se il sole ci fornisce energia rinnovabile in quantità
massiccia ed economica, perchè in tutto il mondo è stata
fortemente incentivata ?
Perchè in Italia è bastato per il fotovoltaio prospettare
una riduzione degli incentivi per far dire alle imprese del
settore che, a causa delle riduzione, avrebbero chiuso le
aziende ?
E, infine, ti pongo la seguente domanda:
mi sapresti confrontare i costi d'investimento necessari per
coprire il 20% del nostro fabbisogno elettrico da nucleare e
da solare ( ... scegli tu, del solare,quello che più ti
aggrada ) anche in previsione di una carenza sempre più
accentuata di idrocarburi come vaticinato dai verdi ?
Se non sei in grado di darmi questa risposta, come fai a
sostenere quello che affermi ?
1 maggio 2011 15:03 - Cepu
IL sole, ennio: il sole è vita e muove tutto. Energia
rinnovabile, in quantità massicce, economica. Utilizzata da
milioni di anni in modo molto efficiente dai vegetali,
tramite fotosintesi.
E' ora di smettere di fare i cavernicoli, e bruciare
combustibili (tra cui polpette tossiche di uranio e
plutonio) per scaldarsi e muoversi. Iniziamo subito a fare i
passi necessari.
28 aprile 2011 0:11 - ennio4531
Il nucleare è in declino ?
Peggio per noi.
Se tra 50/60 anni verranno meno i combustibili fossili (
petrolio e gas ), come profetizzano i verdi, che coprono il
60% del nostro fabbisogno elettrico, cepu ci dica con quali
energie alternative li sostituiremo e quanto costeranno.
Purtroppo cepu su questo argomento o non ha idee o non sa
far di conto....e quindi illudiamoci ..
27 aprile 2011 22:03 - Cepu
Per Ennio: la battaglia russa per chernobyl è costata 80
miliardi di rubli, migliaia di vite umane dei "liquidatori"
ed ha accellerato il crollo sovietico. Nonostante ciò,
l'area rimane avvelenata e il problema del sarcofago è
ancora da risolvere.
Sempre stando alle parole di Gorbaciov, non si poteva
rimanere inerti, davanti alla possibilità di una seconda
esplosione ben più grave che avrebbe coinvolto l'intera
europa. Scopriamo quindi che il livello 7 di Chernobyl non
è il massimo del danno che può causare una singola
centrale messa fuori controllo da un manipolo di ingegneri
superbi.
Vediamo ora cosa succede a Fukushima...ma è arrivato il
momento di farne a meno e concentrarsi sulle fonti
rinnovabili.
27 aprile 2011 21:00 - Cepu
Inutile girarci in giro, il nucleare è in declino. Il mondo
non ha più bisogno del materiale militare atomico, che è
stato alla base della corsa alla produzione di centrali. Gli
arsenali atomici sono pieni e non serve altro.
Perciò avremo presto molta energia da fonti rinnovabili.
Non ci saranno certo centrali in italia, con buona pace
degli sponsor di questi impianti terrificanti.
27 aprile 2011 13:05 - ennio4531
pare che per cepu gli unici morti e devastazioni ambientali
per i quali dobbiamo piangere siano quelli che derivono da
fonte nucleare.
I milioni di morti e le intere regioni boschive abbrustolite
a causa del fuoco sono ' paragoni umoristici e inapproriati'
.
Evidentemente ci sono dannni e vittime di serie A e quelli
... umoristici.
26 aprile 2011 22:23 - Cepu
Di nuovo dei paragoni umoristici e inappropriati.
Torniamo seri. In occasione dell'anniversario di Chernobyl,
la televisione svizzera ha trasmesso il documentario di
Thomas Johnson: The Battle of Chernobyl. Consiglio a tutti
di dare un'occhiata.
Notevole la testimonianza di Gorbaciov, che fotografa la
situazione l'ambiente nucleare civile, comportamenti che
stiamo ora rivedendo nell'incidente di Fukushima. Silenzi e
menzogne. Costi immensi, sacrifici. Improvvisazione.
24 aprile 2011 10:59 - ennio4531
Il fuoco ha provocato milioni di morti intossicati dal
fumo.. così pure altri milioni bruciati e carbonizzati ...
così pure distrutto intere città ... così pure mandato in
fumo intere regioni boschive.
Sia maledetto per millenni l'uomo che l'ha scoperto e chi
tutt'oggi lo sostiene.
Ringrazio cepu per le sue pacate espressioni...
12 aprile 2011 20:31 - lucillafiaccola1796
STIAMO ANCORA A CREDERE ALLE AZZATE CHE DICONO? SARA'
MOOOOLTO PEGGIO DI CERNOBYL... CHE ESSENDO RUSSO E' MOOOOLTO
PIU' CATTIVO DI TUTTI LORO!
RUSSO..BASTA LA PAROLA ANCHE ORA CHE NON E' PIU' KOM
UNISTA!
SE NON HO L'AVVERSARIO COME FACCIO A FAR FINTA DI GIOCARE A
PALLONE?
E COME FACCIO AD AVERE I TESTADIAZZO DEI TIFOSI?
LA MOSSA E' SEMPRE QUELLA....
12 aprile 2011 16:22 - Cepu
Un mese di duro lavoro e sacrifici, e ora il giappone
annuncia che il disastro sale a livello 7, lo stesso di
chernobyl. E la camorra si è messa a importare il pesce
fresco giapponese radioattivo che nessun altro vuole.
Nuclearisti sarete maledetti nei secoli dei secoli, emeriti
...... @*?^^§ç"$%£$"" !
Approfitto per ringraziare sergio delle pacate, obbiettive e
massicce esposizioni.
5 aprile 2011 18:01 - sergio2
______________________________
Si può definire “sicura” una centrale nucleare?
______________________________
Domanda banale che denota mancanza di cultura della
sicurezza.
La cultura della sicurezza, la politica della sicurezza, la
sicurezza di una politica svolta nell’interesse generale,
la sicurezza della buona amministrazione e dell’efficienza
dei controlli sulla spesa.
Tutti temi politici: è la politica che decide il buon uso
della tecnologia.
Affermare che qualcosa è sicuro significa che sono stati
rispettati dei criteri progettuali e costruttivi che
costituiscono la premessa per l’uso in sicurezza, ma che
non assicurano la sicurezza.
Anche un’auto senza freni è sicura, se affidata a una
persona che ha cultura della sicurezza.
L’auto più sicura del mondo, cessa di essere tale se gli
pneumatici non sono in ordine, se l’autista è ubriaco o
va a velocità eccessiva o non tiene conto delle condizioni
atmosferiche.
Tutto può essere considerato sicuro: è l’uso che si fa
di ogni cosa che ci offre o ci nega sicurezza.
La sicurezza non è un dato acquisito in via definitiva.
La sicurezza è un obiettivo cui tendere mediante costante
formazione, addestramento, verifica e aggiornamento che deve
coinvolgere tutti i soggetti coinvolti.
Quanto sta avvenendo in Giappone dimostra, secondo le prime
valutazioni degli organi internazionali, che il personale
della Tepco non era preparato per una emergenza di questo
genere: sottovalutazione del rischio.
Il Giappone come gli altri casi del passato dimostrano la
carenza dei controlli, gli eccessivi margini discrezionali
affidati alle società di gestione, la debolezza delle
autorità indipendenti.
Il fatto che dopo l’incidente del 1979 e del 1986 molte
centrali siano state fermate, alcune mai fatte ripartire e
altre fatte ripartire dopo rilevanti interventi di
adeguamento e aggiornamento tenico, dimostra che la
capacità previsionale è molto carente, non sempre per
mancanza di conoscenze ma talvolta per scelta
politico-imprenditoriale.
E adeso nel 2011 si sta ripetendo la stessa storia.
Risibile affrontare il tema sicurezza riducendo tutto a
pochi incidenti rilevanti e azzardando valutazioni molto
discutibili su Three Mile Island, Chernobyl o Fukushima.
Questi incidenti hanno provocato un ripensamento di tutte le
procedure, la realizzazione di nuovi dispositivi di
sicurezza, rilevanti modifiche tecniche, nuove verifiche e
test…
Eppure anche prima di questi incidenti si affermava che la
tecnologia nucleare è la più sicura che esista.
Il problema non è stabilire se una tecnologia è sicura, ma
se siamo in grado di gestirla in sicurezza e se siamo
disposti a sopportare i costi per la gestione in sicurezza.
Il fatto che ogni volta sia un incidente che ci fa vedere
con occhi diversi alcune eventualità prima ignorate o
sottovalutate ci dimostra che stiamo facendo esperienza con
gli incidenti e sinora è andata bene… perché al peggio
non c’è fine… e se avessimo avuto danni 100 volte
superiori a quelli verificatisi… comunque sarebbe andata
bene… perché poteva capitare di peggio.
Processo consolatorio noto coma “logica del coglione
masochista”.
Nessuno può stabilire quale sia il livello massimo di
incidente e di danno con il nucleare.
Gli incidenti vanno valutati in ragione di quel che
avrebbero potuto provocare: valutazione dei rischi.
Quel che effettivamente un incidente provoca è importante
da un punto di vista economico ed assicurativo, ma del tutto
irrilevante sul piano della sicurezza, soprattutto se dopo
l’incidente si rivedono procedure e sistemi di
sicurezza… Che culo che abbiamo avuto, non è affermazione
da cultore della sicurezza!
Per un fortuito caso si evitò il disastro nel 1980 quando
un’alluvione lambì la centrale di Garigliano.
Il probema si ripetè nel 2000 a Saluggia e Trino:
l’alluvione e lo straripamento della Dora Baltea arrivò a
lambire i depositi di scorie solide e liquide. Il disastro
fu evitato per miracolo.
Sempre a Saluggia c’è stata una recente perdita di acque
radioattive dalle vasche di deposito, poste in prossimità
dei pozzi dell’acquedotto che serve tutto il Monferrato.
Sembra che la perdita ci sia dal 2004 ma fu scoperta solo
nel 2008; la radioattività è stata rilevata dall’ARPA ma
i parametri non destano paritocolare preoccupazione.
Casaulità: la perdita poteva essere più rilevante.
Sempre la casualità volle che il cedimento del basamento
della centrale di Caorso avvenisse in fase di costruzione e
non a centrale funzionante: ci siamo evitati un incidente
devastante consolandoci con una spesa 7 volte superiore a
quella prevista.
Quando si parla di sicurezza di una centrale nucleare,
bisogna comprendere che non stiamo parlando di un
elettrodomestico, ma di una complessa struttura tecnologica
che va valutata nella complessa interazione con l’ambiente
in cui è posta.
Popolazione residente, struttura geologica del sito, rischio
sismico, caratteristiche del territorio, rete idrica e
fluviale, rischio di attentati…
Occuparsi di sicurezza significa prendere in considerazione
questi aspetti e tanti altri.
Allora, quali azioni di formazione e addestramento sono
state sinora espletate nei confronti delle popolazioni
esposte a rischio nucleare?
Perché in Italia il rischio esiste, ma non mi risulta sia
fatto quanto previsto dalle leggi vigenti per la sicurezza.
Sicurezza significa anche dotarsi di organismi indipendenti
che vigilino sulla realizzazione delle opere e sul rispetto
del progetto.
Sicurezza significa anche superare la gestione clientelare
di Enti e Commissioni che sono referenti, quando non
vassalli, della politica e questo vale anche per Enea, CNR,
Enel e Autorità di garanzia dove burocrati di partito
trovano ricche sistemazioni.
Tornando a Three Mile Island, consiglio a tutti di leggere
la relazione governativa che ricostruì quanto avvenne in
quei tragici momenti
http://www.pddoc.com/tmi2/kemeny/index.htm
Nessuno, per esempio, può affermare con certezza che non ci
furono vittime dirette.
Difficile dimostrare anche il contrario, ma stiamo parlando
di radiazioni e non possiamo usare i criteri che si adottano
per gli incidenti stradali.
Rimane il fatto che negli anni immediatamente successivi
all’incidente si registrò nell’area di 50 chilometri
dalla centrale una forte impennata di tutti i tipi di
cancro.
Studi più accurati anziché considerare cerchi concentrici
progressivamente sempre più ampi, partendo sempre dalla
centrale posta al centro, presero in considerazione le
correnti d’aria e quindi le aree più esposte e
incrociarono questi dati con la diffusione del casi di
cancro: la maggiore diffusione dei casi di cancro
conincideva con la maggiore esposizione, che strana
coincidenza.
D’altra parte, anche nel normale funzionamento delle
centrali si registra una maggiore incidenza del cancro nelle
aree più prossime alle centrali, come testimonia la ricerca
tedesca su tutte le aree in cui sono collocate centrali in
Germania.
Una casualità?
Può darsi ma difficile sostenere questa tesi quando
l’analisi delle acque e dei raccolti testimoniano una
maggiore presenza di radionuclidi. Attraverso la catena
alimentare questi potrebbero passare all’uomo ed essere la
causa di questa maggiore incidenza di alcune tipologie di
cancro che sempre si registra in prossimità delle centrali,
senza bisogno che si verifichino incidenti.
Affermare che
“l’energia nucleare si posiziona tra quelle meno
pericolose, anche nei confronti delle rinnovabili, sempre a
parità di energia prodotta”
è quindi uno stupido esercizio di nessuna utilità
pratica.
Totalmente arbitrario e illogico porre in relazione la
pericolosità dell’energia nucleare con la quantità di
energia prodotta.
Il veleno di vipera, poiché scarseggia, è meno pericoloso
del veleno per topi?
Se ti accomodi su una sedia elettrica è poco rilevante
valutarne la pericolosità in base alla fonte di produzione
dell’energia che alimenta la simpatica seggiola!
Non è l’energia in sé a essere pericolosa, ma il
processo produttivo e la gestione della tecnologia nucleare
così complessa da richiedere sempre l’uomo giusto nel
momento giusto nel posto giusto a fare la cosa giusta,
ammesso che chi ha progettato non abbia sottovalutato i
rischi, che chi ha costruito abbia rispettato il progetto,
che la manutenzione sia stata accurata e che la natura non
si scateni troppo…
Quante condizioni e quanti se.
Vogliamo confrontare i rischi con un impianto fotovoltaico o
altra fonte rinnovabile? Ridicolo!
Decenni di esperienza nucleare hanno dimostrato che le
capacità previsionali e progettuali sono sempre state
addomesticate per rendere interessante, almeno sulla carta,
il business nucleare.
La mancanza di trasparenza nel modo in cui è ovunque
gestita l’informazione riguardo al nucleare, non depone a
favore di questa tecnologia.
La pericolosità del nucleare è incalcolabile e si giunge a
una valutazione del rischio in grado di offrire
“ragionevole sicurezza” solo accettando il compromesso
di non tutelarsi rispetto a eventi ritenuti erroneamente
poco probabili.
Che un terremoto di elevata potenza possa essere seguito da
un maremoto è un evento assolutamente prevedibile (già
successo); ma considerare questa eventualità, quali costi
certi comporterebbe?
Costruire centrali in grado di resistere a terremoti di
magnitudo 9, significa rendere impraticabile la scelta
nucleare.
Si confonde la sicurezza con la logica assicurativa del
quotare un rischio.
Riguardo ai costi, basti osservare che è sciocco o almeno
terribilmente parziale considerare i costi di produzione
delle diverse fonti di energia senza considerare
l’interezza dei costi di gestione.
Il costo di produzione dell’energia nucleare non considera
il costo della gestione e smaltimento delle scorie, della
gestione delle centrali a ciclo produttivo concluso (le
nostre costano ancora), dello smantellamento delle centrali
e conseguente bonifica dei residui e del sito (stiamo ancora
spendendo e spenderemo molto).
Col nucleare sembra di essere sempre all’inizio di una
nuova era per cui il passato non ha valore.
Ma se tutte le previsioni del passato si sono rivelate
sbagliate e talvolta false, perché adesso dovrebbero essere
per definizione giuste e corrette?
I tempi di costruzione: sempre superiori alle attese; i
nuovi cantieri seguono la stessa sorte.
I costi: sempre molto superiori alle previsioni; i nuovi
cantieri non sfuggono a questa realtà.
La resa: inferiore a quella calcolata nei preventivi; in
Francia le centrali hanno una resa attestata sull’82%
(fonte Eurostat), ma i conti sul nucleare si basano su una
resa calcolata tra il 90 e il 92% della potenza
installata.
Scorie e smantellamento: di gran lunga superiore alle
previsioni; ancora nel 2009 Enea indica in 500 $\kWe il
costo di decommissioning. La realtà ci dice che siamo a
costi molto superiori e nell’ordine spesso di 2500 –
4000 $\kWe. L’autorità inglese stima una spesa pari a 70
miliardi di dollari per lo smantellamento delle centrali
dismesse. E sinora quanto ha speso l’Italia?
La sicurezza: oltre a quanto già esposto, va considerato
quel che già negli anni ’70 s’indicava come il rischio
di militarizzazione del territorio. Erano gli anni di
piombo; terrorismo nostrano e terrorismo internazionale.
Quali rischi e costi per la vigilanza dei siti?
L’11 settembre ha determinato in tutto il mondo la
revisione dei piani di vigilanza dei siti nucleari (anche in
Italia, basti considerare gli atti ufficiali del governo
Berlusconi nel 2003). Altri costi occulti.
Ancora sul tema costi.
Nel 2004, il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti
ha stimato che 1 kWh di energia elettrica prodotta da una
centrale nucleare costa 6,13 centesimi di dollaro.
Lo stesso kWh prodotto con il gas costerebbe 4,96 centesimi,
con il carbone 5,34, e con l’energia eolica 5,05 centesimi
(Fonte EIA/DOE International Energy Outlook 2004, Washington
2004).
A risultati simili giungono altri due studi, uno della
Chicago University del 2004 e uno del Massachusetts
Institute of Technology dell’anno precedente, recentemente
aggiornato e disponibile a questo link
http://web.mit.edu/nuclearpower/pdf/nuclearpower-update2009.
pdf
Le stime sopra riportate considerano i costi mediamente
sostenuti per costruire una centrale.
Non considerano, ad esempio, che in India, i costi completi
degli ultimi dieci reattori sono aumentati del 300% rispetto
al budget previsto all’inizio.
O che l’ultimo impianto completato negli USA è stato
quello di Watts Barr 1 nel 1996, dopo 24 anni di lavori. O i
tanti impianti chiusi dopo pochi anni di attività.
Non è quindi un caso se in uno dei pochi Paesi in cui
c’è un libero mercato dell’energia – gli Stati Uniti
– non si costruiscono nuovi impianti da molti anni.
5 aprile 2011 16:39 - francescodeleo
Inutile scaldarsi tanto. Fra 50 anni il buco dell'ozono
sarà totale e quindi avrete tutta la potenza del sole che
vorrete. Anzi, pure troppa.
5 aprile 2011 14:12 - Cepu
x ennio: sei costantemente di parte. Anche l'energia
nucleare è un'energia termica, nè meccanica nè elettrica.
Anche le centrali nucleari scaldano l'acqua per le turbine,
ma a costi ambientali insostenibili quando gli "imprevisti"
le mandano fuori controllo.
Semplicemente, si tratta di cambiare il bollitore.
5 aprile 2011 12:10 - ennio4531
x cepu
è vero che il sole ci invia tanta energia .
Il guaio è che per accendere anche la più piccola delle
lampadine occorre... POTENZA !
Avere una lampada da 20 W e ricevere gratuitamente dal sole
energia erogata alla potenza di 1 W , significa che la
lampada rimane ... spenta.
L'energia del sole, non essendo nè meccanica nè
elettrica, per poterla utilizzare dobbiamo trasformarla a
costi altissimi e non è un caso che abbia preso piede solo
nei paesi 'opulenti'.
Lasciamo che il sole scaldi l'acqua.
Per il resto, industria , trasporti ecc., il nucleare,
stante la probabile fine delle fonti fossili ( 50/80 anni )
sarà la principale scelta obbligata.
5 aprile 2011 11:34 - Cepu
L'appellativo di catastrofista è ben più adatto a quelli
che predispongono e attuano catastrofi, ovvero i costruttori
di bombe e di centrali, i fautori del nucleare, non a quelli
che le denunciano.
5 aprile 2011 11:20 - ennio4531
La partigianeria di Mastrantoni non rende un buon servizio
all’ADUC in tema di completezza d’informazione , ma è
l’ennesima prova che prima ci si forma una convinzione e
poi si va alla ricerca disperata di tutto ciò che la
comprova ignorando le notizie contrarie... cosa che fa
dell'ADUC più il prolungamento di tesi politiche che una
associazione per i diritti ecc. ecc.... .
Riporto alcuni passi del pensiero del prof. Zichichi ,
presidente della World Federation of Scientists , sul
nucleare dopo Fukushima
… I catastrofisti vogliono che l'Italia rinunci al
nucleare. Ma si guardano bene dal dire che questo
corrisponde per noi tutti a schiavitù energetica
permanente. E a restare fuori dalla competizione tecnologica
mondiale che non può essere né nel solare né nell'eolico
ma in quel «fuoco nucleare» che - dopo diecimila anni di
civiltà - Enrico Fermi riuscì ad accendere a Chicago il 2
dicembre 1942 e che ha permesso al Giappone - nonostante la
sconfitta subita nella seconda guerra mondiale - di
diventare la terza potenza economico-industriale del
mondo.
Nella vicina Africa e nel mondo ci sono cinque miliardi e
mezzo di persone che vorrebbero avere la stessa quantità di
energia pro-capite di cui gode il miliardo di privilegiati
che vivono nei paesi industrializzati (noi tra questi).
Né il solare né l’eolico potranno fornire le enormi
quantità di energia che questi popoli vogliono. Prima o poi
potrebbero scoppiare rivolte popolari al fine di evitare
l’esportazione del combustibile esistente a casa loro.
L’Italia senza energia nucleare crollerebbe in pochi anni
a livello di terzo mondo.
… Forse è ciò che vogliono i catastrofisti. Le ultime
notizie da Fukushima danno in pasto al grande pubblico la
falla nel pozzo di calcestruzzo del reattore numero 2 come
fosse un errore di ingegneria nucleare.
È un errore di ingegneria civile come quello che portò
all’altezza di appena cinque metri del muro di difesa da
tsunami.
5 aprile 2011 11:18 - Cepu
x ennio. Sei ridicolo, a metterti sullo stesso livello di un
premio nobel in fisica. L'energia che manda il sole, se
captata per 1/100.000, è sufficiente a soddisfare il
fabbisogno energetico dell'umanità.
E' il sole, che fa evaporare l'acqua degli oceani e crea i
temporali, i venti, che per colpa delle emissioni di CO2
innalza la temperatura terrestre causa effetto serra.
E' sufficiente investire.
4 aprile 2011 20:18 - ennio4531
x cepu
Vorrei ribadire che Le mie ' statistiche minimalistiche e
cosmetiche ' provengono dai seguenti enti dell'ONU (OMS,
UNSCEAR, IAEA e altre)... libero poi cepu di crederci o meno
.
Per quanto riguarda la fiducia ceca di cepu in Rubbia,
chiedo a cepu di riportare una analisi di Rubbia sui costi e
capacità del solare di coprire ... diciamo il 20% del
fabbisogno di elettricità di cui ha bisogno il mondo e
soprattutto quei paesi poveracci che non si possono
permettere un alto costo dell'energia come è appunto ad
oggi quella dal solare.
Cepu non perda tempo ... non c'è .
Rubbia vuol passare alla storia non come premio Nobel, ma
come 'donatore' all'umanità del sacro 'fuoco' sempiterno ed
ecologico alimentato dal sole.
Peccato che a tutt'oggi non abbia messo a punto una teoria
rivoluzionaria ( ... come fece Einstein a suo tempo in altro
campo ) in grado di spiegare la fattibilità di un processo
di trasformazione di energia solare in energia elettrica con
tasso di efficienza al 100%.
Rubbia, sotto questo aspetto, da anni fa il tecnologo... non
certo lo scienziato...
4 aprile 2011 13:36 - Cepu
Sottolineo due passaggi di un'intervista a Rubbia,
sicuramente di maggior importanza delle statistiche
minimalistiche e cosmetiche che contrappone ennio alle stime
di greenpeace.
A proposito, invito nuovamente ennio a fare un giro a
Fukushima per raccogliere souvenir da mettere in casa sua e
trasmettere ai suoi eventuali discendenti.
"...la Spagna ... si è dimostrata capace di avviare una
grossa centrale solare nell'arco di 18 mesi. Tutto questo
mentre noi passiamo il tempo a ipotizzare reattori nucleari
che avranno bisogno di un decennio di lavori. Dei passi
avanti nel solare li sta muovendo anche l'amministrazione
americana, insieme alle nazioni latino-americane, asiatiche,
a Israele e molti paesi arabi. L'unico dubbio ormai non è
se l'energia solare si svilupperà, ma se a vincere la gara
saranno cinesi o statunitensi".
"...in Spagna stiamo sviluppando nuovi impianti solari che
funzionano come i motori a reazione degli aerei: riscaldando
aria compressa. I jet sono ormai macchine affidabili e
semplici da costruire. Così diventeranno anche le centrali
solari del futuro, se ci sarà la volontà politica di
farlo"."
2 aprile 2011 12:33 - ennio4531
Catastrofismo e ... realtà .
Disastro di ?ernobyl' 1986( da Wikipedia )
Il rapporto ufficiale redatto da agenzie dell'ONU (OMS,
UNSCEAR, IAEA e altre) stila un bilancio di 65 morti
accertati con sicurezza e altri 4.000 presunti (che non
sarà possibile associare direttamente al disastro) per
tumori e leucemie su un arco di 80 anni.
Il bilancio ufficiale è contestato da associazioni
antinucleariste internazionali fra le quali Greenpeace che
presenta una stima di fino a 6.000.000 di decessi su scala
mondiale nel corso di 70 anni, contando tutti i tipi di
tumori riconducibili al disastro secondo lo specifico
modello adottato nell'analisi[3].
Altre associazioni ambientaliste, come il gruppo dei Verdi
del parlamento europeo, prendono le distanze dal rapporto
Greenpeace, che considerano una boutade con tuttavia il
merito di segnalare il problema, e pur concordando sulla
stima dei 65 morti accertati del rapporto ufficiale ONU, se
ne differenzia e lo contesta sulle morti presunte che stima
piuttosto in 30.000 ~ 60.000[4].
Negli anni successivi, studi scientifici hanno dimostrato la
lontananza dalla realtà delle suddette stime, anche in
relazione al potenziale effetto distruttivo delle radiazioni
che si è rivelato molto minore di quanto propagandato negli
anni vicini al disastro....
Negli anni successivi il rallentamento della ricerca nel
campo causata dalla propaganda anti-nucleare ha portato ad
un estensione dell'era del petrolio come fonte
energetica.[5]
1 aprile 2011 14:51 - Cepu
ENEA si dà da fare, ma i loro rapporti si riferiscono
praticamente in toto a statistiche di ante-Fukushima. Come
comunica Mastrantoni, sono arte cosmetica ... furbizie.
I ripensamenti dei governi sono doverosi e stanno emergendo
finalmente i costi mai considerati: la gestione del fine
vita, delle scorie inquinanti a cvarico delle collettività,
le assicurazioni contro incidenti, le probabilità di
disastro assai più alte di quelle considerate per
permettere l'economicità dell'impianto, e infine
l'efficacia complessiva di queste pentole a pressione.
1 aprile 2011 12:26 - ennio4531
Dall ‘ Agenzia nazionale per le nuove tecnologie,
l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA)
Si può definire "sicura" una centrale nucleare?
Certamente sì, se comparata con altre attività umane, in
particolare con la produzione di energia da altre fonti.
Considerando l’intero ciclo di ogni fonte energetica
(ciclo del combustibile, fabbricazione dei componenti e del
sistema, esercizio, decommissioning) autorevoli studi
internazionali hanno dimostrato che l’energia nucleare si
posiziona tra quelle meno pericolose, anche nei confronti
delle rinnovabili, sempre a parità di energia prodotta.
Sergio... non adirarti ... è noto che anche l'ENEA è un
covo di ignoranti e prezzolati ....
1 aprile 2011 12:22 - Cepu
Il sistema Italia è in questa situazione per la scelta
politici. Sia quarti al mondo nel fotovoltaico, proprio per
le decisioni prese a livello politico.
Quello di cui sono certo, è che il sistema italia non
potrebbe tollerare i costi e i rischi della tecnologia
nucleare correntemente disponibile, che stanno emergendo
palesemente a fronte del disastro di Fukushima. E non c'e'
due senza tre.
Ti rimando alla situazione economica attuale del gestore
elettrico TEPCO.
1 aprile 2011 12:03 - ennio4531
x cepu
Sarà il solare termodinamico a salvarci?
... alcuni dati.
Domanda : a quanto ammonterebbero gli investimenti con il
solare termodinamico per fornire il 10% del fabbisogno
nazionale elettrico del 2009 ?
Risposta: 66,66 miliardi di €
Domanda: quale sarebbe il costo dell'energia prodotta ?
Risposta: 5 volte circa i prezzi di mercato attuali (
riferito a impianti similari )
Domanda : quanto territorio sarebbe richiesto
complessivamente ?
Risposta : 325 kmq
Domanda : quanta superficie sarebbe occupata dagli specchi ?
Risposta: 160 milioni di metri quadrati ( ..da pulire almeno
una volta al mese )
Domanda: durata dell'impianto ?
Risposta: 25 anni circa.
Dettaglio ( dat Wikipedia)
Fabbisogno italiano di energia elettrica 2009:
Kwh 337.601.000.000 ; 10% = 33.760.100.000
Andesol 1 produzione annua KWh : 157.000.000
- Per cui : 33.760.100.000 : 157.000.000 : nr. 215
impianti
- Costo per impianto : € 310.000.000 x 215 = 66,66
miliardi di €
- costo energia: Attualmente il 'costo per kilowattora'
dell'energia prodotta con tale tecnologia è superiore di 5
o 6 volte a quello di altre fonti come dichiarato
dall'amministratore delegato dell'ENEL Conti.
- territorio occupato da Andosol 1 : 1,5 kmq ( fonte:
Solar Millenium )
quindi : 1,5 x 215 = 325 kmq
Conclusione : il ‘sistema’ Italia , con un debito
pubblico enorme, scarsità di capitali privati , sviluppo
economico dall’inizio degli anni ’90 assai modesto,
costo attuale dell’energia elettrica ( con o senza
imposte) tra i più alti in Europa , sviluppo demografico
negativo… , si può permettere simili oneri ?
Il confronto con il nucleare …. la prossima volta.
Non vorrei … stancarti troppo ….
1 aprile 2011 1:38 - sergio2
......
Qualche dato sul mitico rinascimento nucleare.
......
Il reattore di Olkiluoto: la costruzione è iniziata nel
2005, sarebbe dovuto entrare in funzione nel 2009 e la spesa
era stata preventivata in circa 3 miliardi di euro. A
distanza di oltre 5 anni dall’apertura del cantiere le
opere sono ancora in alto mare; la centrale dovrebbe essere
operativa per metà 2013; i costi sono già raddoppiati
rispetto alle stime iniziali, arrivando a toccare i 6
miliardi di euro, e non è finita. Siemens ha abbandonato il
progetto.
Il reattore di Flamanville: la costruzione ha avuto inizio
nel 2007, ha già accumulato più di 2 anni di ritardo con
un primo aumento dei costi di costruzione passati dal
preventivo di 3 miliardi di euro ai 5 attuali.
La fine dei lavori è prevista per il 2014.
Questa situazione ha indotto molti ripensamenti e persino a
ritirare ordini di acquisto fatti in precedenza:
- nel dicembre del 2007 il Sudafrica ha annullato
l’offerta di acquisto dei reattori EPR;
- nell’aprile 2008 è stata la volta della società
statunitense Ameren UE che, visti i costi, ha cancellato
l’ordine di un EPR da costruire in Missouri;
- nel luglio 2009 il Canada ha sospeso la gara per la
realizzazione di 2 nuovi reattori nucleari, a cui aveva
partecipato anche Areva con la richiesta di 23,6 miliardi di
dollari per 2 EPR da 1.600 MW (senza garanzie su possibili
futuri extracosti);
- stessa sorte negli Emirati Arabi Uniti dove l’offerta di
costruire 2 reattori EPR è stata accantonata nel dicembre
2009;
- a ottobre 2010 la società statunitense Constellation
Energy Group ha rinunciato a una mega garanzia pubblica (7,5
miliardi di dollari) per la costruzione di reattore EPR a
Calvert Cliffs nel Maryland.
Moltisismi sono i reattori la cui costruzione è stata
accantonata o sospesa.
Tutta la storia del nucleare è costellata da continui
ripensamenti (non ultimo la moratoria votata dall’attuale
maggioranza politica che evidentemente non si fa prendere
dall’emotività).
In Spagna la moratoria del 1984 (prima di Chernobyl, quindi)
portò alla sospensione di diverse centrali approvate e\o
iniziate.
Stessa storia in USA dopo gli incidenti del 1979 e del 1986:
tutti i progetti già approvati furono annullati.
Altre centrali sono tuttora sospese in Ucraina, Polonia e
Bulgaria
Molte centrali furono chiuse dopo pochi anni di attività;
per esempio in Francia ma anche in Italia (Garigliano dopo
appena 14 anni di attività).
La centrale di Lucens (Svizzera), chiusa senza mai entrare
in funzione!
Nessuna centrale è costata a consuntivo una cifra alemo
paragonabile a quella preventivata: nel nucleare preventivi
e consuntivi sono due mondi che non dialogano.
La Siemens, che aveva contribuito al progetto EPR insieme
alla francese Areva, si è ritirata dal progetto.
Un'ultima clamorosa bocciatura del reattore EPR e
dell'industria atomica francese è arrivata con il rapporto
presentato il 16 giugno scorso all’Eliseo da Francois
Roussely, ex presidente di EDF, incaricato dal presidente
Sarkozy di fare il punto della situazione sul futuro della
filiera nucleare francese.
Nel rapporto vengono citate le disastrose esperienze di
Olkiluoto e di Flamanville come una seria ipoteca sulla
credibilità del reattore EPR e addirittura si paventa la
possibilità di abbandonare questo progetto per iniziative
più piccole e meno ambiziose, ma per le quali occorre
ancora trovare l'ottimizzazione e la quadratura economica,
almeno per salvare la faccia.
Il rapporto suscita riflessioni sul tema sicurezza, scorie e
basso coefficiente di utilizzo delle centrali osservato
negli ultimi anni.
Lo scorso novembre, con un atto senza precedenti, le
Autorità per la sicurezza nucleare di Francia, Finlandia e
Gran Bretagna hanno diffuso una nota congiunta che
evidenziava problemi del sistema di sicurezza dell’EPR,
più precisamente la sua inadeguatezza e la mancata
indipendenza dal sistema di controllo.
Per rendere il nucleare economicamente competitivo il
progetto EPR cerca di sfruttare le economie di scala,
spingendo al massimo le potenzialità della tecnologia, a
cominciare dalla potenza installata che per questo reattore
arriva a 1.600 MW e oltre, la più elevata mai realizzata.
Il problema è che aumentare la taglia del reattore e la
densità energetica del nocciolo aumenta inevitabilmente i
rischi d’incidente.
L’EPR non ha neanche risolto l’annoso problema delle
scorie, che nel caso del reattore francese sono addirittura
più radioattive del solito a causa di un maggior
arricchimento dell’uranio fissile (aumentato
dall’ordinario 3,5% al 5%).
E non affrontiamo ancora il problema del combustibile
perché ciò aprirebbe un ulteriore capitolo.
31 marzo 2011 18:21 - Cepu
Tepco ha iniziato a contrattare con le banche giapponesi per
ottenere crediti di emergenza fino a 25 miliardi di dollari.
Secondo quanto riportato dai bilanci societari,
l’esposizione debitoria di Tepco alla fine di dicembre
2010 era di circa 92 miliardi di dollari, dei quali 64
miliardi in obbligazioni. Quest’anno 4,8 miliardi di
dollari di debito obbligazionario sono in scadenza. Altri
5,6 miliardi scadranno nel 2012. I costi per il
rifinanziamento del debito, uniti ai risarcimenti per i
danni della catastrofe potrebbero portare la società
elettrica al collasso. Ma prima che sia troppo tardi, lo
Stato potrebbe intervenire per salvare la situazione.
Pagando di tasca sua una parte dei danni.
E questi sono i migliori professionisti del campo !!! Gente
che ha riempito di centrali nucleari il sismico giappone, ci
ha guadagnato bene indebitandosi privatamente fino alla cima
dei capelli, e ora se la dà a gambe.
31 marzo 2011 11:57 - ennio4531
scrive sergio: Declino del nucleare, di questo ho
scritto.
Nonostante la propaganda 'terroristica' da parte dei verdi,
degli antinuclearisti e... delle anime candide, da Wikipedia
apprendiamo:
Prospettive per il futuro
Nel 2010 l'AIEA ha previsto due scenari (uno "di minima", in
base alla situazione attuale, e uno "di massima", che
prevede una ripresa economica e normative più forti sulle
emissioni di gas serra) per il futuro dell'energia nucleare
nel mondo fino al 2050).
In entrambi i casi aumenterà di molto la potenza nucleare
globale: gli attuali 374 GW diventeranno nello scenario
minimale 453 GW nel 2020, 546 GW nel 2030 e 590 GW nel 2050
mentre nello scenario massimale le stime sono di 550 GW nel
2020, 803 GW nel 2030 e 1 415 GW nel 2050.
Analoghe le previsioni per quanto riguarda la produzione di
energia elettrica: dagli attuali 2 500 TWh a 3 300 TWh nel
2020, 4 000 TWh nel 2030 e 4 300 TWh nel 2050 nello scenario
minimale mentre nell'ipotesi massimale la produzione salirà
a 4 000 TWh nel 2020, 6 000 TWh nel 2030 e 10 400 TWh nel
2050 (ossia oltre quattro volte la produzione attuale).
"rinascimento nucleare" (anni duemila)
Nell'ambito dell'Europa occidentale la scelta del Parlamento
finlandese del 2002 di costruire un quinto reattore nucleare
a Olkiluoto (seguita poi da quella dell'aprile 2010 relativa
a un ulteriore ampliamento di tale sito e alla costruzione
di una nuova centrale a nord del paese per un totale di
4.300 MW di potenza installata aggiuntiva) è stata vista
come il primo concreto segnale di un'inversione di tendenza
in quanto da più di dieci anni non veniva presa una
decisione simile in detta zona geografica.
Questo atto è stato preceduto due anni prima dal referendum
con il quale la Svizzera ha deciso di non rinnovare più la
moratoria del 1990 (e attualmente sono già tre i nuovi
reattori proposti e in attesa a breve di deliberazione
finale dopo aver incassato il 13 febbraio 2011 anche il
parere favorevole dei cittadini del due cantoni
interessati).
Anche i Paesi Bassi nel 2005 (dopo che nel 2003 vi fu un
iniziale rinvio al 2013 del decommissioning) e la Svezia
all'inizio del 2009 hanno fatto marcia indietro e hanno
definitivamente annullato le deliberazioni sulla propria
rinuncia alla produzione elettronucleare (nel caso dei Paesi
Bassi proponendo subito dopo anche la realizzazione di un
nuovo reattore).
In Italia (unica nazione tra le 14 più ricche al mondo in
termini di PIL a non possedere attualmente centrali nucleari
attive e, come abbiamo visto, anche unica nazione al mondo
ad aver abbandonato lo sfruttamento dell'energia nucloeare
per scelta politica), nell'agosto 2008, è stato disposto
tramite legge nazionale di ritornare a edificare impianti
nucleari sul proprio territorio.
Dal febbraio 2009 è al vaglio una proposta di legge mirante
al prossimo avvio dell'impianto filippino.
Il 26 novembre 2010 il parlamento tedesco ha annullato
definitivamente la scelta del 2002 di chiudere gradualmente
tutte le proprie centrali nucleari approvando il disegno di
legge (entrato in vigore il 1 gennaio 2011) che estende
l'esercizio dei 17 reattori attualmente in funzione nel
paese.[5]
Identica cosa ha fatto il parlamento spagnolo il 16 febbraio
2011.
Alla fine degli anni duemila, Kazakistan e Lituania, dopo la
rinuncia forzosa di cui si è parlato sopra, hanno dato il
via alla progettazione (il Kazakistan in maniera autonoma,
dopo il parere favorevole del 2007, mentre la Lituania
insieme agli altri due Stati baltici) due nuovi reattori a
fini di elettro-generazione
31 marzo 2011 2:47 - sergio2
---
Chi vuole capire può capire.
Chi vuole proseguire a prendersi in giro è libero di
proseguire a farlo.
I modelli piccoli di EPR non interessano a nessuno e
nessuno li ha commissionati perché i costi costruttivi sono
di poco inferiore a quelli dei reattori più potenti e
quindi i tempi di recupero dell'investimento sarebbero molto
più lunghi.
Gli unici EPR che hanno destato qualche interesse sono
quelli potenti che stanno costruendo in Francia, in
Finlandia e in Cina, mentre un'altra centrale, la cui
costruzione doveva già essere avviata in Francia, è stata
rinviata in attesa di fare tesoro dell'esperienza dei
cantieri aperti e poter ottimizzare l'EPR che sta risultando
più oneroso del previsto.
Questo è quanto si può leggere nel rapporto (oltre ad
altre cosette interessanti). Poi se qualcuno vuole giocare
con l'illusione dei reattori più piccoli è libero di farlo
ma intanto non sono questi che dovrebbero costruire in
Italia e al momento rappresentano solo un'eventualità per
articolare meglio l'offerta sul mercato.
Quindi, di che si discute dal momento che da un paio d'anni
ci viene "rifilata" la bufala di un'ottima soluzione tecnica
già disponibile per risolvere i problemi energetici del
Paese?
Capisco che Ennio non riesca a comprendere il significato di
un discorso articolato e debba fermarsi necessariamente a
poche parole che sono "in parallelo" con un altro
ragionamento che gli autori del rapporto sviluppano, ma
santo cielo, prenda tempo per poco alla volta dare al suo
unico neurone la possibilità di assimilare dei concetti
tutto sommato semplici.
Fotovoltaico.
Ammesso che il fotovoltaico sia oneroso, ciò non
costituisce un elemento a favore del nucleare che in ogni
caso non ha mai dimostrato alcuna convenienza economica in
nessuna parte del mondo. Diversamente come si spiega che
nell'ultimo vntennio la potenza nucleare installata sia
sostanzialmente stabile?
Certo, se ignoriamo i costi per la gestione delle scorie, i
costi per lo smantellamento e la gestione passiva in
sicurezza, i rischi di disastri, l'efficienza effettiva di
gran lunga inferiore a quella propagandata (in Francia la
resa delle centrali è pari all'82% della potenza
installata, fonte Eurostat)... allora tutto diventa
conveniente e competitivo: basta ignorare i costi! Basta
ignorare altre cosette che non hanno prezzo.
In ogni caso, visto che preoccupano tanto gli incentivi al
fotovoltaico e occorre mettere ordine, comprendo perché
Berlusconi è sempre di buon umore: "quando al mattino si
guarda allo specchio ride alla grande per il buffone che
vede".
Infatti, secondo Ennio dovremmo ringraziare Dio perché il
governo Berlsuconi metterà ordine a ciò che il ministro
Berlusconi, non più tardi di agosto 2010, ha evidentemente
incasinato e non riordinato... varando il terzo conto
energia.
Ed è sempre Berlusconi con i suoi bravi ministri che due
legislature fa ha varato il Primo Conto Energia.
E' smepre lui che ha assicurato le tariffe incentivate
previste per il 2010 agli impianti terminati nel 2010 anche
se non allacciati... determinando così la corsa a ultimare
(?!) gli impianti pur di assicurarsi le tariffe più
convenienti.
Possiamo avere fiducia in questi signori che sono gli
artefici di questi provvedimenti legislativi che tanti
disastri economici stanno provocando?
Ancora una volta non si capisce con chi se la prenda il
confuso Ennio.
Sebbene in altre discussioni gli abbia fornito i riferimenti
per leggere i provvedimenti di legge relativi agli incentivi
alle rinnovabili, continua a scrivere fregnacce ignorando
che esistono dei limiti agli incentivi per la produzione
elettrica da fotovoltaico e che in bolletta paghiamo già un
mucchio di soldi per incentivi a cose che con le rinnovabili
non c'entrano proprio nulla.
Il sistema di compensazione per i comuni che dovessero
accettare insediamenti nucleari con cosa sarà
finanziato?
Ci penserà Babbo Natale o la Befana?
Quanto paghiamo in bolletta per il vecchio nucleare?
Quanto stiamo spendendo per la dismissione delle vecchie
centrali nucleari?
E quanto paghiamo ai produttori di energia da "assimilate"
alle rinnovabili, compresi Enel ed Edison?
A leggere Ennio sembrerebbe che in questo Paese si paghi
solo per il fotovolatico...
E ha il coraggio di accusare gli altri di
mistificazioni...
Semplicemente ridicolo!
30 marzo 2011 20:08 - ennio4531
sergio ... da buon??? politico mistifichi associando Rubbia,
il quale da anni è contrario al nucleare in quanto
sponsorizza la sua ' creatura' il solare termodinamico (
29/11/2009 - intervista a La Repubblica ' Rubbia: "L'errore
nucleare. Il futuro è nel sole"), con il rapporto francese
sul nucleare civile, commissionato da Sarkozy, che ha lo
scopo di raccomandare quali tipologie di centrali sarebbe
meglio installare in Francia e su quali puntare per venderle
meglio sul mercato internazionale da parte dei produttori
francesi.
Riporto, nuovamente, la frase perchè tu la rilegga bene e
te la ficchi in testa:
' Nel frattempo, i modelli più piccoli dell'EPR sembrano
più in linea con le aspettative di alcuni clienti.
Conviene dunque completare l'offerta francese e disporre di
molte famiglie di prodotti competitivi sul mercato
internazionale ' .
Avez-vous compris?
30 marzo 2011 19:44 - ennio4531
.. la cuccagna degli incentivi alle fonti rinnovabili sta
presentando in questi giorni i suoi conti sempre più
onerosi sulla bolletta degli utenti ( 1,4 miliardi di euro
per i certificati verdi e 2,4 miliardi di euro per il
fotovoltaico.)
Purtroppo, siamo solo agli inizi in quanto nei prossimi due
anni, quando andranno in funzione tutti gli impianti
autorizzati, i costi da sostenersi in bolletta arriveranno
all'apice e il tutto con una durata media di 18 anni.
Grazie a Dio, questo governo, andando controcorrente,
(...questo volta sarò accusato di essere berlusconiano ? )
qualche settimane fa ha posto un limite agli impianti
incentivati.
Ecco quanto affermava Antonio Costato, vicepresidente della
Confindustria, al Sole 24ore del 1/5/2010 circa le
rinnovabili:
«Non va spezzato il giocattolo per la troppa
ingordigia»... «La corsa smodata alle rinnovabili ha già
costretto il governo tedesco a intervenire. Noi dobbiamo
disciplinare in modo ordinato la materia prima che sia
tardi».
30/03/2011
I rincari sulle tariffe energetiche preannunciati nelle
scorse settimane sono stati oggi confermati dall’Autorità
per l’energia, si prevede per aprile un incremento del 2%
per il gas e del 3,9% per l’energia elettrica (lo 0,9%
determinato dagli andamenti dei mercati, cui si aggiunge un
3% per l’incentivazione delle rinnovabili, finanziate
attraverso la bolletta dell’elettricità).
Sui rincari trimestrali delle bollette, spiega l’Aeeg nel
suo comunicato , pesa un duplice effetto: il primo è la
costante crescita delle quotazioni petrolifere, ....
Il secondo “responsabile” dei rincari è invece il
finanziamento delle rinnovabili per 4,9 miliardi di euro, di
cui 1,4 miliardi di euro per i certificati verdi e 2,4
miliardi di euro per il fotovoltaico.