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Tariffe elettriche biorarie: analisi di un fallimento
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Articolo di Redazione
30 maggio 2013 14:08
 
 Le tariffe elettriche biorarie sono quelle applicate in modo differenziato a seconda della fascia oraria di consumo. Quelle applicate dall'Autorità garante per l'energia ed il gas (AEEG) sui contratti vincolati, ovvero i contratti per gli utenti "in maggior tutela" non passati al mercato libero, prevedono queste fasce:
- fascia F1, la più costosa, attiva dalle ore 8:00 alle 19:00 dei giorni feriali;
- fascia F23, più economica, attiva nei giorni feriali dalle 19:00 alle 8:00, il Sabato, la Domenica e i giorni festivi.
 
Per gli utenti del mercato vincolato la tariffazione bioraria è passata da facoltativa ad obbligatoria a partire dal 1/7/2010, per effetto di varie delibere dell'AEEG (principalmente la 56/08).
Nel rendere le tariffe biorarie obbligatorie la AEEG ha specificatamente previsto, oltre ad un'ampia campagna informativa (anche sulle bollette) una gradualità di applicazione.
Questa gradualità consisteva nel applicare tariffe biorarie transitorie per un certo periodo (dal 1/7/2010 al 31/12/2011) con differenze tra le due fasce contenute (non superiori al 10%, di fatto intorno all'8%), in modo da dare tempo agli utenti ad adeguarsi al nuovo sistema senza dover subire troppi danni nel caso in cui le fasce non venissero rispettate.
La stessa Autorità infatti aveva puntualmente avvisato gli utenti che per avere un risparmio significativo in bolletta occorreva concentrare nella fascia più economica almeno i 2/3 dei consumi. Nei mesi precedenti all'entrata in vigore dell'obbligatorietà, venivano a tal scopo inviati con la bolletta prospetti che evidenziavano il consumo dell'utenza suddiviso nelle varie fasce, così che ogni utente potesse rendersi conto di quanto, e soprattutto di quando consumava.
 
Fatte queste premesse, è interessante andare a vedere cosa è successo dopo il 1 Gennaio 2012, ovvero dal momento in cui il sistema di tariffazione bioraria è andato a regime.
 
Teoricamente la differenza tenuta transitoriamente bassa fino a Dicembre 2011 doveva subire un innalzamento, raggiungendo quella tra le due fasce della tariffa bioraria "a richiesta" -che ha continuato ad esistere parallelamente a quella "transitoria"-, differenza che nel Giugno 2010 (prima che tutto partisse) era al 30%.
Così non è stato. O meglio, la tariffa che prima era "a richiesta" ha sì preso il posto di quella transitoria diventando così "a regime", ma nel frattempo la differenza tra le sue due fasce orarie era passata dal 30% all'8,49%. Da quel momento è addirittura scesa al 6,41% (ultimo trimestre 2012) per poi arrivare, ad Aprile 2013 al 7,89, con un solo picco al 13% (secondo trimestre 2012).
Cosa significa tutto ciò? Che la convenienza della tariffa bioraria, con l'entrata in vigore dell'obbligatorietà, è venuta decisamente meno.
 
Analizzando i dati della borsa elettrica sembra che questo sia dovuto al massiccio ingresso delle fonti rinnovabili nell'orario diurno che avrebbe comportato una diminuzione del prezzo dell'energia in tale fascia, mentre i costi dell'energia prodotta da fonti tradizionali avrebbero subito un forte aumento nelle fasce serali.
 
Alla fine dei conti, quindi possiamo dire che la bioraria non ci fa risparmiare (*), ed anzi si potrebbe ipotizzare che consumando maggiormente energia nella fascia oraria diurna si costringerebbe il mercato ad abbassare ulteriormente il costo, con ulteriore risparmio e benefici anche in termini ecologici (CO2).
 
Per concludere, agli utenti diciamo di non stressare più se stessi e i vicini utilizzando lavatrice e lavastoviglie di notte, poiché i risparmi reali sono risibili.
All'AEEG, invece, lanciamo l'invito di tener sotto controllo i prezzi del mercato e non farci perdere i vantaggi acquisiti grazie al forte incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili e di ripensare di conseguenza la tariffazione, magari eliminando la tariffazione bioraria.
 
  
Per approfondimenti
 
- Tabella andamento differenze tariffe biorarie nel periodo 2010-2013 (contratto a 3kw, in regime di maggior tutela, prima fascia di tariffazione):
 
Periodo
Differenze tra le fasce di consumo F1 e F23 per la tariffa bioraria "a richiesta" (da Gen. 2012 "a regime")
Differenze tra le fasce di consumo F1 e F23 per la tariffa bioraria "transitoria"
Tariffa bioraria transitoria (e poi a regime) fascia oraria piu' economica (F23)
Primo trimestre 2010
37,43%
-
 
Secondo trimestre 2010
30,06%
-
 
Terzo trimestre 2010
23,32%
8,25%
0,10260
Quarto trimestre 2010
22,07%
8,18%
0,10180
Primo trimestre 2011
20,17%
8,44%
0,10288
Secondo trimestre 2011
17,21%
8,21%
0,10772
Terzo trimestre 2011
14,27%
8,06%
0,110176
Quarto trimestre 2011
11,60%
8,00%
0,110116
Primo trimestre 2012
8,49%
-
0,114006
Aprile 2012
13,87%
-
0,120826
Maggio/Giugno 2012
13,20%
-
0,126936
Terzo trimestre 2012
8,28%
-
0,129305
Quarto trimestre 2012
6,41%
-
0,132585
Primo trimestre 2013
7,56%
-
0,128670
Secondo trimestre 2013
7,89%
-
0,126470
 
(*) Esempio di riferimento, utente con contratto a 3Kw con consumi annui pari a 2700 Kw, residente e servito in regime di "maggior tutela", tariffe in vigore nel secondo trimestre 2013 (tasse escluse):
- spesa in modalità monoraria, ovvero con 66% del consumo in F23: 404 euro l'anno circa.
- spesa in modalità bioraria, con l'80% del consumo in F23: 400 euro l'anno circa.
- spesa in modalità bioraria, con il 50% del consumo in F23: 408 euro l'anno circa. 
 
 
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