Le stime Istat sulle vendite al dettaglio nel mese di luglio, sono lo specchio del Paese. Quello che sopravvive e che vive di rendita. La crescita in valore (+0,5%) e volume (+0,3%) non è niente di speciale con la solita tendenza che potrebbe/dovrebbe creare preoccupazioni, si spende di più per le stesse quantità di merci/servizi, ma che rimane un “banale” dato statistico. Non esistono, cioè, politiche che considerino il fenomeno e si indirizzino ad una maggiore positività per consumatori e produttori.
Dati di luglio, mese ovviamente in crescita grazie alla mobilità turistica che, cascasse anche il mondo, vedrebbe comunque una maggiore spesa.
Si confermano consumatori in attesa di qualcosa che non si sa, nonostante il governo diffonda il messaggio di “miracolo economico” e “stiamo facendo la storia”.
E siccome i confronti politici ed economici sono concentrati su vicende private di questo o quell’altro ministro/politico che non, per esempio sulle scadenze per dare indirizzi e credibilità a concorrenza e mercato (come se queste ultime fossero un fatto ragionieristico e non di politica economica), abbiamo l’impressione che questa sia la calma che precede la tempesta.
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