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Transessuali bloccate in aeroporto egiziano e rispedite in Italia. Perché stupirsi?
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Articolo di Vincenzo Donvito
24 agosto 2019 19:08
 
  Due persone transessuali, partite dall’Italia per una vacanza in Egitto, sono state bloccate all’aeroporto di Sharm el-Sheikh e rispedite in Italia. La polizia egiziana di frontiera non ha riconosciuto omogeneità tra i documenti presentati (non modificati rispetto a quando erano maschi) e il loro aspetto. Si è sollevata una polemica, anche fondata in un certo senso, che ha dell’incredibile, sia sotto l’aspetto dei diritti dell’individuo che sotto l’aspetto legale.

In diversi, giustamente, hanno criticato il fatto che queste persone non avessero documenti femminili, ma maschili per presunti ritardi o incongruenze dell’amministrazione italiana. Giusto. Ma questo che c’entra col fatto in sé? Forse queste due persone non erano consapevoli che i propri documenti maschili avrebbero potuto presentare problemi sia alla frontiera italiana di uscita che a quella egiziana di ingresso… che ci stanno a fare le foto sui documenti di identità? Se non erano consapevoli, i casi sono due: civilmente incoscienti o militanti dedite ad una provocazione per sollevare il problema. Scartata, dalle informazioni che al momento abbiamo raccolto, la seconda ipotesi, rimane la prima. Come avrebbero fatto a pensare che una volta arrivate in Egitto il problema non si sarebbe posto, e non solo perché in quel Paese non c’è una situazione di legalità per le persone che decidono chi essere rispetto al proprio orientamento sessuale, e quindi anche una minore comprensione (rispetto all’Italia) di situazione di transito di legalità documentale da un genere all’altro?

Per concludere. Oltre alla presunta incoscienza civica di queste due persone va sottolineato (e questo è di per sé il fatto grave per eccellenza) come mai le autorità italiane di polizia addette al controllo dei documenti per l’espatrio (il controllo viene fatto anche tra i Paesi Schengen, figuriamoci con l’Egitto) non hanno rilevato il problema dei documenti e non concesso l’espatrio verso quel Paese? Per capire: se cerco di imbarcarmi per New York, se al controllo dell’uscita dall’Italia (e anche alla richiesta in aeroporto della carta di imbarco) non verificano che io abbia il visto per questo Paese, non mi fanno imbarcare.

Poi, ovviamente, se le due signore avessero voluto sollevare il problema del trattamento legale delle persone transessuali in Egitto, la loro avrebbe potuto essere una buona iniziativa. Ma sembra che quanto accaduto sia un’altra cosa.
 
 
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