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Il toro fa capolino? Corsi e ricorsi storici...
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Articolo di Alessandro Pedone
6 ottobre 2010 16:47
 
Chi ci segue da tempo sa bene che riteniamo impossibile fare previsioni affidabili sull'andamento dei mercati finanziari.
La tesi di fondo di questo sito è la seguente: i mercati finanziari sono prima di tutto un fenomeno storico e sociale, non un fenomeno naturale compiutamente descrivibile con gli strumenti della matematica e della fisica. In un determinato momento, quindi, è possibile formulare ipotesi, più o meno sensate, ma sarebbe comunque un errore prendere scelte finanziarie sulla base di queste ipotesi.

Il 10 Marzo del 2009, in un editoriale dal titolo "Overshooting: il rischio attuale del mercato azionario",  scrivevamo: "In altre parole, tutto ci consente di affermare con ragionevole convinzione che i prezzi attuali del mercato azionario sono ampiamente sottovalutati. Siamo, in sostanza, in una situazione inversa rispetto ad una bolla. Siamo passati da un evidente eccesso della fine degli anni '90 del secolo scorso ad un eccesso opposto (sebbene ancora non cosi' accentuato)."
Del tutto casualmente, da allora è iniziato un notevole rimbalzo dei mercati azionari che è durato -ovviamente fra alti e bassi- fino ad Aprile 2010. Il grafico seguente, mostra l'andamento dell'indice Stoxx 50 (cioè l'indice che raggruppa le azioni delle 50 principali aziende europee per capitalizzazione). Il grafico è settimanale.




Si può vedere come dalla settimana del 9 Marzo 2010, per 58 settimane, ci sia stato un sostanziale rimbalzo che ha portato ad un incremento dell'indice del 63%. Non poco. Da allora, per altre 25 settimane, abbiamo vissuto alti e bassi (più bassi, meno alti) che hanno portato l'indice a perdere circa il 6%. Una situazione simile, dal punto di vista strettamente grafico, si è vissuta nella precedente crisi finanziaria, quella che è iniziata nel Marzo del 2000 ed è terminata nello stesso mese del 2003. Sto parlando dello scoppio della così detta bolla delle dot-com.  Il grafico seguente mostra lo stesso indice della figura precedente, sempre su base settimanale, ma partendo dal 1999.

 


Si può notare, specialmente per le persone -come il sottoscritto- affette da quella strana sindrome che viene quando si vedono decine e decine di grafici al giorno, una chiara similitudine tra il periodo 2003-2004 e quello 2009-2010.
Naturalmente non esiste nessuna ragione per la quale l'andamento futuro del grafico continui a seguire questa similitudine che c'è stata fino ad oggi. Se ciò, al contrario, accadesse, significherebbe che i prossimi mesi per il mercato azionario potrebbero essere positivi.

Abbandonando gli aspetti più "grafici", in questo periodo, come nell'estate del 2004, ci sono molte buone ragioni per non essere positivi sull'andamento dell'economia e -di conseguenza (1)- del mercato azionario. Oggi, una delle preoccupazioni più importanti riguarda il fardello del debito pubblico dei Paesi sviluppati al quale è si associano i segnali di debolezza che continuano ad arrivare sia dal mercato immobiliare che da quello del lavoro, sebbene vi siano anche segnali contrastanti di lieve -troppo lieve- miglioramento.
Il fatto è che i mercati azionari spesso anticipano la ripresa economica (e talvolta lo fanno in maniera "esagerata", altre volte semplicemente sbagliano) e quindi potrebbero ignorare tutti questi legittimi timori ed imboccare un periodo di crescita piuttosto continuativo come quello che c'è stato negli oltre due anni tra la fine del 2004 e l'inizio del 2007.

Personalmente, da più tempo non mi avventuro in previsioni. Più che previsioni posso avere "sensazioni", come quella citata all'inizio di questo articolo. La mia sensazione, in questo momento, è che il toro possa fare capolino ed iniziare, fra alti e bassi -come sempre accade in borsa- una fase positiva che abbia una estensione di alcuni mesi.
Lo ripeto per l'ennesima volta, non si tratta di previsioni, ma solo di sensazioni.
Questo sito sconsiglia da sempre di fare scelte finanziarie sulla base delle previsioni, figuriamoci sulla base di semplici ipotesi, sensazioni. Le scelte finanziarie si fanno partendo, in primo luogo, dalla condivisione di una filosofia d'investimento che deve essere coerente con le proprie caratteristiche d'investitore e le proprie necessità finanziarie.

Dopo l'articolo del 10 Marzo 2009 ho avuto, a distanza di diverse mesi, alcune email di lettori che mi hanno ringraziato perché in quel momento erano fortemente tentati di liquidare tutti gli investimenti azionari e -mi dico- hanno desistito dopo aver letto l'articolo già citato. Spero che la lettura di questo articolo non spinga nessuno, inconsapevolmente, ad investire nel mercato azionario, ma spinga molti risparmiatori a chiedersi se la propria tolleranza e propensione al rischio sia adeguata al portafoglio attuale.
Quanta liquidità è presente nei propri portafogli? Il rendimento futuro stimato del portafoglio copre ragionevolmente l'inflazione attesa? Il portafoglio, ha qualche "arma" anche contro l'inflazione inattesa?

(1) ci sarebbe molto da discutere sul reale collegamento fra l'economia e l'andamento del mercato azionario. Ma non è questa la sede.
 
 
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