo articolo, che costituisce la seconda parte del precedente, entreremo nel cuore del discorso sul significato, il senso profondo, del denaro. 

Simbolo e significato
Abbiamo visto nella prima parte dell’articolo come tutto ciò che esiste nasce come aggregato di campi quantistici i quali possiedono, come attributo fondamentale, la capacità di essere consapevoli, di avere una coscienza. 
La consapevolezza, o coscienza,  nella visione di Faggin è ciò che “ci permette di percepire e di comprendere il significato della realtà fisica, delle emozioni e dei pensieri. Lo fa attraverso un’esperienza senziente che trascende una cieca traduzione di segnali privi di significato in altri segnali della stessa natura.”
La materia inanimata non ha coscienza. Il computer, per quanto elaborato possa essere, traduce segnali privi di significato (per il computer) in altri segnali privi di significato. Questi segnali possono essere impulsi elettrici o qualsiasi altra cosa, ma rimangono materia/energia sempre inanimata, priva di coscienza, priva della capacità di tradurre i segnali inanimati in esperienza significante. 
Prendiamo ad esempio l’immagine che apre questo articolo, la quale è stata creata dal sottoscritto, senza nessuna abilità creativa, attraverso un’intelligenza artificiale che ha tradotto delle mie richieste in immagini, usufruendo di miliardi di immagini tratte dalla rete per costruirne di originali.
Questo software non ha fatto altro che tradurre alcuni impulsi che io gli ho fornito in altri impulsi che le nostre coscienze percepiscono come un’immagine più o meno evocativa, in base alla coscienza di chi la guarda, ma certamente per il computer quell’immagine non ha alcun significato. 
Prova a guardare  per qualche secondo l’immagine. Ti trasmette qualcosa? 
Quel qualcosa è il significato che ha per te quell’immagine.  
Come scrive ancora Faggin: “sia il computer sia il cervello [possono] inconsciamente tradurre i complessi segnali elettrici di un sensore olfattivo nel simbolo corrispondente al nome “rosa”. Ma un essere umano fa un passo in più, perché trasforma il significato oggettivo del riconoscimento nel significato soggettivo portato dal profumo della rosa, che diventa così un’esperienza cosciente che collega emotivamente, cognitivamente e associativamente la persona a tutta la sua esperienza di vita.
Questa trasformazione avviene all’interno della coscienza e non è stata mai spiegata dalla scienza.”
Il significato, nel senso più pieno del termine, cioè nel senso dell’esperienza, è per definizione ineffabile, non dicibile, incomunicabile nella sua interezza. 
Per la QIP (Quantum Information-based Panpsychism) questo è proprio un postulato matematico di fondo. Poiché nella QIP il significato, cioè l’esperienza dei qualia, è descrivibile matematicamente come un vettore in uno spazio di Hilbert complesso e multidimensionale, vige il teorema di non clonabilità di uno stato quantistico puro. L’ente cosciente A può manifestare con dei simboli una parte dell’esperienza cosciente che ha avuto. Questi simboli fanno parte del mondo fisico classico, quello descrivibile con le equazioni della fisica di Newton. L’ente cosciente B che ha percepito il simbolo manifestato da A, a sua volta, tradurrà tale simbolo in esperienze cosciente la quale potrà essere in parte simile a quella di A, ma dovrà essere necessariamente in qualche misura diversa. 
Nella nuova visione del mondo (weltanschauung) verso la quale ci stiamo sempre di più dirigendo, durante la quarta rivoluzione che stiamo vivendo, tutto ciò che esiste, in ultima analisi, può essere o un simbolo o un significato. La materia e l’informazione (2) sono simboli, cioè la parte esteriore, mentre le esperienze che proviamo, ovvero i qualia, sono il significato, la parte interiore. 
E’ fondamentale ribadire, per quanto sia difficile da comprendere per chi non ha dimestichezza con l’interiorità, che interno ed esterno, simbolo e significato, non sono due cose diverse. Quando ne parliamo è utile separarle per trasferire un certo concetto, ma a livello profondo non c’è nessuna distinzione.
Il Quantum Bit (o QuBit) viene spesso rappresentato come una sfera. Una sfera, come ogni solido, ha una parte esterna ed una parte interna. Non ha senso parlare di un interno di una sfera se non c’è anche il suo esterno, così come non può esserci l’esterno di una sfera se non vi è - contemporaneamente - anche l’interno.
Chi ha un approccio materialista alla vita (cioè quasi tutti) fa una difficoltà enorme a comprendere che ogni simbolo con il quale interagisce è solo la parte manifesta, visibile, di un ente molto più ampio il quale non può mai essere conosciuto completamente. 

Il senso profondo del denaro
Portiamo adesso questi concetti nel campo del denaro, ed in particolare negli investimenti finanziari che è propriamente il mio campo professionale. 
Il denaro in quanto tale è chiaramente un simbolo. Quale significato esprime? 
Dipende, naturalmente, dall’entità cosciente che percepisce questo simbolo ed in particolare dalla evoluzione della coscienza. In altre parole dal modo particolare nel quale quell’ente cosciente traduce i simboli (come il denaro, e miliardi di altri simboli) in qualia, cioè in esperienze coscienti. 
Immaginiamoci una piazza con molte persone provenienti da culture completamente diverse, di età diversa, di estrazione sociale diversa, ecc. 
In questa piazza io incrocio lo sguardo con un mio parente il quale, da lontano, alza il pollice destro nella mia direzione. 
Altre persone, in quella piazza, vedono il gesto di quel mio parente. Alcune di queste penseranno che c’è una qualche intesa positiva fra di noi. Se vi fosse un iracheno potrebbe pensare che il mio parente mi disprezzi. Altri potrebbero notare il gesto, ma non essere in grado di assegnargli alcun senso. Solo io, nella piazza, potrò percepire l’esperienza di piacere e sollievo che ricavo nel capire che l’esame medico, importantissimo, di cui quel mio parente attendeva il risultato, è andato bene. 
Il simbolo dell’esempio è molto specifico e ciò nonostante può richiamare diverse esperienze in contesti e coscienze diverse. 
Il denaro è un simbolo che possiede un campo semantico estremamente vasto
Può richiamare esperienze interiori infinitamente diverse. 
Il senso profondo del denaro per un investitore può essere anche completamente diverso rispetto a quello di un altro. Possiamo parlare sempre della stessa quantità di denaro, possiamo cioè utilizzare lo stesso simbolo, ma ci riferiamo a due significati - cioè a due esperienze interiori - totalmente diverse, come il pollice alzato che significa due cose opposte per un iracheno o un italiano. 
In termini generali il denaro dovrebbe essere un mezzo per soddisfare i bisogni umani. Su questo argomento ho scritto in passato un altro articolo diviso in due parti dal titolo “Il Tao del Denaro”. Il problema è che questo simbolo è talmente pervasivo, nella vita di ognuno di noi, che sovente smette di essere un mezzo e diventa un fine in sé.
Dal momento che io posso indifferentemente utilizzare lo stesso denaro sia per lo scopo A che per lo scopo B, non conoscendo niente del mondo dell’interiorità, posso illudermi che sia indifferente se, durante il processo che mi porterà ad ottenere quella certa cifra di denaro, io abbia l’intenzione di entrarne in possesso per lo scopo A o per lo scopo B. 
Questa illusione deriva sempre dalla stessa visione materialista di cui abbiamo già scritto nella prima parte di questo articolo. 
Accumulare denaro spinto dalla paura o dall’avidità, non produce affatto lo stesso risultato rispetto ad accumulare denaro spinto dal desiderio di essere di supporto ai propri cari. 
Ad un occhio materialista che non ha alcuna dimestichezza con la dimensione interiore, potrebbe non esserci alcuna differenza. Le cose materiali che dobbiamo fare sono le stesse. Nei termini della teoria QIP, i simboli che entrano in gioco inizialmente possono anche essere i medesimi, ma le interiorità che quei simboli esprimono sono totalmente diverse. Quando i simboli interagiscono fra di loro, ad esempio quando  schiaccio un tasto sulla tastiera per acquistare un ETF, lo sguardo materialista vede interagire solo l’aspetto esteriore, ma ciò che interagisce realmente invece sono l’interezza degli enti i quali sono in massima parte interiorità. Quindi, l’azione che viene fatta allo scopo di accumulare denaro per paura, rispetto alla medesima azione che viene fatta con uno scopo altruistico, per quanto possano apparire come la medesima azione, non sono affatto la stessa cosa.
Quando l’investitore compra uno strumento finanziario non è affatto la stessa cosa se lo fa con una intenzione o con un’altra: l’intenzione con la quale fa quella cosa, in una certa misura, influenzerà l’esito dell’operazione. Comprendo benissimo che questa frase possa apparire del tutto fantasiosa e possa persino dare fastidio a persone che hanno una formazione strettamente materialista (che vivono come “scientifica”).
E’ per questo che ho voluto far precedere questa seconda parte dell’articolo dalla parte nella quale ho cercato di fornire i supporti scientifici più solidi di cui sono a conoscenza.  
Non sto dicendo, ovviamente, che l’intenzione del singolo investitore sia in grado di modificare l’andamento futuro dei prezzi (3) di quello strumento. Sto dicendo che l’intenzione con la quale l’investitore impartisce l’ordine di acquisto di uno strumento incide in modo molto significativo (anche se non necessariamente determinate, dipende dalla forza dell’intenzione) sulla reazione che quel l'investitore avrà rispetto alla dinamica successiva dei prezzi e questa reazione ha un impatto decisivo sul risultato complessivo dell’operazione. 
In ultima analisi, l’intento per il quale l’investitore acquista uno strumento finanziario volatile è una componente importante, sebbene non unica, che influenza il guadagno o la perdita dell’intera operazione. 

Il senso del denaro è una questione di scelta
Il denaro in sé, esattamente come tutti i simboli, non ha alcun senso. 
Il pollice alzato nell’esempio nel paragrafo precedente è un’espressione di un ente cosciente il quale ha espresso in quel modo una sua esperienza. Gli altri enti coscienti che hanno visto quel simbolo l’hanno tradotto in modi diversi in base alla diversa interiorità (leggi coscienza).
Questo però non significa affatto che il denaro non abbia alcun senso, nessun significato. Significa, al contrario, che il denaro può avere infiniti sensi, infiniti significati, in base alla scelta della singola persona. 
Ogni persona conferisce un certo significato al denaro e questo non è qualcosa di statico, ma varia da momento a momento. Abbiamo già visto che significato ed esperienza sono due concetti molto simili. L’esperienza non è mai statica, è dinamica e varia nel tempo. 
Salvo rare eccezioni che confermano la regola, gli investitori non dedicano praticamente nessuna attenzione al significato che scelgono di dare al denaro. 
Non sono abituati a farlo perché si ritiene che sia una cosa del tutto inutile, quando invece è proprio la base dalla quale partire. 
Se ha ragione Faggin, e con lui tutte le tradizioni sapienziali dell’umanità, nel dire che prima viene la coscienza e poi la materia, allo stesso modo prima devono venire i molteplici scopi per il quale si investe il denaro e solo dopo può venire la scelta del tipo di investimento. 
Lo scopo non può essere, ovviamente, semplicemente quello di fare altro denaro, quello non è uno scopo poiché la natura del denaro è quella di essere uno strumento; uno strumento non può mai essere uno scopo in sé. 
Se si investe senza definire una serie di scopi precisi, in realtà stiamo snaturando la natura del denaro trasformandolo da strumento a fine ultimo. Questa operazione, normalmente, porta con sé inutili problemi e certamente riduce le probabilità di ottenere il massimo potenziale che quell’investimento potrebbe offrire al singolo investitore. 
Definire gli scopi che il denaro ha nella propria vita è qualcosa di insolito che non siamo abituati a fare. Significa in primo luogo riflettere su noi stessi, su cosa sia realmente importante per la nostra vita. Il denaro - specialmente nella società moderna - è così strettamente collegato con la maggioranza degli aspetti della nostra vita che per definire il senso che ha per noi il denaro dobbiamo fare chiarezza, in ultima analisi, sul senso della nostra vita. 
Non è qualcosa che si fa in poco tempo, motivati solo dalla necessità di investire della liquidità che si è generata sul conto corrente. 
Il piccolo contributo che un consulente finanziario olistico può dare a questo processo è quello di stimolare il proprio cliente a costruire le scelte d’investimento sulla base di specifici obiettivi d’investimento. Una parte del denaro può servire a garantire la sicurezza che le spese programmate entro un certo arco di tempo siano coperte dalle disponibilità finanziarie. Una certa parte può servire a mantenere il tenore di vita della propria famiglia nella fase post-lavorativa, un’altra parte ancora può servire ad alimentare qualche “sogno” distante nel tempo che si potrebbe realizzare solo se ci fosse un incremento significativo delle proprie disponibilità, ecc. ecc. ecc. 
Dare un “etichetta” mentale ai propri investimenti è una componente fondamentale del processo d’investimento, ma è quasi sempre trascurata come necessità, perché è un processo mentalmente faticoso. Un consulente finanziario olistico può stimolare l’investitore a farlo, ma è evidente che la parte principale del lavoro risiede nella volontà dell’investitore. 
Da parte mia, dopo oltre venti anni di esperienza diretta a contatto con gli investitori, posso affermare senza ombra di dubbio che gli investitori che hanno ben definito lo scopo per il quale investono, non in termini di semplice rapporto rischio/rendimento, ma proprio in termini di obiettivi di vita, non solo hanno rendimenti mediamente molto più alti, ma vivono il percorso di investimento in modo enormemente più sereno. 

Note
(1) Il fatto che la scienza oggi sia in larghissima parte materialista, non significa che la posizione di Faggin non abbia avuto in passato sostenitori di rilievo. Ricordo, in particolare, la frase di Max Plank, il grandissimo scienziato che ha dato l’avvio alla meccanica quantistica determinando la famosissima costante di Plank: “Io considero la coscienza come fondamentale, e la materia un derivato della coscienza. Non possiamo andare oltre la coscienza. Tutto ciò di cui discorriamo, tutto ciò che noi consideriamo come esistente, richiede una coscienza”
(2) Quando parliamo di informazione dovremo distinguere due tipi di informazioni, l’informazione classica, o informazione di Shannon quella che sta alla base  dell’informatica e delle telecomunicazioni, e l’informazione quantistica la quale, secondo la teoria QIP, corrisponde al significato. Nel contesto di questa frase, con informazione, mi riferisco al primo tipo. 
(3) Volendo essere proprio pignoli, l’intenzione del singolo investitore influenza l’esito futuro dei prezzi ma in una misura così infinitesimale che si può serenamente considerare nulla. In ultima analisi, però, l’esito complessivo dei pezzi delle attività finanziarie è determinata anche in misura rilevante (ma non totalitaria) dalla somma di tutte le intenzioni infinitesimali che diventano una componente non più trascurabile della dinamica futura dei prezzi. 
 
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