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La controversa virtù dei forum sul suicidio
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Articolo di Dorothee Voegeli
13 luglio 2010 15:59
 
Le piattaforme in Internet possono favorire sia gli accordi tra persone che vogliono suicidarsi, sia i contatti positivi sul piano terapeutico. Purtroppo mancano gli approfondimenti scientifici.

In Rete ci sono centinaia di forum e chatroom dove adolescenti e adulti danno libero sfogo alle loro fantasie sul suicidio. I messaggi, anonimi, suscitano reazioni che talvolta portano a fissare accordi per togliersi la vita insieme. Il suicidio condiviso da due ragazzi di 17 e 20 anni, avvenuto qualche anno fa in Germania, ebbe un tale rilievo mediatico da indurre il Parlamento a creare un gruppo di lavoro ad hoc. Queste le sue conclusioni: la comunicazione in Rete può servire ad alleviare il peso emotivo e, con qualche fortuna, a stabilire un contatto terapeutico; e sebbene certi messaggi appaiano drammatici non è detto che conducano per forza al suicidio. O ancora, le intese sul suicidio esistevano ben prima dell'era digitale -capitano nella quotidianità clinica anche senza l'aiuto di Internet.

Il direttore di Dignitas contrario alla censura

Benché il rapporto mettesse in guardia dal considerare i moderatori dei forum come delle “colonne della prevenzione al suicidio”, Ludwig A.Minelli, a capo dell'Associazione Dignitas per l'aiuto al suicidio, è convinto che il suo forum serva proprio a prevenire. E se capita che il sito venga usato per fissare accordi di quel tipo, è perché è molto frequentato. Minelli conferma un caso recente, riferito da Sonntags-Zeitung, di tre giovani uomini adulti che si sono conosciuti sul forum di Dignitas, hanno discusso della loro intenzione di togliersi la vita e poi l'hanno messa in pratica. Lui non è intervenuto, essendo contrario alla censura per principio, ma anche perché “avrebbero immediatamente trovato un'altra possibilità”. “Chi è adulto, dovrebbe poter avere la libertà di togliersi la vita”.
Più volte al giorno, e anche di notte, Minelli consulta i nuovi messaggi dei suoi 1636 utenti. Ed è contento quando una persona desiderosa di farla finita riceve parole che l'incoraggiano a continuare a vivere. Talvolta prova anche lui a mettersi in contatto con un utente per dargli qualche buon motivo per vivere. Se compaiono messaggi illegali cancella l'indirizzo, ma ammette che è difficile avere il controllo totale su 30.000 interventi.

Ipsilon favorevole a intervenire
Per Barbara Weil, dell'Associazione Ipsilon di prevenzione del suicidio, l'approccio di Minelli è quanto mai discutibile. “Gestire professionalmente un forum in Internet senza dirigerlo non serve a prevenire il suicidio”, sostiene, e accenna al rischio specifico che corrono gli adolescenti -confermato anche da una ricerca tedesca, eseguita dalla Clinica universitaria di Hamburg-Eppendorf.
E' senz'altro cosa buona se i giovani possono manifestare il loro intento di suicidarsi, dice Weil. Ma il rischio sta nella pressione esercitata dal gruppo che si forma in Internet. E' convinta che un forum dedicato al suicidio debba essere guidato; ne cita due, aperti nella Svizzera tedesca, indirizzati ad adolescenti e giovani adulti e in cui intervengono gli specialisti con domande, consigli, eventualmente anche con l'assistenza diretta.
Poiché in Svizzera non è un reato incitare qualcuno a suicidarsi via Internet, Weil ritiene opportuno guardare da vicino ciò che accade in Rete. Ma anche lei pensa che i divieti servano a poco considerata la dimensione di Internet. Condivide invece il parere dei redattori della ricerca tedesca, che suggeriscono sia un'osservazione mirata dei forum da parte degli esperti, sia un'indagine scientifica sugli effetti che provocano.
Ma in Svizzera tutto ciò potrebbe avere tempi molto lunghi, visto che manca ancora una legge sulla prevenzione.

(Traduzione di Rosa a Marca dal quotidiano Neue Zuercher Zeitung del 06-07-2010)
 
 
 
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