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TERMOVALORIZZAZIONE in Europa, in Italia, nel Lazio e a Roma. Resoconto
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Articolo di Primo Mastrantoni
10 febbraio 2020 9:31
 
A seguire l'intervento di Primo Mastrantoni, segretario Aduc, nel convegno "Termovalorizzazione in Europa, in Italia, nel lazio e a Roma", che si è tenuto a Roma l'8 febbraio 2020

Europa
In Europa si contano quasi 500 impianti di incenerimento di rifiuti urbani e speciali, non pericolosi, con recupero di energia, di cui 126 in Francia, 96 in Germania e 38 in Italia.
L'80% dei termovalorizzatori in Europa dista meno di 5 km dal centro.
A Vienna uno dei quattro termovalorizzatori dista 0,5 km dal centro.
Nel 2016 nell'UE sono state prodotte 5 tonnellate di rifiuti per abitante.
Il trattamento dei rifiuti urbani viene effettuato con metodi diversi.
Complessivamente, nell'Ue, nel 2017, il 30% dei rifiuti è stato riciclato, il 17% è stato compostato, il 28% incenerito e il 24% conferito in discarica.
Lo smaltimento in discarica è quasi inesistente nei paesi del Nord-Ovest dell’Europa (Belgio, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca, Germania, Austria, Finlandia), che gestiscono i rifiuti urbani soprattutto attraverso l’utilizzo di inceneritori e metodi di riciclo.

Gli obiettivi indicati dall'Ue, entro il 2035:
1. Riciclaggio del 65% dei rifiuti urbani.
2. Riduzione del conferimento dei rifiuti urbani in discarica pari al 10% rispetto al totale dei rifiuti urbani prodotti (per peso).
Il restante 25% dei rifiuti urbani dovrà trovare sbocco nella termovalorizzazione che, come riportato nella Comunicazione della Commissione del 2017 [COM(2017934], chiarisce il ruolo di questa modalità di gestione all’interno dell’economia circolare, perché permette di evitare il conferimento in discarica e genera energia.
Completare la gestione dei rifiuti secondo le indicazioni europee, significa evitare che le organizzazioni malavitose gestiscano il settore.

Migliori tecniche disponibili
Il 4 dicembre scorso sono state pubblicate dalla Ue le BAT Conclusions (Best Available Techniques), per il settore dell’incenerimento, dopo 5 anni di intensi scambi e discussioni tra rappresentanti degli Stati membri, delle industrie interessate e delle organizzazioni non governative che promuovono la protezione ambientale.
Il documento, che rappresenta un capitolo del più ampio documento del BRef sull’incenerimento (che riporta le migliori tecniche disponibili in termini impiantistici), fissa limiti e modalità di controllo finalizzate ad evitare o ridurre le emissioni in aria, acqua e suolo.
Principi: applicabilità tecnica ed economica, bilanciamento costi/ benefici e approccio ambientale integrato.  

Italia
Produzione di rifiuti urbani in Italia nel 2018: 499 kg per abitante; media Ue: 486 kg per abitante.
Nel 2018, la produzione nazionale dei rifiuti urbani (RU) si è attestata a circa 30 milioni di tonnellate.
La percentuale di raccolta differenziata (RD) è pari al 58% della produzione nazionale.
Il rifiuto raccolto in modo indifferenziato è conferito negli impianti TMB (trattamento meccanico-biologico) dove però, al momento, i rifiuti in uscita, solo per piccole percentuali, sono inviate a riciclo e più del 60% viene conferito in discarica

Sono più di 200mila i TIR necessari ogni anno per trasportare i rifiuti prodotti dalle regioni che non hanno abbastanza impianti per smaltirli e perciò li destinano alle discariche o ai termovalorizzatori situati in altre regioni o all’estero, il che significa maggior inquinamento e maggiori costi ai cittadini e alle imprese (aumenta la tariffa rifiuti).
La somma dei deficit delle 14 regioni che non hanno impianti sufficienti per lo smaltimento e l’avvio a recupero energetico dei rifiuti è di 4,9 milioni di tonnellate, che vengono così esportate all’estero o in altre regioni per essere riciclate o incenerite.

La gestione rifiuti vale 28 miliardi di euro - 135 mila i lavoratori addetti

Impianti di incenerimento con recupero di energia operativi sul territorio nazionale: 38
Il parco impiantistico è prevalentemente localizzato nelle regioni del Nord (26 impianti).
Al Centro e al Sud sono operativi, 6 impianti ciascuno.
Il 70% circa dei rifiuti viene trattato al Nord, l’10% al Centro e quasi il 18% al Sud.
I termovalorizzatori hanno prodotto 2,3 MWh pari al consumo di 2,8 milioni di famiglie.

Lombardia e Lazio
Lombardia
1) Raccolta differenziata: 70%.
2) Rifiuti urbani inceneriti: 40%.
3) Discarica: 4%.
Numero di termovalorizzatori: 13
Il costo annuo medio procapite è di 139 euro.
Lazio
1) Raccolta differenziata: 47%. Non si raggiunge l'obiettivo fissato nel 2012.
2) Rifiuti urbani inceneriti: 12%.
3) Discarica: 12%.
Numero di termovalorizzatori: 1.
Il costo annuo medio procapite è di 222 euro.
Il Lazio è la prima regione per numero di Tir messi in strada ogni giorno: 162.
Il nuovo piano dei rifiuti della Regione Lazio non prevede nuovi termovalorizzatori.
Ogni anno il Lazio produce 717.361 tonnellate di Cdr (combustibile da rifiuti), ma l’unico termovalorizzatore presente, quello di Acea, a San Vittore, ne può trattare un terzo.

Diossine
Uno studio dell'Imperial College sull'impatto di diossine da termovalorizzatori nel Regno Unito, ha preso in esame 22 inceneritori presenti nel Paese, in un arco di tempo di 7 anni.
Le conclusioni sono che gli inceneritori, se moderni e ben regolati, hanno un impatto molto piccolo, se non addirittura impercettibile, sulle persone che vivono nelle vicinanze.
Caso esemplare è il termovalorizzatore di Bolzano che fornisce
energia elettrica e termica. Illumina 20 mila abitazioni e ne riscalda 10 mila. Produce 0,05 milligrammi per metro cubo di polveri sottili totali, quando il limite europeo è di 10 e produce diossina per 0,00003 nanogrammi per metro cubo, quando il limite europeo è di 0,1.
Gli inceneritori contribuiscono complessivamente alla presenza di diossina per lo 0,03%.
Il riscaldamento residenziale contribuisce alla presenza di diossina per il 43%.

ROMA
La popolazione di Roma Metropolitana è quasi il 74% della popolazione del Lazio e produce il 78 % dei rifiuti prodotti in Regione.
I rifiuti urbani indifferenziati, prodotti da Roma Metropolitana, al netto della raccolta differenziata e degli ingombranti a smaltimento, è pari a 1.266.400 tonnellate.
L’impiantistica presente nel territorio permette di trattare in impianti di compostaggio 65.478 t di FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) e nei TMB 36.848 tonnellate di rifiuti urbani.
Delle 921 mila tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati, 2/3 circa sono trattati, per buona parte inviati fuori comune; 1/3 va direttamente fuori comune. In sintesi quasi tutta la indifferenziata va fuori comune di Roma.
Gli impianti sono insufficienti a trattare i rifiuti per il quantitativo complessivo prodotto
Roma, sul proprio territorio, a non ha una discarica nè un termovalorizzatore attivo.
Roma. Costo medio annuo della Tari per i cittadini:274 euro.
Milano. Costo medio annuo della Tari per i cittadini:213 euro.
I costi di trattamento e smaltimento dei rifiuti sono più che raddoppiati.
L'80% dei rifiuti organici prende la strada del Veneto e del Friuli. Costo 21 milioni di euro, con i tir che consumano 3 milioni e mezzo di litri di gasolio e percorrono 10 milioni e mezzo di
chilometri, con una produzione di un milione e 750 mila kg di anidride carbonica.

Capitali europee a confronto
Roma.
a) incenerimento con recupero energetico: 16%;
b) riciclo e compostaggio: 43%;
c) discarica: 30%.
Berlino.
incenerimento con recupero energetico: 40%;
riciclo e compostaggio: 34%;
discarica: quota residuale.
Parigi
a) incenerimento con recupero energetico: 68%;
b) riciclo e compostaggio 22%;
c) discarica: 8%.
Londra.
incenerimento con recupero energetico 53%;
riciclo e compostaggio 30%;
discarica:13%.

la sindaca Virginia Raggi
non vuole il termovalorizzatore, sicchè, i rifiuti sono portati in altre regioni o all'estero dove si utilizzano i termovalorizzatori con recupero energetico.
Il gestore dell'impianto guadagna due volte: una al conferimento dei rifiuti e una altra per la vendita dell'energia.
Ha indicato un sito per la discarica di servizio di residui, che è l'elemento finale del trattamento dei rifiuti, ma rimane contraria a impianti, necessari se si vuole rendere Roma autosufficiente per chiudere il ciclo dei rifiuti.
RomaVersoRifiutiZero, era lo slogan della candidata Raggi nel maggio 2016, un mese prima delle elezioni.
Il risultato, dopo 3 anni e mezzo di amministrazione pentastellata, sono i rifiuti per strada, in giro per l'Italia o all'estero.

Fonti
Ispra
Eurostat
AtiaIswa (Associazione Tecnici Italiani Ambientali- International Solid Waste Association)
CEWEP (Associazione europea degli operatori degli impianti di incenerimento con recupero energetico)
Ref Ricerche

Note
Qui l'intero convegno registrato in audio e video da Radio Radicale
Qui la versione Power Point dell'intervento
 
 
 
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